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domenica 18 luglio 2010

I Salati a Matera 1760 - 1802

§ 10 Agosto 1761- 4°ed ultima rata di 50 ducati a Bamonte.

Oggi 10 Agosto 1761alla prenza del notaio Saverio Torricelli di Matera si sono costituiti, Carmine Bamonte e i coniugi Onofrio lo Sforzo e Angela Saveria Bamonte di questa Città di Matera.

Ed il D.r Sig.r D. Francesco Salati, e Francesco Buongermino che a compimento dei ducati 200 devono soltanto ducati 50 maturati sin dal 12 giugno del corrente anno 1761.

I Sig.ri Salati e Buongermino sborsa la somma di ducati 50 di moneta d’argento corrente di questo Regno, quale ultimo pagamento della premessa fatta con atto del 12 giugno 1758. Essi Padre, Figlia, e Genero di Bamonte, e Sforzi avanti a noi notaio quietano ed assolvono a favore di Essi Sig.ri D. Francesco Salati e Francesco Buongermino.

E similmente essi Bamonte e Sforzacassano,annullano,irritano l’obliganza stipulata per tale pendenza nella Regia Corte, del solo Francesco Buongermino, ela stessa stante l’intera soddisfazione non farci più fede in giudizio, e fuori,e si abbia come giammai fatta.

Avendo il Dr. Sig.r D. Stefano Salati figlio del Dr. Francesco, il 12 giugno 1758 fatta cautela a favore del Sig.r Buongerminocon pubblico istrumento d’indenità, perciò esso Buongermino dichiara che i pagamentiai Sig.ri Bamonte sono stati fatti con i danari dei Sig.ri Salati e quindi di non aver nulla a pretendere da Essi; di aver prestato il nudo e semplice nome, e per aver fatto cosa grata al Sig.D.Stefano Salati, come suo caro Amico.

Perciò, non avendo nulla a pretendere da Esso Salati, cassa, annulla, ed irrita detto istrumento d’indentità per essere cessa l’obligazione e quello non faccia più fede in giudizio e fuori.

Presenti: il mag.co Giuseppe Cavaretta Regio Giudice ai contratti; Leonardo Jacovone, Francesco Ridola, Bruno Pellicciaro, e Francesco di Cuia di Matera.[1]

Finalmente si è così conclusa una vicenda familiare molto incresciosa, come oggi, anche allora, il danaro sanava tutte le ferite.

§ 18 settembre 1761-La Real Camera di S.Chiara dà l’assenso alla regola della Congregazione dei Nobili Originari e Patrizi della Città di Matera, sotto il titolodel SS. Sacramento e della Beata Vergine di Costantinopoli eretta nella Chiesa Metropolitana. La supplica viene idirizzata alla:

S. R. M

.( Sacra,Regia Maestà)

I Fratelli della Venerabile Congregazione dè Nobili originari, e Patrizi della Città di Matera sotto il titolo del SS.Sagramento, e della Beata Vergine di Costantinopoli eretta entro la chiesa Metropolitana di d.a Città Supp.do espongono à V.M. come per il buon governo , e retta amministrazione di d.a Venerabile cong.ne hanno formato alcuni capi di Regole, per maggiormente servire Iddio; Ma comechè non né possono far uso delli sudetti capi di Regole, se prima non saranno roborati di Regio assenso dalla M.V.; Supplicano per ciò V.M. a degnarsi concedere il detto Regio assenso, e Beneplacito, che il tutto lo riceveranno a grazia, ut Deus.§

Seguono i capitoli della Regola che sono del numero di 17 e i confratelli del numero di 29, Stefano Salati ha firmato al 20° posto.

Questa Congregazione, oltre alla venerazione del SS.Sacramento e della Beata Vergine Maria si interessava dell’assistenza ai condannati a morte e delle loro famiglie.[2]

§6 ottobre 1762- Gabella della farina.

Alla presenza del notaio Saverio Torricelli si sono costituiti i Sigg.: il Dr. Sig.r D. Stefano Salati, Rev. D. Celestino Novelli, Rev. D. Michele Can.co Porcari qual messo ed internuncio di suo padre Giuseppe Nicola, Rev. Sig. D. Giacinto di Jacono anche messo, ed internuncio del m.co Nicola lo Savio, Francesco Buongermino di questa Città di Matera.

Essendosi il mag.co Domenico Buongermino figlio di Esso Francesco preso l’appalto della Gabella della Farina, per la somma di docati 10899, come di obbligo stipulato presso gli atti di questa Gegia Udienza dal sudetto Francesco Buongermino di lui Padre. Avendo Esso Dominico associato Essi predetti Signori………e notaro Lo Savio, mediante alberanostipulato per mano di me infrascritto notaro, il quale con il consenso delle parti si è lacerato.Debbesi per effetto suddetto… distribuire le cariche ad Essi addetti alla Gabella….:

Per Cassiere il mag.co Michele Perrone, con la stabilita provvisione di ducati 40…….

Per altro Cassiere ….mag.co Domenico Buongermino, colla provisione di ducati 40,destinata alla cupola di S. Clemente.

Per Esattore di detta Gabella ……notaro sig. Vito Nicola lo Savio, colla provisione di ducati 80.

Per la cassa maggiore,……..Giuseppe Nicola Porcari e ..Celestino Novelli…e da tal incomodo dà ora loro li assegnano di provisione ducati 20.

E per il trasporto del danaro Esso predetto Sig. Canonico Porcari in nome , eparte di suo fratello Francesco,………….assignandoseli da ora per sua provisione la somma di docati 20;

E conoscendosi da Essi sigg.ri costituiti essere molto necessaria la elezione di Avvocado, per essere pronto in caso di bisogno; Perciò eleggono il sig.r D. Stefano, a cui da ora assegnano di sua provisione la somma di docati 15;

…………………………………………………………………………………

……………………………………………………….

Ed infine hanno conveuto che trascorsoun anno nel venturo 1° settembre 1763, tempo in cui è già terminato l’appalto di detta Gabella,devono essi subito appurare i conti tra essi Consocii; in caso di perdita ogni uno di essi dovrà rispondere per la sua parte e soddisfare si devono i crediti;E essendoci, invece, guadagnasi devono soddisfare prima i pesi e poi dividersi in parti uguali…..

Presenti come testimoni: mag.co Xaverio SantorufoRegio Giudice ai Contratti, Donato Cosmo Plasmato, Michele Dubli, et Laurenzio Coviello di Matera.[3]

§ 18 ottobre 1762- pervenne la notizia a Matera tramite una sua lettera inviata al Capitolo Metropolitano che annunciava alla Università e alla Regia Udienza la sua nomina ad Arcivescovo, era il patrizio napoletanoNicola Filomarino principe della Torre.

§ 10 ottobre 1763 –

Si sono costituiti alla presenza del Notaio Saverio Torricelli i Sigg.ri: Dr. D. Stefano Salati, m.co Domenico Buongermino, Dr. D. Celestino Novelli, m.co Michele Pirrone, e Francesco Porcari della Città di Matera.

Ed il mag.co Notaio Vito Nicola Lo Savio di questa medesima Città.

Avendo il mag.co Buongermino, l’anno scorso, preso l’appalto della gabella della farina da questa Mag.ca Università, per un anno intero, per ducati 10.899 ed associato a se i sopra citati Sig.ri Essendo terminato l’anno dell’appalto, facendo da cassa maggiore D. Celestino Novelli e Porcari, e fatto il bilancio dell’intiero introito si è appurato essersi ricavatocosì alla grossa, come alla minuta, da pene, e da ogn’altro, la somma di ducati 12.766 e grana 88, da quali detratti li sudetti ducati 10.899, e tutte le altre spese accorse per detta gabella, come dal detto bilancio importante docati 12.244,grana 87,e cavalli 7, è rimasto di lucro docati 522, e cavalli 5……..

Presentibus prò testibus, ma.co Xaverio Santorufo Reg. ad Contractus Sudice, Rev.do D.no D. Domenico Suglia, ma.co D. Cristofaro Centola TerreMontis Murri, mastro Carmenio Calcullo di Matera. [4]

§ 2 novenbre 1765-

Pasquale Salati s’iscrive al 3° anno della Legge presso l’Almo Collegio dei Dottori di Napoli.

§24 maggio 1766§

Laurea in Dottore in Utroque Jure di Pasquale Salati

Ill.mo D. Nicolò de Rosa per la Dio Graziae della S. Sede Apostolica Vescovo di Pozzuoli, Consigliero di S.M.( Dio Guardi)Regio Cappellano Maggiore. In questo Regno facciamo fede all’Almo Collegio dei Dottorini questa Fedelissima Città, come né libri delle matricolede studenti, s’è ritrovato matricolato

Pasquale Salati

Di Matera, né i tempi, e modo infrascritti:

A primo Novembre 1754- primo anno

A 5 Novembre 1755 = 2°anno

A 2 Novembre 1765 = 3° annodella Legge[5]

Ed in fede- Napoli lì 24 Maggio 1766. Nicolo Vescovo di Pozzuolo

§ 28 ottobre 1768-

Impositio censusconsignatique facta per R.mU.J.D.re Canonicum D. Tomam Salati in beneficium R.mi Capitoli Metropolitane Acclesie huius Civitatis Mathere.

I.D.N.A. (In Domine Nostro Amen)

Si sono costituiti alla presenza del notaio Vito Nicola Lo Savio di Matera, ottenuta la licenza dal Rev.mo Sig. Vicario Generale per essere la festività di S.Simone Giuda Apostolo, li Molto Rev.di Sig.ri Canonico D.Saverio Copeta, Can.co Giovannantonio Forziati, D. G.Battista Adago, e D. Giuseppe Vezziello Deputati del denaro a censo dal loro Rev.mo Capitolo della Metropolitana Chiesa di questa Città di Matera, e D. Francesco Copeti generale Procuratore dello stesso Capitolo……..

E il m.to Rev.Sig.r Canonico D.r D. Tomaso Salati della medesima Città di Matera………..dall’altra parte.

L’anzidetto Sig. Canonico D.r D. Tomaso Salati per urgenti suoi affari, e perché così li è piaciuto, e piace, attenta la convenzione avuta, spontaneamente, e non per forza…da ora liberamente, e con l’infrascritto patto di affrancare…..vende,….da al suaccennato R.mo Capitolo della Metropolitana Chiesa……e per Esso ai Sig.ri Canonici ……..ed a me Notaro, etia ad finem liquidandi, presenti per l’annuo censo di carlini 25, alla ragione del 5 %, da percepirsi in ogni anno dalli primi frutti, e rendita della metà di un comprensorio di case superiori, e inferiori, e della metà di una cantina, che vi è nello stesso comprensorio, sito, e posto dentro questa medesima città, al Sasso Caveoso, e propriamente alla contrada detta la Scaricata di sotto il Sedile, che in lato attacca con le case del Rev. D. Giovanni Perrone, e dall’altro lato con alcune del sud.o Rev.mo Capitolo franco, per la cui annua rendita asserisce ascendere a somma assai maggiore di detto annuo censo costituito, e per tale maggior somma promette far buono……

E ciò per il capitale di ducati 50, quali esso Sig.r Canonico D.r D. Tomaso Salati riceve, ed ave manualmente ed in contanti dalli predetti Sig.ri Deputati………….

IL Sig.r Canonico Salati con giuramento espressamente…… si obbliga, pagare Capitale e Censi con denaro contante, come così l’ave ricevuto, e non possa fare offerta di beni, perché cos짅…………………………………

Stipulato da me Notaro Vito Nicola Lo Savio, presenti il Regio Giudice à Contratti Saverio Santorufo, e Testimoni M.co Luca Belloccio, Franc.o Paolo Carusi, Rosario Domenico Monaco di questa città.[6]

§Matera 11 luglio 1769-

Angela Bamonte viene convocata alla presenza del Notaio Francescopaolo Misuriello a prestare giuramento per atto pubblico.

Sono presenti il Mag.co U.J.D.re D. Pasquale Salati , Angela Saveria Bamonte, detà sua d’anni ventisette in c.a legittima moglie di Mastro Onofrio Sforza che con giuramento avanti di noi Reg.o Giudice a Contratti, Reg.o Notaio, e testimoni in numero opportuno ha fatta la seguente fede giurata per atto pubblico……..”Sa e ricorda molto bene, come negli anni passati, nel mentre lite di matrimonio tra essa fede facente, ed il Dr D. Pasquale Salati di questa sud.a Città di Matera, il medesimo, per causa di d.o Matrimonio praticava in casa di d.a Angela Saveria fedefaciente,e fra le altre cose vi furono fra di loro solamente atti confidenziali, e non già Copula Carnale, atteso sempre badavano alla propria stima, ed onore, e mentre si stava litigando, per far seguire il matr.o, per parte di esso D.r Salati, si compose d.a lite, per le tante spese fatte in questo Tribunale di Matera, ed in quelli di Napoli, e si transigè essa costituita Bamonte, in somma di ducati 200, atteso altri 100 se li abbonarono, ed una tale somma dè sud.i docati 200 si sborzò, del Padre di d.o D.r D. Pasquale Salati, per causa di tante spese erogate per d.a lite, e questa dice essere la verità, per la quale n’ha giurato tactis scripturis”…….

Presenti: Regio Giudice ai Contratti Mag.co Francesco Saverio Santorufo; i testimoni Mastro Belisario Tortorella, et Mag.co Tomaso Branca della predetta Città di Matera.[7]

§ 19 ottobre 1769 §

U.J.D.re D.usPasquale Salati

Atto pubblico

In pubblico testimonio, personalmente costituita,Vittoria Contuzzi di questa Città do Matera, Madre di Angela Saveria Bamonte,oggi moglie questa di mastro Onofrio Sforza di questa sud.a Citta, la quale sponte, et cum juramento avanti di Noi Regio Giudice ai Contratti, Regio Notaio, e di testimoni in numero opportuno, ha fatto, come fa la seguente fede giurata, per via di pubblico atto, qualmente essa sud.a costituita, (ora anche la madre viene chiamata a giurare per chiarire quella incresciosa situazione; forse in previsione di qualche matrimonio che Pasquale si accinge a contrarre) : “Sa, e si ricorda molto bene, che tra l’altre persone che han soluto praticare in sua casa per varie occasioni, che sono accorse, in d.a sua casa, vi è stata quella del D.re D. Pasquale Salati di d.a Città di Material quale, si ben dà per sé solo soleva venire in d.a mia casa con tutta confidenza, pure atteso, e fò fede come sopra, che tenendo in casa tre figliole, la med.ma mai, in qualsivoglia tempo, hanno avuto luogo, ò largo per poter parlare, ò venire in confidenza, da sole a soli col sud.o D.re D. Pasquale Salati, che avessero potuto commettere qualche male,o causa, attesa essa sud.a costituita, ci teneva, ed aveva tutta la possibil’cura, e custodia di maniera tale, che le sud.e tre figliole, mai sono uscite di casa, ò per udir la Santa Messa, ò per altre occasioni, sempre presso di esse andava essa Costituita, come il simile hà soluto fare sempre in casa, e sirene fusse stato querelato esso sud.o D.re Salati, di aver commesso stupro con Angela Saveria Bamonte una delle predette tre figliole, pure una tale querela, fu seguita più per istigazione, che per altro; nè mai vi è stata parola, ò promessa di Matrimonio, tra essa Angela Saveria mia figlia col sud.o D.re Salati tanto vero, che la verità già fu confessata davanti me medesima, di non essere stata già mai affattooffesa, o stuprata, come pretendevasi, per la querela sud.a, e se tutto ciò fusse stato vero, non si sarebbe collocata in Matrimonio col sud.o Mastro Onofrio Sforza, né se ne sarebbe fatta l’esecuzione di d.a querela in questa Regia Udienza, e questa dice essere la verità, per la quale n’ha giurato tactis scripturis……..

Presenti: Regio Giudice ai Contratti Giuseppe Cavarretta, i testimoni: Donato Domenico Genosa, e Francesco Genosa, della soprad.a Città”.

Queste sono le ultime notizie che ho trovato su Pasquale Salati e questa “fede giurata” ha l’aria di uno stato libero per intraprendere un eventuale matrimonio. Con ogni probabilità Pasquale si è trasferito in qualche altra citta ove avrà dati inizio ad un altro romo della famiglia.

§Matera 1 novembre 1770 –

Con licenza del Rev.mo Vicario Generale per la festa di tutti i Santi, si sono costituiti alla presenza del Notaio Saverio Torricelli il sig. Giacinto Morcinelli di Matera da una parte;

E il D.r Sig.re D. Stefano Salati Patrizio di questa sud.a Città.

Possedendo il Giacinto…..come vero Signore e Padrone una vigna sita, e posta nel tenimento di questa pred.a Città, nella contrada della Matina, propriamente sotto il Carisiello di centinaia circa quindici renditizia al sud.o Sig,re Stefano.

Ed avendo Esso Giacinto risoluto vendere, ed alienare la vigna sud.a, e venuto tuttociò a notizia di Esso Sig. D. Stefano quale Padrone del fondo,ave inteso applicare alla compera della vigna predetta.

Per effettuare il contratto hanno nominato Domenico di Duni Perito ed esperto di campagna, che conferitosi sulla faccia del luogo, e fattesi mature riflessioni ave quella valutata, e stimata per Ducati Dieci otto. Ciò intesesi da Esse partisenè sono chiamate ben contente, e soddisfattedel prezzo predetto……

Quindi il Esso Giacinto vende al Sig. Stefano d.a vigna in d.a Contrada della Matina e proprio sotto il Carisiello, colla d.a solita rendita di grana 20 uno dovuta al mentovato Sig. D. Stufano, di circa centenaia quindici ad copus, et non ad mensuram, vicino alla vigna pred.a di Esso Sig. D. Stufano, quella del mag.co Liborio Cipolla ed altri.

Del prezzo prefissato di docati 18 dal Sig. di Duni Esso Giacintovenditore presente questo medesimo giorno ave, e riceve manualmente, effettivamente, realmente, e di contanti, et per verbum sanans, in tanti carlini d’argento correnti, ed usuali di questo Regno dal ridetto Sig. D. Stufano Salati presente e numerante.

Qualora d.a vigna più volesse da ora d.o Giacinto ne fa al Sig. D. Stufano e ai suoi successori, piena donazione irrevocabile tra vivi, rinunciando ad ogni beneficio legale che a suo beneficio confacesse, ed ittasse. Cosichè Esso Giacinto costituisce suo procuratore legale il Sig. D. Stufano come in cosa propria.

Perciochè nessuna cosa si ave riservata ma si è costituito, come si costituisce per semplice3 costitutovolendo essere tenuto con quella legge ragione, ed uso.

Qualora su d.a vigna vi fosse qualche peso, il Giacinto si assume il peso della lite, e la rifusione di tutti i danni, spese ed interessi,……….

Presenti per testimoni: mag.co Giuseppe Cavarretta Regio Giudice ai Contratti, D.re Fisico D.Antonio Pasquale Paulicelli, Notaro Tomasontonio Schiamone, Nicola Saverio d’Ettore di Matera.[8]

§ Matera,18 Gennaio 1772 §

Si sono costituiti alla presenza del Notaio Domenico Buongermino si Sig.ri D. Tomaso del Monte e D. Eustachio Contusi Governatore del Real Conservatorio di S. Giuseppe di questa Città di Matera ed il Mag.co Giuseppe Pizzilli Procuratore di Esso pio luogo – ed il molto Rev.do Canonico D.re D. Tomaso Salati, “come messo, e nuncio del D.re Sig.r D. Stefano Salati di Lui Fratello, che parimenteoggi interviene nelle cose infrascritte in nome, e parte del d.o Suo Fratello, e per di Lui Eredi, e successori dall’altra parte.§

Il Cananonico D. Tomaso ha asserito come in vigore di censuale istrumento stipulato il 2 Aprile 1739 per mano del q.m Notaio Cesare Villani di Matera, il predetto G. Conservatore esigeva ducati 11 annui dal fu D.re D. Francesco Salati, Padre di Esso Canonico per un capitale di docati 200 dati al predetto fù D. Francesco con il patto di redimerli in qualsiasi momento.

Per il capitale di docati 200 il Can.co Salati, insieme con altri docati 8 e grana 71 per l’ultima annata, e rata dell’interesse decorso dal 2 aprile 1771, dà, numera, ed consegna avanti a noi notaio a d.i Governatori, e Proc.re in tanta moneta d’oro docati 208 e grana 71 nelle mani del Proc.re Pizzilli, di cui 200 si ripongono nella Cassa del Deposito per essere parte del capitale delle Sorelle di Giorni.

Come pure i Sig.ri Gov.re e Proc.re hanno liberato i beni in genere ed in specie obbligati al pred.o annuo censo di ducati 11, ed al narrato capitale di ducati 200……..cassando e annullando Essi Sig,ri Gov.re e Proc.re il cennato istrumento censuale e che da oggi in avanti non faccia più fede in alcun giudizio o altro.§

Presenti: mag.co Saverio Santorufo Regio Giudice a Contratti, Rev.di D. Vincenzo Polisena e D. Oronzio Colucci di Matera e il mag.co Notaio Giuseppe Priore di Vietri di Potenza.[9]

Il 24 Settembre 1772 di notte vi fu la cassazione delle carceri di Matera: avvenne la fuga dei carcerati; morirono soldati e carcerati.

Fuggirono 37 carcerati .[10]

§ Matera, 18 settembre 1773 –

Stefano Salati, per mano del Notaio D. Buongermino compra dal sig. Nunzio Nicolò Griffi una vigna piena di viti fruttiferi di circa centinaia cinquanta quattro situata porzione in un perfetto piano che fu di Nunzio Copeti e porzione scoscesa che fu del Rev.do D. Virtulo Taratufolo inclusovi il Pastiniello in contrada detta del Lapillo ….per lo prezzo ducati 160 cossì valutata da Bartolomeo di Pede, e Michele Rienzo Apprezatori di comune consenso eletti, e cossì tra esse parti convenuto.[11]

§ Matera,16 Aprile 1774§

Alla presenza del Notaio Domenico Buongermino si sono costituiti il D.r Sig.r D. Stefano Salati Patrizio di questa Città di Matera,….

Il Sig.r Nunzio Nicolò Grifi di d.a Città, che similmente interviene alle cose infrascritte per Se, suoi Eredi e successori.

Ed il Sig. D.r Fisico D. Ludovico Copeti di questa istessa Città, che parimenti interviene alle cose infrascribende per se, suoi eredi.

Avendo il D.r Salati acquistato una vigna, come si evince dallo istrumento stipulato dallo stesso notaio in data 18 settembre 1773 nelle modalità ivi descritte.

E volendo oggi adempiere alla promessa fatta dello sborso delli ducati 100 in nostra presenza dà, numera e consegna ad esso sig. Copeti li sud.i ducati 100 in tanta moneta d’oro, e d’argento in estinzione di d.o capitale di consimil somma presa da esso sig. Grifi in virtù d’ istrumento stipulato per mano del notaio Pizzilli.

Stando dunque la ricezione di d.i ducati 100 pagati da esso sig. Salati e dell’interessi soddisfatti sin’oggi sa esso sig.Grifi ascendentino alla somma di ducati 6, che nella ns. presenza si sono numerati e ricevuti da esso Copeti, perciò il med.o cassa, irrita, ed annulla traslativamente in beneficio di esso sig. Grifi il sud.o istrumento censuale stipulato dal not. Pizzilli.

Ed all’incontro esso sig. Grifi cassa, ed annulla lo istrumento di vendita stipulato alla promessa dei ducati 100 fatta da esso sig. Salati, e quest’oggi effettuata……

E per l’oservanza delle cose sud.e essi sig.ri D. Ludovico Copeti,e Nunzio Nicola Grifi hanno obligato loro stessi, e beni tutti, Eredi, e Successori in beneficio di esso Sig. Salati….

Presenti Mastro Antonio Campagna Regio Giudice a Contratti, i Rev.di D. Michele Montemurro, e D. Belisario Torricelli, e mag.co Tomaso Tataranni di Matera.[12]

§ Il 7 Maggio 1774-

In Matera vi fu una gran vincita di gioco al lotto.[13]

§ Matera 18 settembre 1774-

Alla presenza del notaio Pizzilli, si sono costituiti i coniugi Bruno la Cerchia e Caterina La Ricchezza, e Angelo Domenico La Perchia loro figlio maggiore, da una parte;

Rosa Montemurro di Matera dall’altra parte;

Il D.r Sig. D. Stefano Salati Patrizio di questa Città, dall’altra parte.

Avendo i coniugi Bruno La Cerchia e Caterina La Ricchizia e il loro figlio Angelo Dom.co asseriscono che 11 Dicembre 1773 hanno preso a censo redimibile il capitale di ducati 60 alla ragione del 5% dalla sig.ra Rosa Montemurro, denaro del nipote di lei defunto Domenico Montemurro, che si trova depositato presso di lei, ponendo ipoteca su di una casa dotale di essa Caterina, sita in Contrada della Scaricata al disotto della casa palaziata di esso Sig. Salati, franca e libera da ogni peso e sopra una vigna sita in contrada del Castello……

Dovendo essi coniugi rinfrancare il sud.o Capitale più le terze maturate che ammonta a ducati 70 di d.a Rosa Montemurro, dovendo essi provvedere per l’acquisto dei viveri e delle vesti necessarie di cui sono sprovvedute per l’anno in corso necessitano della somma di ducati 80 che chiedono al Sig. D.r D. Stefano Salati stipulando la convenzione che in vigore della quale da quest’oggi è in vigore sopra tutti i loro beni stabili e mobili, presenti e futuri, e in specie sopra la citata casa e vigna.

E ciò per lo prezzo del capitale redimibile di ducati 80, alla convenuta ragione del 5%;……….

Presenti: Mag.co Saverio Santorufo Regio Giudice a Contratti, mag.co Notaio Domenico Buongermino, mag.co Giov.Battista Lo Gallo, e Mastro Francesco Saverio Striccoli da Matera. [14]

§Matera, 11 novenbre 1779 –

Costituiti alla presenza del notaio Clemente Pizzilli di Matera i signori:

Rev.di Sig.ri Arciprete D.Francesco Anselmi Governatore della Venerabile Cappella del SS. Crocefisso detto della Selva nel tenimento di questa città di Matera, e il Canonico D. Lorenzo Griffi Cappellano perpetuo della stessa Ven.le Cappella i quali intervengono nelle cose infrascritte per parte della Ven.le Cappella e dei successori di quella.

Il D.r Sig.r D. Stefano Salati Patrizio di questa Città, il quale interviene nelle cose infrascritte per se stesso e per i suoi successori.

E li mag.ci Giuseppe, vergini in capillis Ignazia Maria, Angiola Nicola, Nunzia Maria, Fratello e Sorella di Radogna di questa Città, li quali agono pure, ed intervengono alle cose infrascritte per se stesse, e ciascuno di essi insieme, Eredi e successori. Stando le medesime Vergini in Capillis non men con l’assenso di il mag.co Giuseppe Ragogna di loro Fratello, che con la presenza ed autorità dell’infrascritto Regio Giudice ai contratti di loro Mundualdo.

Le sudette parti asseriscono avanti di noi, come nel di 13 luglio 1753 esso D. Stefano Salati quale Figlio e Procuratore con special mandato di procura del D.r D. Francesco Salati allora degente in Napoli fè vendita di annui ducati cinque a beneficio di detta Cappella, e dei suoi Sigg.ri Governatore, e Cappellano di Ansemi, e Grifi, per lo capitale prezzo redimibile di ducati 100 sopra tutti li beni stabili di d.o fù D. Francesco Salati di lui Padre, siccome il tutto si rileva da censuale istrumento rogato per mano del q.m Notaio Donatangelo Martinelli (Vedi il 1° volume in data 13-7-1753) di detta città, in cui si oppose il fatto espresso di doversi detto Capitale affrancare per il d.o Sig.r Salati in qualunque tempo senza farsi preoccupazione alcuna.

Quindi in seguito al patto sud.o il nominato sig.r D. Stefano Salati questoggi soprascritto giorno avanti di noi numera, dà, e consegna alli sud.i Sig.ri D. Francesco Arciprete Anselmi Governatore, e Can.co D. Lorenzo Grifi Cappellano di essa Ven.le Cappella, presenti e recipienti così ducati 100 in moneta d’argento corrente in soddisfazione del detto Capitale di consimil somma per detto D. Stefano pigliato a censo redimibile come sopra da detta Cappella in vigore del citato istrumento stipulato nel di 13 luglio 1753, da d.o fu Notaio Martinelli come altri carli 16 in soddisfazione delle terze sin oggi decorse.

De quali capitali e terze, come sopra ricevuti per d.i Sig.ri Gov.re, e Cappellano di Anselmi e Grifi, sentendosi ben contenti, e soddisfatti, siccome ne fanno finale, e generale quietanza a beneficio di d.o Sig.r D. Stefano Salati presente § per l’aquilana stipula§ e patto de aliquid alius non patendo § Così retrovendono ed affrancano a favore del med.mo Sig.r Salati le annualità di ducati 5 per lo stesso capitale prezzo di ducati 100 di sopra ricavati, cum eius iuribus, retrovendentes § ponentes § constituentes § e quoniam.

Liberono sin d’ora tutti i beni dello stesso Sig.r Salati in genere e in specie obligati al Capitale sud.o, cassano ed annullano il mentovato censuale istrumento rogato dal d.o Notar Martinelli nel 13 luglio 1753, talchè più non faccia fede in giudizio e fuori.

E finalmente essi Sig.ri Governatore e Cappellano di Anselmi e Grifi ne promettono al de.o Sig.r Salati l’evinzione e difesa della sud.a annualità retrovenduta per lo stesso capitale di ducati 100, come sopra ricevuti, da se stessi solamente in dette mani, e da tutti coloro che avranno causa dalla sud.a Cappella, e non altrimenti……

Presenti: Mag.co Giovanni Caputo Regio Giudice ai Contratti-

Testimoni: Rev.do Can.co D. Michele Porcari, UJD.re D. Pietro Anselmi, UJD.re D. Giovanni Battista Sisti della Città di Matera.[15]

§Matera 19 febbraio 1780§

Alla presenza del notaio Carmelo Pizzili di Matera si sono costituiti i Signori:

Il dr. Sig.r D. Baldassare Pecilli Patrizio di questa Città di Matera;

E il D.r Sig. D.ni Stefano Salati Patrizio di questa stessa Città, i quali intervengono per se stessi, loro eredi e successori.

Il sud.o D. Baldassarre Pecilli asserisce che per suoi rilevanti negozi tiene bisogno della somma di ducati 200, non avendola a disposizione, è venuto a convenzione col predetto D. Stefano Salati in virtù della quale quest’oggi avanti di noi, sponte§ sopra tutti i suoi beni stabili e mobili presenti e futuri, ed in specie sopra un palazzo di sua abitatione con soprani e sotani, sito in contrada detta del Castelvecchio, confinante colle case dei Sigg.ri Fratelli di Svenni, colle case del Sig.r Duca Malvinni, e con quelle degli eredi del fù D. Giuseppe Rienzi di questa Città, franco e libero da ogni censo, peso e servitù,………con la facoltà al Sig. Salati di variare a suo piacimento, quia licet speciali pacto § vende ed aliena, da, cede, e rinuncia del beneficio del pred.o D. Stefano Salati…….. annui ducati 10 di moneta d’argento franchi da ogni altro peso universale, ed anco da catasto………

E ciò per lo prezzo del Capitale redimibile di ducati 200, alla convenuta ragione del 5%, quali ducati 200 il riferito D. Baldassarre Pecilli avanti di noi riceve manualmente, realmente e di contanti……..e numerante in moneta d’argento corrente.

Del quale capitale di ducati 200 come sopra ricevuti esso Sig.r Pecilli se ne chiama ben contento e soddisfatto, così che li predetti ducati 10 franchi come sopracome eorum juribus§ da oggi in avanti passino e siano in pieno dominio e possesso del d.o Sig. Salati……………..cedendo al Sig. Salati ogni jus e ragione ………..

Il Sig. Pecilli si obbliga con giuramento a pagare al d.o Sig. Salati, suoi Eredi e Successori, in ogni anno terzo per terzo nella stessa moneta d’argento durante l’affrancazione……………………

Presenti: M.co Saverio Santorufo Regio Giudice ai Contratti; M.co Notario Ignazio de Suricis; Luca Belloccio, e Miche Radogna, Testimoni della Città di Matera.[16]

§Matera 31 maggio 1780§

Alla presenza del Notaro Carmelo Pizzilli si sono costituiti i Sig.ri:

La Signora D.a Geronima Santoro dei Patrizi di questa Città di Matera, vedova di D. Domenico di Lena – Santoro, la quale interviene in suo nome e come tutrice e curatrice di D. Antonio, D.a Maria Maddalena, e D.a Irene di Lena Santoro suoi figli minori procreati in costanza di legittimo matrimonio col fù D. Domenico di Lena Santoro, Eredi e Successori.Stanto la stessa vedova D.a Geronima colla presenza ed autorità dell’infrascritto Regio Giudice ai Contratti di Lei Mundualdo.

Ed il D.r Sig. D. Stefano Salati Patrizio di questa Città, il quale interviene alle cose infrascritte per se suoi Eredi e Successori.

La Sig.ra Santoro asserisce, come avendo casata la predetta Sig.ra Irene di Lena Santoro sua figlia nella città di Giovinazzo, e dovendo alla medesima soddisfare la dote costituita in danaro contante stante non ne ha pronto, ha stimato perciò di prendere ad annuo censo sopra i di lei beni stabili; quindi fatte le ricerche tra le persone di questa Città ha trovato l’occasione di avere a censo dal D.r Sig.r D. Stefano Salati la somma di ducati 600, col quale ha convenuto l’interesse alla ragione del 5%…. Quali ducati 600 la riferita vedova Sig.ra D. Geronima Santoro avanti di noi riceve manualmente, realmente, e di contanti da mantovato Sig.r D. Stefano Salati…..in moneta d’oro e d’argento corrente.

In vigore di detta convenzione quest’oggi sopradetto giorno la Sig.ra Geronima Santoro…..sopra tutti i suoi beni stabili e mobili, presenti e futuri, ed in specie sopra una di Lei masseria di campo di versure 100 in circa di territorio,con comodi di fabbrica e pozzi d’acqua, situata nel tenimento di questa Città nella contrada detta la Matina……….franca e libera da ogni censo,peso e servitù;……e con la facoltà al Sig.r Salati di variare a suo piacere,…..ha venduto, ed alienato come vende ed aliena, e per lo tratto della penna, ciccom’è di costume, dà, cede e rinuncia a beneficio dello stesso Sig.r Salati…….per se suoi Eredi e Successori a annui ducati 30 in moneta di rame franchi da ogni imposizione, colletta, buonatenenza, e da ogni altro peso universale,……..ed affrancabili in qualunque tempo, senza darsi veruna prescrizione in tre volte uguali…………

Presenti: Magn.co Giovanni Caputi Regio Giudice agli Atti; Mag.co Paolo Domenico Turi, Magn.co Giuseppe Radogna, e Mag.co Angelo Morano, t[17]esti di Matera.

§ Matera 20 giugno 1780 §

Alla presenza del notaio Antonio Schiamone di Matera si sono costituiti:

Il Sig.r D. Tomaso del Monte di questa Città di Matera;

Il Sig.r D. Stefano Salati di Matera, i quali intervengono alle cose infrascritte per se stessi, Eredi, e Successori.

Il sudetto D. Tomaso del Monte ha asserito che per sue urgenze ha bisogno della somma di ducati 300 e non avendoli prontamente è venuto a convenzione con il Sig.r D. Stefano Salati di prenderli ad annuo censo redimibile con l’annualità alla ragione del 5%, e perciò da oggi e durante la decorrenza del patto di retrovendita senza darsi prescrizione di tempo con giuramento esso Sig.r Tomaso ha venduto, ed alienato, ed assegna a beneficio di detto Sig.r D. Stefano Salati annui ducati 15 franchi, sopra tutti e qualsivogliano suoi beni stabili presenti e futuri, e specialmente sopra la masseria di campo che possiede a pieno tutolo in contrada delle Rondinelle di versure 90, con casino e molti altri comodi, confinata con il Barone Melodia, Real Conservatorio di S. Giuseppe, via pubblica che conduce ad Altamura ed altri.

Il Sig.r D. Tomaso riceve manualmente dal D.r Sig.r D. Stefano Salati, la predetta somma di ducati 300 in contanti, in moneta d’oro e d’argento di questo Regno………………………..

Presenti: Mag.co Francesco Saverio Santorufo Regio Giudice ai Contratti; Mag.ci Paolo Turi, Michele Angelo Schiamone, e Ignazio Camporella, come Testi.[18]

§ Matera, 17 agosto 1780 §

Alla presenza del notaio de Suricis di Matera si sono costituiti i Sig.ri:

D.a Angiola Nicola Coretti vedova del q.m Lionardo Barbone Schiuma e figlia unica del q.m Michele Coretti Erede universale e particolare dello stesso…….

Ed il D.r Sig.re D. Stefano Salati di questa stessa Città, il quale interviene all’infrascritte cose per se stesso, suoi Eredi e Successori.

La cenna D.a Angiola Nicola Coretti asserisce che il 30 ottobre del’anno 1774, il D.r D. Michele Barbone Schiuma suo unico figlio per rinfrancare due capitali, per i quali ne pagava usure strabocchevoli, cioè uno di ducati 50 al Rev.do D. Carmenio Gaetano, preso all’interesse del 9%, e l’altro di ducati 200 dovuto alle Sig.re D.a Maria Cristina, e D.a Benedetta sorelle di Lena, per cui ne pagava l’interesse del 7%, prese ad annuo censo ducati 250 dal detto D,r D. Stefano Salati alla ragione del 6%, ed ippotegò specialmente porzione dei suoi beni e generalmente tutti gli altri, come dall’istrumento censuale stipulato per mano del notaio Domenico Buongermino.

Ma non ebbe esso Salati pagamento alcuno per le terze maturate sin oggi, che formano il calcolo di ducati 77, anzi perché dedotta l’eredità nel S.R.C. (Sacro Regio Consiglio) di detto suo figlio si trovano i beni sottoposti a sequestro, si sono apprezzati, e si e si sono fin anche spediti gli ordini per la vendita, essendosi fatta la graduazione dei creditori, fra i quali esso Salati per ragione delle cessioni di ragioni ottenute da d.o Gaetano, e Lena, si trova tra i praziori, e tra quei che possono essere soddisfatti.

All’incontro essa D.a Angiola Nicola Coretti essendo qual figlia, ed Erede di d.o q.m Michele creditrice del capitale di ducati 200 dati al q.m D. Giulio Ferraù di lui fratello ed erede, che furono pagati e numerati à 21 aprile 1769 ed ippotegati sopra la masseria di Serrafuso specialmente, e sopra gli altri beni generalmente,come per istrumento rogato per mano del Sig. Notaio Filippo Schiuma di questa istessa Città.

…………………………………………………………………………….

Stipulato da me Notaro Ignazio de Suricis, presenti il Regio Giudice a Contratti mag.co Giovanni Caputi, e testimoni li mag.ci Paolo Turi, Giosafatto Turi, Michele Angelo Schiamone, tutti di questa Città di Matera.[19]

§ Matera 10 settembre 1780 §

Vendita fatta dalli Sig.ri D. Oronzio e D. Marzio fratelli di Ferraù in beneficio del D.re Sig.re D. Stefano Salati.

J.M.J.[20]

Giorno 10 del mese di Settembre, decima tertia Indicitione, anno 1780, in questa città di Matera, regnando ( Ferdinando di Borbone) § ed ottenuta la dispensa del Rev.do Sig.r Vicario Generale per essere la Domenica.§

Alla ns. presenza si sono personalmente costituiti li Sig.ri D. Oronzio e D. Marzio Ferraù di questa città di Matera fratelli ex parte Patris, i quali intervengono alle cose infrascritte per loro stessi, e ciascuno di loro insieme di loro Eredi e Successori § da una parte§---

Ed il D.r D. Stefano Salati di quest’ istessa Città il quale parimente agge,ed interviene all’infrascritte cose per se, suoi Eredi, e Successori § dall’altra parte §-------

Li sottoscritti Sig.ri Fratelli di Ferraù spontaneamente asseriscono nella ns. presenza qualmente essendo la mag.ca D. a Angela Nicola Coretti unica figlia ed Erede del q.m Michele creditrice di un capitale di ducati 200 dati dal sud.o Michele Coretti al q.m D. Giulio Ferraù a 21 Aprile 1769, ed ipotecati sopra la Masseria di Serrafuso specialmente……………………………………………………………………(Vedi atto precedente de 17-08-1780)………………………………….

E facendo premura esso Sig.r Salati col sud.o giudizio di assistenza intentato da d.a Vedova ed ottenuto nella Bajular Corte nonmenchè colla cessione narrata di voler essere soddisfatto sopra i terreni specialmente ipotecati nella Masseria del Serrafuso per non soggiacere a maggiori interessi essi fratelli di Ferraù di comune consenso danno al sud.o D.r Salati versure 6 di territorio di detta masseria di Serrarifuso, e propriamente quelli, che cominciano da sotto l’Aia da mezzogiorno, a Tramontana, attaccato agli altri ceduti al mag.co Francesco Adago, ed al D.r Eustachio Pistola, da Ponente, a Scirocco, e fanno tisate per sotto la Masseria di fabbriche, da compassarsi dette 6 versure dal mag.co Giuseppe Radogna Agrimensore comunemente eletto, con situarsi ad arbitrio di esso D.r Salati i segni, e le fitte a suo piacimento, colli seguenti patti §.

- Primo che detto territorio si possa per essi Sg.ri Ferraù cedenti ricomprare fra lo spazio di anni 10 decorrenti da oggi pagandosi a beneficio d’esso D. Salati docati 250 per lo credito come sopra; e docati 12, che oggi consegna esso D. Salati al D. Oronzio per conto di esso D. Marzio, di cui va creditore.

- Secondo, che passati gli anni 10, e non ricomprandosi da d.i fratelli di Ferraù il sud.o Territorio, allora si dovesse valutare per due Periti comunemente erigendi,e valendo più delli ducati 252, questo dipiù pagarsi per esso Dr. Salati in beneficio dei medesimi ed intendersi sciolto il patto della ricompra, e volendo meno ripetersi per Esso D. Salati da detti fratelli, quello, che manca al supplemento di detti ducati 200 cinquanta due, restando sempre sciolto il detto patto di ricopra, e che d.a ricompra possa farsi da d.i Fratelli Ferraù in due tanne.

E fatta l’assertiva sudetta esso D.r D. Stefano Salati nella ns. presenza dà, numera, e consegna al sud.o D. Oronzio Ferraù recipiente li soprascritti ducati 12 in moneta d’oro usuale di questo Regno in conto di quello va creditore da esso D. Marzio, per farceli buoni nel loro conto.§

Nel caso poi, che uso non si facesse della ricompra narrata, e passassero i narrati 10 anni, che termineranno à 15 Giugno 1790, allora eligendosi due periti di commun consenso di valuteranno le narrate sei versure di territorio, e trovandosi valevole più di d.i ducati 252, esso Sig.r Salati si obbliga, e promette quelli pagare, e sborzare in beneficio di essi Sig.ri Fratelli di Ferraù, in pace § per doversi considerare sciolto il patto della ricompra, come sopra §;

Ma se fussero poi valutate meno delli ducati 252 in tale caso s’obbligano, e promettono essi Sig.ri fratelli di Ferraù di puntualmente pagare in beneficio del narrato Sig.r Salati tutta la restante somma, che che sarà mancante a compiere i narrati docati 252, perché finito, e sciolto ogni patto di ricompra come sopra.§…………………………….

Presenti: il Regio giudice a Contratti mag.co Giovanni Caputi, e testimoni: li mag.ci Giuseppe Radogna, Paolo Turi, e Michelangelo Schiamone, tutti di questa Città di Matera.[21]

§ Matera 2 Giugno 1783 §

Cessione fatta dal D.r D. Stefano Salati in beneficio della Sig.ra Angela Nicola Coretti.

Alla presenza del notaio Ignazio de Suricis si sono personalmente costituitiil D.r Sig.r D. Stefano Salati di questa Città di Matera, il quale interviene alle cose infrascritte per se, suoi Eredi, Successori.

E D. Angela Nicola Coretti vedova del q.m Lionardo Barbone Spuma, e figlia inica del q.m Michele Coretti, erde universale e particolare dello stesso……………………….( v. atto del 17-8-1780)………………

Ed essendosi da essa mag.ca ved.a Angela Nicola Coretti in vigore delle cessioni avute da esso D.r Salati in generale fattoli in agosto dell’anno 1780 domandata la particolare in oggi che s’è recuperato porzione a conto di detto capitale e terze, e conoscendo ragionevole esso D.r Salati.

Perciò oggi sud.o giorno col presente istrumento dichiara esso D.r Sig.r D. Stefano Salati di appartenere ad essa vedova D. Angela Nicola Coretti il narrato capitale di ducati 80 avuto dal d.o D.r D. Eustacchio Contuzzi con tutte le decorse terze, e però lo cede, rinuncia in beneficio della stessa a poterlo avere, tenere,e possedere insieme alle terze decorse, e decorrende, ponendola nel suo grado, luogo, e privilegio, costituendolo Procuratore come in casa propria rimanendo in beneficio d’esso D.r D. Stefano Salati li docati 64, e grana 25 dovuti dal d.o Buongermino come sopra in beneficio dello stesso in esinzione di porzione delli ducati 87 di capitale, e terze, che rimase creditore contro di esso Barbone Spuma; Dichiarando ancora che tutto il resto, che sarà proveniente dall’eredità di d.o Barbone Spuma soddisfacendosi ad esso D.r D. Stefano Salati docati 22, e grana 75 a saldo dei soprascritti docati 87 di Capitale, e terze, tutto il resto s’appartiene a d.a D.a Angela Nicola Coretti come da d.o istrumento dell’anno 1780 a cui non si intende di fare novazione alcuna. §

E per tutte le spese accorse per d.o patrimonio, concordia, rd assegnazione, e liberazione debba esso D.r Salati corrispondere la rata per li docati 74 e grana 25 da esso mag.co Francesco Buongermino, ed il resto pagarsi da d.a vedova Coretti per quanto è capiente il Capitale narrato delli docati 80 dovuti da esso D. Eustacchio Contuzzi, e recuperarsi tutte da sopra i rimanenti beni remasti indivisi dal patrimonio d’esso D. Michele Barbone Spuma, e da quelli non compresi nel narrato Patrimonio.

E chiamandosi Essa Vedova Angela Nicola Coretti ben contenta, e soddisfatta della cessione narrata oggi sud.o giorno ne assolve, e quieta esso D.r D. Stefano Salati anche.§

Stipulato da me Notaro Ignazio de Suricis, presenti: il Regio giudice à Contratti Giovanni Caputi,e testimoni Il mag.co Saverio de Grandis, M.o Rev.do Antonio Caporella, e Giuseppe Rienzo tutti di questa Città di Matera.[22]

§ Cronaca dell’anno 1783§

Nel 1783 ci furono terribili terremoti nella provincia di Catanzaro in Calabria e Sicilia, con la distruzione di intere Città, paesi e casali, ed in Matera per le acque copiose caddero molte case; a solito non mai per terremoto, per lo sfogo della Gravina.

La Corte di Napoli n’ebbe dalle Calabrie distrutte per terremoto settemila cantari d’argento, che a docati 40 il rotolo d’argento fanno due milioni, ed ottantamila ducati, e l’ebbe per mezzo di Pignetelli, che fu destinatonel luogo.[23]

§ 1784- Conclusioni del Capitolo della Chiesa Cattedrale di Matera §

Die 6Mensis Junii 1784 die Domenica, et mane convocato Collegio Rev.mo Dignitatem,et Canonicos Suius nostrae Metropolitane Ecclesiae interfuere, in d.o Collegio numeros opportuno, et a Rev.mo Decano Montemurro sic effetus est, sulla prima disse Sig.ri si deve fare il Procuratore della Cappella di S. Gaetano, perché va a turnospetto al Canonico Salati, e fu accettato[24].

§ L’origine e notizie di Famiglie Materane§

La Famiglia Salati discende da Pomarico, vi è stato qui il Dr.Ciccio,e il Dr. Stefanoche dopo esser morta laprima moglie, (D.a Silvia Gammari) vedova di Dr. Marcello Caldone, colla quale non fece figli, si rimaritò esso D. Stefano con D.a Raffaella Cassaotta di Molfetta (5 novembre 1795) giovane figlia di Michele senza professione, che si consumò li novemila ducati di sua porzione paterna (vi erano altri due fratelli – Lorenzo, Francesco Paolo, Teodora) e per debiti si siede rifugiato in chiesa.

L’avo paternodi questa era Speziale oriundo di Acquaviva ( Donato Carlo Cassotti).

Da lettera di buon informo a me Dr. Arcangelo Copeti cercatomi da Molfetta per lo stato di Dr. Stefano Salati, si conchiuse il suddetto matrimonio essendo il D. Stefano avanzato in età (60 anni) e molto pingue, che si credeva inabile, ma ha fatto figli ( 6 figli ).[25]

Vediamo la descrizione che l’Abate Fortis fa di Molfetta nel suo viaggio “Nel Regno di Napoli” del 1789 :

§ Quantunque Molfetta sia una città sudicia, brutta e mal costruita, pure è molto popolosa riguardo la sua estensione, e contiene 12.000 abitanti. Ha un animato ed esteso commercio in fichi secchi, mandorle, carrube ed olio, di cui esporta annualmente 10.000 salme.

I Molfettesi costruiscono essi stessi non solo alla perfezione i loro bastimenti mercantili, ma vi navigano sopra, e passano per i più esperti marinari del Golfo Adriatico….

Il loro principale commercio viene scambiato con Ferrara, Venezia e Trieste: dalla prima importano legname per la costruzione delle loro imbarcazioni, lino e canapa, che in parte adoperano per le funi e le vele delle medesime, ed in parte per la tessitura di una bella tela di lino. Da Venezia e Trieste importano ferro, altri metalli, mercanzie, droghe e vetri, che a loro volta scambiano con merci di loro produzione; ed i mercanti non solo vivono da questo semplice baratto, ma spesso intraprendono certe fortunate speculazioni, per le quali hanno una speciale abilità……….

Pare che nei secoli passati Molfetta sia stata fiorente pel il suo traffico ed il suo commercio; perché conservano un documento datato del 1438, che contiene una convenzione fra Molfetta ed Amalfi – città celebre pei suoi commerci nel dodicesimo e tredicesimo secolo – per la quale i cittadini di una città venivano reciprocamente considerati come cittadini dell’altra;una specie – come si vede – di lega Anseatica.

La città di Molfetta appartiene alla casa Spinola; ma gli introiti di dogana sono stati devoluti alla Corona con gran detrimento del commercio:…….§ [26]

§ Matrimonio di Stefano Salati con Raffaella Cassotti §

1785

Il matrimonio fu celebrato a Molfetta nella Chiesa Parrocchiale di S. Corrado dei PP.Cappuccini il :

Die quinta mensis novembris 1785.

Denunciationibus promissis inter Missam solemnia triebus diebus festis Populo a divina convocato nulloque detesto Canonico impedimento ego Vitus Angelus Fornari Parocus Ecclesiae Sancti Corradi in Eccl.a PP. Cappuccinorum interrogavi Mag.cus Doctorem D.um Stefanum Salati viduum q.m D.ne Silvie Gammaro Civitatis Matere, nec non Mag.cam D.namRaphaelam filiam Mag.cus D.narum Michaelis Cassotti, et Anne Marie de Aliano huius civitatis, eorum que abito mutuo consensu per verba de presenti vis et volo, previo Decreto R.mi D.ni Vicarrii S.tis dictos coniuges matrimonio coniugi iuxto rituum S.te Romane Ecclesiae, presentibus pro testibus D.re Physico D.no Francisco Ma sfitti et D.re D.no Eustachio Pistola, ac postea in Missa celebratione eis benedixit.

In quorum it est. Vitus Angelus Parrocus Fornari

Capitula per notariumCorradum Pastore.[27]

§ Trascrivo l’atto di battesimo di Raffaella Cassotti impartito nella Chiesa parrocchiale di S. Corrado a Molfetta.§

Angela Raffaele figlia legittima e naturale del Sig.r Michele Cassotti di Acquaviva, e della Sig.ra Anna Maria d’Aliano di Molfetta, nata li otto di Luglio 1761, fu battezzata da me Canonico Curato D. Vito Magarelli, e tenuta al Sacro fonte battesimale dal Sig. D. Nicola de Lucali 9 di d.o mese dell’anno 1761.[28] Canonico Magarelli Curato




§ Catasto onciario di Acquaviva delle Fonti anno 1751 §

Famiglia Cassotti

Dalle rivele del catasto:

Io Michele Cassotta del fu Donato Carlo di Acquaviva nobile vivente dl mio di anni ----------------------------------------------------------------------------------22

Antonio di Logorotondo mio servitore di anni---------------------------------15

Abito gratis fino ad Agosto venturo nel palazzo di Francesco Cassotti mio fratello sito nella strada di S.Stefano confina con le case ereditarie del fuDr.Fisico Canonico D.Pasquale Cassotta, e la Roncana della Ecc.ma Casa.

Beni che posseggo:

Un palazzo detto degli Amandoni consistente in più camere con portone, giardinetto ed altri membri sito detto la Civita, confina con le case del Rev.do Canonico D. Virgilio Martascia, ed altri, il quale a perte sta affittato al Rev. D.Vincenzo Rubino di Castellaneta.

Possiede in oltre……………………………………………

Io rilevo come sopra.

Firmato.

Michele Cassotta[30]

Al fine di approfondire la conoscenza della Famiglia Cassotta o Cassotti e per meglio comprendere i nomi e le parentele riportate nei capitoli matrimoniali trascrivo le rivele del catasto dei dei fratelli di D. Michele, che sono:

Nobile vivente Mag.co Francesco Paolo Cassotti del q.m D. Carlo di anni 21

Mag.ca Francesc Paola Rosa, moglie di anni ------------------------------ 15

Teodora Cassotti sorella divisa dal marito Angelo Antonio Maggio, di anni 44

Chiara Teresa, figlia dei med.mi di anni ------------------------------------------ 14

Anna Rosa Tritto serva anni ------------------------------------------------------- 45

Eustacchio Bruno servitore anni--------------------------------------------------- 12

Possiede gli infrascritti beni:

Un palazzo ove abita sito nella strada detta di S. Stefano, confina con le case ereditate dal fu Dr. Fisico Canonico D.Pasquale Cassotta.

Possiede in oltre…………………………..

§ Nobile vivente, Mag.co Giuseppe Leonardo Cassotti fu Speziale di Medicina e da anni 12 venduta, e presentemente non esercita detto ufficio, anni49

Anna Giovanna Cosmo della città di Napolimoglie di anni----------------------48

Gaspare figlio di anni------------------------------------------------------------------16

Costanza Felice figlia in capillis (nubile)-------------------------------------------19

Atonia Felice “----------------------------------------------------------14

Fedonia Felice “----------------------------------------------------------10

Caterina Giannini serva anni-------------------------------------------------------45

Possiede la casa ove abita nella Civita, consistentein 4 camere, confina colla casa del Purgatorio e altri.

Possiede in oltre……………………………….[31]

§22 Giugno 1751§

In osservanza d’ordiniReali Emanati per la formazione del General Catastosi rileva come segue:

Io Lorenzo Cassotti uno dei figli, ed Eredi del fu Donato Carlo Cassotti di questa Città d’Acquaviva di Bari, Studente Nobilmente vivente del mio rivelo d’essere d’età anni----------------------------------------------------------------------19

Giovanna Rosa d’Acquaviva pred.ta mia moglie anni ----------------------------18

Anna Mele mia serva d’Acquaviva vergine in capillis d’anni-------------------48

Abito in affitto nelle case che erano del q.m Canonico D. Giuseppe Licoscini sita nella contrada detta la Rua Longa, confina con le case del Rev. D.La Penna e la Cappella di S. Antonio di Padova, e pago per detto affitto annui come si appurerà dai pesi.

Beni che posseggo………………………………………………

Io revelo come sopra.

Lorenzo Cassotti [32]

§ Capitula Matrimonalia U.J.D.ris D.ni D. Stefano Salati, et D.nae D.Raffaela Cassotti §

Die quarta m.s Novembris 1785.

Costituiti alla nostra presenza li Sig.ri Coniugi D. Michele Cassotti della Città d’Acquaviva ammogliato, e dimorante in questa di Molfetta, e la Sig.ra D.Anna Maria d’Aliani di questa med.ma Città, argentino, ed intervenientino alle cose da scriversi per se stessi, li loro Eredi, e Successori da una parte. §

E li R.R.Sacerdoti Sig.ri D. Angelo, D. Giuseppe, D. Giovanni, Fratelli de D’Aliani acconsentendo a noi ad hunc actum tantum, nec non li Sig.ri D. Nicola, D. Paolo, e D.a Francesca altri di loro Fratelli, e Sorella de Daliani di questa sudetta Città anche alle cose sascritte, argentino, ed intervenientino per se stessi, loro Eredi, e Successori.

E finalmente il Dr. Sig.r D. Stefano Salati Patrizio Originario della Città di Matera al presente in questa di Molfetta agente, ed interveniente per se suoi Eredi, e Successori dall’altra parte.

Dette Sig.re Parti, sponte, non per forza, o dolo alcuno, ma di lorolibera, e spontanea volontà con giuramento tacti scriptis, et pectore rispettivamente di essere venuti alle infrascritte convenzioni, e conclusioni per lo Matrimonio appuntato, e da contraersi felicemente in facies Ecclesiae tra la Sig.ra D.a Raffaella Cassotti Figlia legittima, e maturale di detti Sig.ri Coniugi D. Michele, D.a Anna Maria col mentovato Sig.r D. Stefano Salati.

Primariamente essi Sig.ri Coniugi D. Michele Cassotti, e D.a Anna Maria Daliani promettono di fare modis omnibus, e dopo fatte le Trine Canoniche munizioni in questa Chiesa Cattedrale, che la sud.a Sig.ra D.a Raffaela Vergine in Capillis di loro Figlia debba pigliare, accettare, e ricevere per suo Caro, e legittimo Sposo il sud.o D.r D. Stefano Salati e con quello contrarre solenne Matrimonio secondo il Rito della S. Chiesa Cattolica.

E per contemplazione, e causa del presente Matrimonio, ed affinché esso Sig.r D. Stefano possa portare il peso del Matrimonio con maggiore comodo essi Sig.ri Coniugi D. Michele Cassotti, e D.a Anna Maria Daliani, e gli altri soprannominati Fratelli, e Sorella de Daliani promettono in dote, et dotis nomine li seguenti effetti, Corpi, ragioni, ed assegnazioni da ora per allora seguito che sarà il Matrimonio nella maniera che segue.

Primieramente esso Sig.r D. Michele initamente colla riretta Sig.ra D.a Anna Maria sua Moglie insieme danno, ed assegnano al d.o Sig.r Salati loro futuro Genero presente la somma di ducati 500, metà delli ducati 1000, che esso stesso D. Michele Cassotti furono assegnati dalli Sig.ri Fratelli de Daliani, per la dote di d.a Anna Maria Sua Moglie come apparisce da Capitoli Matrimoniali rogati per lo Regio Notaio D. Donato de Gaudio di questa Città nell’anno 1757 talis qualis, e quindi alla med.a fatti salvi, e buoni sopra tutti li loro beni, e specialmente sopra una casa palaziata di essi Sig.ri Daliani posseduta come Eredi del fu D. Domenico Daliani loro Padre, sita in questa Città alla Contrada della Strada della Marina, justa li suoi confini, i medesimi s’intendono assegnati da oggi in proprietà solamente, riservandosi la s.a Sig.ra D. Anna Maria li frutti, che si percepiranno dalli mentovati ducati 500, vita sua naturaledurante tantum, per consolidarsi poi la proprietà coll’usufrutto seguita la Morte di d.a D.a Anna Maria, che Iddio faccia lontana perché cosi tra esse parti si è per patto speciale convenuto, e non altrimenti franchi e liberi, ed esenti li sud.i docati 500 da qualsivoglia peso, ne ad altri in qualsivoglia maniera ippotegati, distratti, obligati unitamente colle rispettive di loro ragioni, azioni,ed intiero stato, anzi li sud.i Sig.ri Coniugi insieme promettono, e si obligano difenderli tam de jure, quam de facto generalmente, e specialmente da ogni umana persona, debito, o lite, che farsi sopravvenisse, ed assumerla a di loro proprie spese in ampia, e valida forma § perché così §.

Più esso sud.o Sig. D. Michele Sig.D. Michele promette, e si obliga dare, e consegnare a d.o(detto)suo Sig. futuro Genero Dr. D. Stefano Salati nell’atto de sponsali tutte quelle Gioie, Vesti, Spoglie,ed ogni altro, che d.a (detta) Sig.ra sua Figlia si trova tenere, di presente per di Lei uso, e comodo §.

Da sopra le quali doti detti Sig.ri dotanti fanno vera Sig.ra , e Padrona la d.a Sig.ra A.a Raffaela di loro Figlia nella somma di docati 250 da disporre a suo piacimento senza, che si richiedesse il consenso di d.i(detti) Sig.ri Dotanti, li quali da ora lo prestano nella forma la più ampia, e la maniera la più efficace, perché così §.

Ed in dove li sud.i (sudetti) Sig.ri Fratelli, e Sorella D. Angelo, D. Giuseppe, D. Giovanni, D. Nicola, D. Paolo, e D.a Francesca, Zii, e Zia rispettive di d.a sig.ra SposaD.a Raffaela, intendendo anche essi in aumentum dotis promettere, ed assegnare ancor essi le cose da assegnarsi qui sotto, per dimostrare la di loro tenerezza alla Sig.ra Nipote, e la soddisfazione incontrata dell’appuntato Matrimonio, dichiarano col rispettivo di loro giuramento come il q.m(quondam) D. Domenico Daziano di loro comune Padre lasciò alli med.mi (medesimi) in comune, ed indiviso alcuni beni, de quali avendone essi una porzione alienata per lo maggior utile della Famiglia hanno impiegato il ritratto di essi in altri corpi, cosicché ora posseggono in comuni, ed indivisi li beni seguenti:

- Una Cocevolina (sic) Ortalizia di versure due, e mezzo in loco detto Torre di D. Aniello, seu Petrullo con caminetto di dentro presso li beni del Monte Tattoli, Strada pubblica, ed altri confini;

- Una Possessione di Olive in contrada detta di Bisceglia chiamata S. Spino di circa vigne 13 giusta i suoi notorii confini;

- Un’altra Possessione di vigne 5, e mezza in circa in loco detta la Molinara in Strada di Givinazzo territorio di Molfetta, giusta i suoi confini;

- Una Casa nella Contrada detta della Strada della Macina, che corrisponde alla Piazza, la quale attualmente stà affittata a diversi inquilini per docati 26;

- Un’altra possessione di versure 10 circa di Olive sita nel luogo d.o Piscina di D. Corrado appunto li benidel Sig. D. Giuseppe Poli, e quelli del Rev.Vito Antonio nella pertinenza di questa Città.

- Una Cortiglia di versure 3 di Olive sita in d.o territorio ove si dice Lama Ulascia, giusta i beni del Sig. Notaro D. Sergio Modugno, Sig. Nicola Porta, ed altri confini;

- Una Cocevolina ortalizia di versure due incirca sita in territorio di Molfetta nel luogo chiamato La Spina appresso li beni del Mag.co (magnifico)Notar D. Mauro Lon.o (Leonardo)Tottola, quelli di questo Rev.mo Capitolo, ed altri confini;

- Un Inziteto di Vi.e (sic) 7 di Olive in loco detto S. Martino di Giovinazzo con Palmento da pestar Uva, presso li beni di questo Convento di S. Francesco, li beni degl’eredidel q.m Giuseppe Massari, ed altri confini;

- Il godimento dei frutti di una possessione di Vig.e 5 di Olive sita similmente in pertinenza di questa Città nel luogo detto Piscina Stamina appresso li beni del Mag.co Notaro D. Pantaleo Pappagallo, via pubblica, ed altriconfini, la quale fu soggettata a fedecommesso perpetuo dal q.m Nicola Giovanni Malerba in virtù di Testamento rogato per lo q.m Notaro Corrado Cavalletti di Molfetta nell’anno 1703, al godimento del quale chiamò Isabella, Susanna, Caterina, Francesca, ed Anna Sorelle del d.o olim Nicola Giovanni ed i di loro Eredi, e Successori in perpetuum da godersela gradatim 10 anni per ciascheduna, a cui detti Sig.ri costituiti Fratelli de Daziano vengono tra gli altri chiamati come discendenti, Nipoti ed Eredi della Sud.a q.m Francesca Malerba di loro Ava;

- Vig.e 10 di Viti, che essi Sig.ri Fratelli Daziano comprarono da q.m Martino Binetti in d.o territorio di Giovinazzo in luogo detto S. Martino dirimpetto e detto Enziteto, via pubblica, ed altri confini;

- Una Tartaglia d’Olive di una vig.a, e mezza inc.a in loco d.o Lama Martino, toccante i beni del Rev.do Capitolo, e D. Vitangelo Niso;

- E finalmente un capitale attivo di docati 64 dovuti da Gregorio del Caputo compreso di una pezza di terra dissarborata di essi Sig.ri Fratelli de Daziano, come si rileva da istrumento di mia mano al quale §

Li quali beni tuttisono sottoposti, e specialmente ippotegati all’infrascritti Capitoli, colli rispettivi annui cenzi quandocumque redimibili, cioè:

- Un Capitale redimibile di docati 200 per cui si pagano annui docati 10 al Venerabile Seminario di questa Città ippotegato in specie sopra dette vig.e 10 di viti§

- Più un altro Capitale di docati 100 coll’annuo Cenzo Redimibile di docati 5 dovuto al Monte di Sasso di questa med.a Città§

- E finalmente un altro Capitale di docati 80 cogl’annui interessi di docati 4 e carlini 8 dovuti al Monte della Pietà di questa stessa Città, e del resto, franchi, e liberi, ed esenti li beni sud.i da qualsivoglia altro peso, servitù, o canone, Fedecommesso purificato, o purificando, ne alcun’altro venduti, alienat, obligati, o distratti all’infuori però dei de sopraccennati pesi. §

E come de beni sud.i, che allora esistevano con Istrumento rogato da Notar q.m Giuseppe Massari di questa sud.a Città sotto il di 23 Dicembre dell’anno 1754 ne fu fatta donazione dalli divisati Sig.ri Fratelli, e Sorella de Daliani al predetto D. Nicola di loro Fratello, e suoi Figli nascituri dal Matrimonio, che contraer dovea col consenso di essi Sig.ri Fratelli di Daziano per decoro e vantaggio della loro Famiglia, e fu convenuto tra gli altri patti, che fusse obligato d.o D. Nicola di alimentare d.i Sig.ri Donatarii a corrispondenza della di loro condizione, e stato, intendendo sotto nome di alimenti compresa l’abitazione, medicamenti, e biancherie per loro uso.

E fù parimenti convenuto che in ogni caso, che d.o D. Nicola premorisse al d.o D. Angelo detta donazione tornar dovesse alli d.i donanti secondo il primiero di loro stato, e trovandosi casato con figli, che questi dovevano essere gli Eredi, ed in tal caso, l’amministrazione portar si doveva dal d.o D. Angelo; di vantaggio essi Fratelli de Daziano si riserbavano di disporre da sopra i beni sud.i della somma di docati 50 ad ogni lor piacimento, ed in articolo di Morte, ed infine fù convenuto fra essi Sig.ri Fratelli, e Sorella di Daziano, che qualora D. Nicola non si casasse sino ad una certa età doveva cedere e rinunciare al nominato D. Paolo altro di loro Fratello la d.a Donazione, e che lo stesso ammogliar sidovesse col consenso, ed approvazione de medesimi per maggior utile, e decoro della Famiglia come giusto, ed altropiù distintamente si ravvisa da d.o Istrumento di donazione al quale §

E col passaggio del tempo essendosi verificata la condizione irritante per non essersi il d.o D. Nicola ammogliato per difetto di sua volontà si videro d.i Sig.ri Fratelli de Daziano nella necessità di far casare d.o D. Paolo per non far estinguere la loro Famiglia, ed in effetti si maritò colla Sg.ra D.a Maria Gagliardi con piena soddisfazione di d.i Sig.ri Fratelli, e Sorella di Daliani, li quali perciò confirmarono la donazione sud.a con li medesimi patti, vincoli, leggi, e condizioni apposte nella prima donazione fatta al Fratello maggiore, aggiungendo, che qualora d.a D.a Maria Gagliardi restasse superstite al divisato D. Paolo suo marito senza figli legittimi, e naturali, e non volendo la med.ma(medesima) con d.i Sig.ri Suoi Cognati coabitare, in tal caso si obbligarono li med.i (medesimi)durante la loro vita naturale tantum dare alla med.ma annui docati 36 terziatim, come questo, ed altro apparisce da capitoli Matrimoniali rogati per gli atti dal q.m Notaro D. Oronzio Maggioletti di Molfetta sotto li 10 del mese di Gennaio dell’anno 1770, alli quali §.

Or dovendoso maritare la nominata di loro nipote D.a Faffaella col sud.o Sig.r D. Stefano Salati, e volendo verso la med.a dimostrare il loro vivo affetto, ed amore che le portano, e la piena soddisfazione incontrata per un tal Matrimonio, e per altre giuste potenti cause la lor Mente momentino hanno risoluto voler donare alla d.a D.a Raffaele lor Nipote titulo donationis irrevocabiiter inter vivos, et contemplationis Matrimonii, cogl’infrascritti patti, e condizioni, sotto li quali intendono fare d.a donazione, e non altrimenti; e perciò Essi soprannominati Sig.ri Fratelli, e Sorella di Daziano, et segnanter Esso D. Paolo volendo effettuare la donazione sud.a, quindi ogi sopradetto giorno in presenza nostra di libera volontà, ed in ogni miglior maniera per donazione irrevocabile tra vivi, e col patto speciale giurato di non provocare danno alla sud.a Sig.ra D.a Raffaele presente, ed accettante, e suoi Figli nascituri dal presente Matrimonio assenti, ed a ne Notaro per loro accettante la metà de sopr.i (sopradetti) beni stabili descritti, vigneti, cedoline ortalizie, e terre seminatoriali unitamente colla metà del peso sopra espressato, e con tutte lr di loro ragioni, assegnazioni, ed intero stato §. In modo che la metà dei sopradetti beni donati ut sopra allora quando saranno verificate le infrascritte condizioni passino, e siano in pieno dominio di d.a D.a Raffaele, e suoi Figli nascituri per averli, tenerli, e possederli come vera, Signora, e Padrona cedendo alla med.ma, ed ai suoi Figli nascituri, ogni ius, ragione, azione, e diritto ponendola in loro luogo grado, e privilegio, costituendola Procuratrice in rem propriam, e si sono costituiti anche per semplice costitutio, Essi Sig.ri Fratelli, e Sorella di Daliani in nome, e parte di d.a D.a Raffaele di tenere la metà de sopra.i Beni come sopra donati sino a tanto che la med.a ne avrà preso il vero reale, e corporal possesso di quelli non ostante qualsivoglia legge, e consuetudine, che disponesse il contrario. §

Promettendo con solenne stipulazione alla nominata Sig.ra D.a Raffaele essi Sig.ri de

Daziano l’assertiva, e donazione sudetta sempre, ed in ogni futuro tempo avere per rata, grata, e ferma, e contro quella non venire § qualunque ragione, pretesto, e causa, anche per quelle riconosciute dalle leggi, e specialmente per vizio di ingratitudine, difetto di insinuazione, accettazione, ed ogni altro, e per la maggior fermezza di tal promessa rinunciano espressamente, et sub verbo signanter alla stipula finale fod.de revocandis donazioni alla l.si …(sic), e ciascuna contenuta sotto il titolo de revocandis donationis delle quali leggi essi Sig.ri Dananti dalli Loro Savj, e per maggior cautela ne sono stati cerziorati da me Notaio, ed hanno promesso nuovamente che di tali favori di leggi, alli quali hanno rinunciato non saranno mai per servirsi, e perché d.a donazione si è avuta per una delle cause che hanno dato motivo a conchiudersi il mentovato Matrimonio, altrimenti non avrebbero le Sig.re Parti contratto. §

Ma detta donazione s’intende formata colli seguenti patti,leggi, e condizioni, che s’intendono appostinel principio, mezzo, e fine della medesima, perché così §

- Primo, che d.a donazione deve avere il suo effetto quante volte il d.o D. Paolo morisse senza figli legittimi, e naturali, li quali morissero, poi prima degli aqnni 18 non terminati-§

- Secondo, che d.i Sig.ri Fratelli, e Sorella di Daziano si riserbano loro vita durante tantum li frutti delle sopradette Robbe come sopra per metà donate a d.a Sig.ra loro Nipote D.a Raffaele servendo questi al Matrimonio di Essi Sig.ri Donatori vita loro naturale durante tntum.§

- Terzo, Esso Sig. D. Paolo in caso che rimanesse a d.i Sig.ri Fratelli, e Sorella senza Figli legittimi, e naturali si hà riservata la facoltà di disporre della somma di docati 500 a suo piacimento, e qualora il med.mo si riducesse in stato di aver previo bisogno allora si riserba la facoltà di disporre di docati 1000, e 500, e qualora venisse a morire prima di qualcheduno di essi Sig.ri suoi Fratelli e sorella, in tal caso possa disporre solamente di docati 500 per particolar convenzione tra d.e Sig.re Parti avuta.§

- Quarto, che premorendo essi Sig.ri Fratelli, e Sorella di Daziano al momento D. Paolo potesse ciascuno di loro disporre causa mortis della somma di docati 50, come fu stabilito nel sud.o istrumentodi esso q.m Notaro Massari, e restando uno di Essi superstite al divisato D. Paolo,che possa……, che sarà l’ultimo disporre di tutto l’asse Ereditarionella somma di docati 500 sempre che però esso D. Paolo fusse morto senza figli nati da legittimo Matrimonio coll’espressa spiega, che tutte le somme sud.e, delle quali ne capi rispettivi si è ciascuna delle parti riserbata di disporre, si intendono da sopra l’intiero patrimonio, cosichè la metà della somma riserbata a disponete debba prendersi da sopra la Robba assegnata alla Sig.ra D.a Margherita, e l’altra metà da sopra a quella, che si dona, ed assegna nel presente atto alla d.a D.a Raffaele. §

E finalmente hanno esse Sig.re Parti costituite, convenuto, che li nominati Sig.ri Fratelli, e Sorella di Daziano possono vendere, alienare, e permutare a loro piacimento per maggior utile della Casa li beni sopra descritti, ma col patto, che il prezzo da ritrarsene debba prontamente impigarsi in beni stabili, o annui censi a loro soddisfazione, e che la distrazione, permuta debba farsi coll’evidente vantaggio, ed utile della Famiglia, ma che in tal caso debba concorrerci il consenso, ed intelligenza di esso Dr. Salati, Suoi Eredi, e Successori, il quale ha promesso, che concorrendoci li motivi sopra espressati darà volentieri il suo consenso; e dandosi il caso, che Iddio tenga lontano di qualche disastro per cui fossero d.i Sig.ri Donatori in qualche preciso bisogno, allora si è convenuto, che possano disporre da sopra li sud.i stabili fino alla somma di docati 1000, o per vendita, o per censuazione.§

Ma se mai si trovasse verificata la condizione sopra espressata, di avere già il D. Paolo fatto uso della sua facoltà col disporre di docati soprad.i Cinquecento, allora possono d.i Sig.ri Donatori disporre del caso enunciato, non già delli Mille, ma di soli docati Cinquecento, perché così si è convenuto tra esse Sig.re Parti, e non altrimenti. §

Ed all’incontro esso Sig.r D. Stefano Salati promette di sposare in facies Ecclesiae la nominata Sig.ra D.a Raffaele secondo il disposto della S. Romana Chiesa.§

E promette in oltre, che ricevute avrà d.e Doti le impiegherà, e cautelerà alli Sig.ri Dotanti, lora Eredi, e Successori, ed alla nominata Sig.ra Sposa, e le terrà nomine dotis, conservandole per fondo dotale di d.a Sig.ra D.a Raffaele, conforme da ora per allora contratto sarà d.o Matrimonio le cautela e le fa caute coll’espressa ipoteca, e prelazione dichiarata per le doti dalle leggi, affinché in ogni caso di dissoluzione di Matrimonio, o restituzione di essa sia tenuto, come si obbliga quelle restituire nel modo seguente.§

Disciogliendosi il d.o Matrimonio per morte quod obsit di d.o D. Stefano, che gli Eredi, e Successori di esso sianotenuti, come esso li obliga restituire alla d.a D.a Raffaele le doti dudette intieramente come le avrà ricevute, e si troveranno impiegate, o ippotegate, fuorché li panni coll’uso consumati in costanza di d.o Matrimonio.§

E disciogliendosi il Matrimonio sud.o per Morte della sud.a Sig.ra D.a Raffaele senza figli legittimi, e naturali, in tal caso sia tenuto esso Sig.r D. Stefano restituire alli Sig.ri Donanti, loro Eredi, e Successori le doti predette interamente come le avrà ricevute, e si troveranno impiegate, fuorché li panni consueti nella costanza del Matrimonio, e quantaltro che ne avrà la d.a D.a Raffaele disposto in vigore della facoltà accordatale di disporre come vera Sig.ra e Padronasino alla somma di docati duecentocinquanta, e qualora morisse con figli legittimi, e naturali, li quali morissero poi nella minorennità di anni 18 non compiti intieramente, che che sia tenuto esso Sig.r D. Stefano di lui Eredi, e Successori, siccome si obbliga, e promette restituire, e dare e d.i Sig.ri Donanti, loro Eredi, e Successori intieramente le doti predette nel modo sopra espressato. §

E successivamente esso Sig.r D. Stefano avendo riguardo alle doti sud.e assegna alla Sig.ra D.a Raffaele presente, ed accettante l’Antefatto a tenore della notissima prammatica del Vice Re Duca di Ossuta da lucrarsi da d.a Sig.ra Sposa nel caso della premorienza di d.o D. Stefano da soddisfarsi da sopra tutti li di lui beni, ad elezione di d.a Sig.ra D.a Raffaele, perché così. §

Dappiù esso D. Stefano volendo dare una riprova di sincero, e vivo affetto alla Sig.ra D.a Raffaele sua futura Sposa, ed avendo in considerazione la differenza della loro Età, come pur volendo dimostrare una tenerezza uguale a quella, che praticò colla prima di lei Sorella D.a Margherita Cassotti il di lei Marito D. Michele Filiù della Città di Trani, perciò col presente atto sponte, con giuramento, e col patto giurato di non rivocare, dona a titolo di donazione tra vivi irrevocabili alla d.a Sig.ra Sposa presente, ed accettante nel caso che premorisse alla medesima la somma di docati 500, veri, reali, ed effettivi, per li quali obliga tutti, e singoli li suoi beni, acquisiti, ed acquirenti, di modochè possa essa Sig.ra D.a Raffaele in d.o caso di premorienza dello Sposo esigere dalli di lui Eredi, e Successori li sud.idocati cinquecento; beninteso, che la donazione predetta nel caso di premorienza dello Sposo alla Sposa si intenda a costei acquisita in proprietà se rimanesse vedova senza Figli, ma disciogliendosi il Matrimonio per la Morte del Sig.r D. Stefano, ed essendoci Figli del d.o Matrimonio s’intenda acquistata dalla Sposa l’accennata donazione in usufrutto solamente, essendosi così fra esse Sig.re Parti specialmente convenuto; e per effetto di una tale donazione di docati Cinquecento nella maniera sopra designata da ora per allora contratto sarà d.o matrimonio passino li docati 500 in pieno dominio, e possessione, e percezione, di d.a D.a Raffaele per quelli avere come vera Sig.ra, e Padrona,e domandarsene la tradizione quando si verificasse la condizione che Iddio tenga lontana della Morte di esso Sig.r Salati, il quale ha obligato li suoi Eredi, e Successori a così far eseguire realmente, costituendosi anche per semplice costituito in nome, e parte di d.a D.a Raffaele tenere volendo.§

Promettendo con solenne stipulazione esso D. Stefano alla d.a futura Sposa la sud.a donazione non revocare per qualunque vizio d’ingratitudine, e sotto qualsiasi altro pretesto, rinunciando a tal effetto alla L.Final God. de…… , et Revoca donat et ipsi insinuazioni, e spiegando di aver ben riflettuto al valore di d.e rinuncie, essendo egli informatissimo delle leggi che ne parlano.§

Ed infine esso Sig.r D. Stefano per lo maggior decoro della sua famiglia, e per lo comodo migliore della Sig.ra D.a Raffaele promette, ed assegna alla stessa con giuramento annui docati 50 costante Matrimonio da pagarseli durante la vita di esso Sig.r Salati per lacci ,e spille puntualmente in ciascun mese di Novembre in pace, e senza verun eccezione, ed in ogni caso di mancanza esso D.r D. Stefano vuol essere astretto colla via esecutiva, in virtù del patto esecutivo, ed in ogni miglior maniera.§

Quali Capitoli Matrimoniali da me Notaro letti de verbo ad verbum alle d.e Sig.re Parti, e da queste ben capito il di lor tenore, perciò li han ratificati, ed omologati, ed accettati, siccome avanti di noi li ratificano, e malagono, ed accettano piusta la loro parte, continenza, e tenore, e promettono contro quelli non venire per qualsivoglia ragione, o causa perché così. §

E per la reale osservanza di tute, e singole le cose sud.e esse Sig.re Parti per quello, che a loro spetta, sponte, e con giuramento hanno obligato le stesse, Suoi Eredi e Successori, e ben tutti una parte all’altra, e l’altra all’una ad invicem presenti ad penam dupli § meditate § protestate capiendis costituisse preficiis et renuncians et tactis pectoribus, et scriptoris juraverunt …§

CoramRegio Sudice ad Contractus Mag.co Jovanne Baptista Pastore de Melphicto, me Notaio Corrado Pastore de eodemMelphicto, et Fev.do Sacerdote D.Paolo Joanne Leone, et D.re Phjsico D. Francesco Maffiali, dicta Civitatis, et U.J.D.re D. Eustachio Pistoia Civitatis Matherae hic degente. Testibus Litteratis.§[33]




Avvenuto il matrimonio lo sposo accompagna la sposa alla propria residenza a Matera.

Carlo Ulisse de Salis Marschlins nel suo viaggio iniziato da Napoli il il 26 marzo del 1789 così descrive il percorso che lo porta da Molfetta a Matera:

La strada fra Molfetta e Terlizzi, traversa un piano di pietra calcarea, bianca, leggermente inclianato verso il mare; ma questo tratto, quantunque anch’esso diseguale, non è così ondulato come il piano della Puglia Dauna (Tavoliere di Puglia).

Queste disuguaglianze del suolo, possono essere state prodotte da escavazioni, della medesima origine del pulo di Molfetta;……..Terlizzi contiene 10.000 abitanti, il cui carattere aperto, gioviale e socievole, li distingue moltissimo dai loro gravi vicini di Molfetta, Ruvo e Giovinazzo.

Quantunque siano molto meno ricchi dei Molfettesi, e vivano solo del prodotto dell’agricoltura, sono riusciti a liberarsi dalla schiavitù feudale, mediante il pagamento 90.000 ducati a loro anticipati da una Cassa commerciale, e per i quali pagano un annuo interesse; esempio questo che i vicini Molfettesi non sono stati capaci di imitare…….

Ruvo, paese poco distante da Terlizzi, dev’essere stato in altri tempi in condizioni assai più prospere, così che si rileva dalle sue monete d’argento: oggi però non soltanto è proprio inverso, ma è abbandonato alla sudiceria più disgustante.

Da Terlizzi sino ad un sito di campagna, chiamato S. Giorgio, il suolo è sempre lo stesso, come nei pressi dell’abitato; ma di li comincia un suolo tufaceo che si estende per qualche centinaia di metri fino al bosco di S. Eugenia, oltre il quale comincia il territorio appartenente al Comune di Bitonto………….

Questo piano è limitato a sud-est da una catena di colline rocciose, basse e nude, chiamate Murge, composte generalmente da forte roccia calcarea, e seguite sempre per otto miglia da un burrone sinuoso, il quale sembra stato il letto di un torente. La strada è in questo punto cattivissima, e diviene pericolosa, per essere infestata spesso da malviventi.

A questo labirinto, segue il piano di Altamura, dove appare per poco il tufo, per essere sostituito subito dalla forte pietra calcarea, ……….

Lasciando Altamura a sinistra, proseguii il mio viaggio per Gravina, paese baronale della Basilicata, di proprietà della famiglia Orsini.

Lasciata Gravina, prendono la strada per Matera (vedi viaggio di F.S. Salati da Gravina a Molfetta in occasione del suo matrimonio), giunti, vanno ad abitare nella casa alla Giumella.

§ Matera 7 settembre 1786 §

Da Stefano Salati e Raffaella Cassotti nasce un bimbo maschio a cui impongono il nome del nonno Francesco Saverio; con questa nascita Stefano assicurava una discendenza alla famiglia che arriverà fino a chi scrive queste memorie.

Il giorno dopo, come era usanza presso le famiglie di un certo rango, il bambino viene portato in Cattedrale per ricevere il S.to Battesimo impartitogli dallo zio il Rev. Canonico D. Tommaso Salati.

Leggiamone la trascrizione:

Eodem die R.mus D.s Thomas Can.cus Salati dè lic.(enzi)a baptizavit infantem, natum heri hora circit.(er) vigesima termia ex U.J.D.re D.no Stefano Salati, et D.na Raphaela Cassotti Civitatis Molphetiae coniugibus dè Par.(rochi)a S.Petri Cav.(eos)i; cui impositum est nomen Franciscus Xaverius, Emmanuele, Maria, Corradus, Josephus, et Donatus;

Patrinis: U.J.D.re D.no Fabio Mazzei, D.na Lorita Caldone.

Xav.(eri)o Can.co Sacco

Oeconomo Curato[34]

Nel 1787 e 1788 vi fu una grande siccità a Matera, e in altri luoghi, inaudita, e carestia, e si andava ad empire l’acqua nel Jorio abbasso a la Gravina.[35]

Il 3 dicembre 1787, nasce un secondo figlio maschio, lo stesso giorno viene battezzato in Cattedrale; leggiamone la trascrizione nei libri di battesimo:

“Eodem die R.mus D.us Jovanne Alexius Cantor Pizzuti, U.J.D.re dè licentia baptizavit infantem natum hora circiter decima quarta eisdem diei ex Ill.mus Coniugibus D.no Stephano Salati, et D.naRaphaela Cassotti de Par.a S. Petri Caveosi, cui impositum est nomen Thomas, Michael, Franciscus Xaverius, Corradus Maria, Emmauel, et Donatus;

Matrina obstet.e (obstetricae) Seraphina Battaglia, procurator mag.cus D.ni Vincentii Adagni, et D.na Juliae Mariae Picolla Civitatis Montis Albani, ut ex lettera procurationis.

Xaverio Can.co Sacco

Oeconomo Curato.[36]

§ 2 febbraio 1788 §

“A di due febbraiosi tenne Capitolo (in Cattedrale) in cui il Procuratoredell’Offerta D. Giacinto Basile riferì al Capitolo, come il sig.Can.co Salati da più tempo era andato a Pomaricoper sua indisposizione, ma non era nota ad Esso Procuratore nè la di lui partenza, né dimora in Pomarico, acciò non fusse ascritta mancanza di non aver fatto relazione, il tutto fece presente al Capitolo.

Uditasi una tale relazione, si determinò dalli Sig.ri Capitolari, che al Sig. Canonico Salati fussero bonificati, e conceduti giorni quindici(stante la dilui dimora in Pomarico) soliti a concedersi ad ogni altro partecipante Mansionario; ma che li siano levati di porzione quelli altri giorni di più di dimora, e che li fussero restituiti dalli Tabellarii le messe, che ha fatto soddisfare di più in tempo della di lui assenza, e ciò per mantenere illibate le inveterate Costituzioni del Capitolo.

Il Sig. Can.co Salati intervenuto in Capitolo fece presente al Capitolo di non aver egli commesso minima mancanza in prendere la licenza; giacchè prima di partire, ne aveva pregato il Sig. Can.co Grifi, acciò da parte sua avesse fatto noto al Pro.re dell’Offerta la di lui urgente, e necessaria partenza per prendere aria in Pomarico e ristabilirsi dalli suoi incomodi, e molesta malattia.

Di più ne aveva scritto al Sig. Can.co Lo Gallo per lo trattenimento, perché non ancora si era ristabilito; acciò lo avessero fatto noto al Capitolo; onde Sig.ri Rev.mi , pregandovi, da me mancanza, non si è commessa in adempiere il mio dovere, prendendo la solita licenza;sono andato a Pomarico per pura necessità, e non già per spasso; vedono ancora le Sig.rie loro Rev.me le mie attuali indisposizioni, e convalescenza.

A tali suppliche dal Cap.lo si rimise la pena ordinata al Procuratore dellOfferta.

Così si conchiuse.

D. Giuseppe Poma

Cancelliere ordinario.[37]

§ 18 aprile 1789 §

Nasce un terzo figlio maschio a Stefano e Raffaella a cui è imposto il nome del nonno materno “Michele”, leggiamo la trascrizione del battesimo:

Die 18 eiusdem (aprile) R.mus D.us Nicolaus Cantor Adorisio S. Theologie Magister dè lic.(enti)a baptizavit infantem, natum hora circiter decima ex U.J.D.re D.no Stephano

Salati, et D.na Raphaela Cassotti coniugibus de Parrocchia S.ti Petri Caveosi. Cui impositum est nomen Michael, Ignatius, Maria, et Donatus ;

Pat.(ri)ni U.J.D.re D.no Fabio Mazzei, et D.na Lorita Caldone coniugibus.

Xav.o Cano.co Sacco

Oeconomo Curato[38]

§ La rivoluzione in Francia §

Il 5 maggio 1789 si riunirono a Parigi gli Stati Generali, che sotto la pressione dei clubs parigini si tramutarono in Assemblea Costituente, mentre il Re Luigi XVI ignaro degli umori del popolo, nicchiava irresoluto.

Il 14 luglio con lo smantellamento della Pastiglia ebbe inizio la vera e propria rivoluzione.

§ Matera 25 luglio 1790 §

Un grave lutto colpisce la famiglia: dopo lunga malattia ( vedi 2-2 1788) muore il Rev. U.J.D.re D. Tomaso Salati Canonico della Cattedrale e guida spirituale della famiglia; leggiamo la trascrizione dell’atto di morte:

Die 25 eiusdem (luglio 1790) R.mus D. Thomas Salati Canonicus huius Metrop.na Eccl.a Matheranen, U.J.D.re Examinator Synodalis, ac Ceremoniarum Magister, Ill.mi ac R.mi D.ni de Par.a S.Petri Caveosi, morbo apoplettico correptus in comunione S.Ma tris Eccl.e Animam Deo reddidit, Sacrali absolutione, et Estrema Untionis Sacram, ac Indulgentia Plenaria in articolo mortis à dicta Metropolitana Munitus in capax(sic) S.mo Viatico, euis Corpus in dicta sua Ecc.a sepultum est.

Xaverio Ca.co Sacco

Oeconomo Curato[39]

§ Matera 19 dicembre 1791 §

Nasce una figlia femina a Stefano e Raffaella, ad essa viene dato il nome della nonna paterna, Anna Maria;

Leggiamone la trascrizione del Battesimo:

Eodem die(20 novembre) Xaverius Can.co Sacco Economo Curato§

Baptizavit infantem, natum heri hora circit.erdecima octava ex Ill.mis coniugibus U.J.D.re D. Stephano Salati, et D.aRaphaela Cassotti de Parr.a S. Petri Caveosi, cui impositum est nomen Anna, Maria, Elisabeth,Aloysia, et Donata;

Patrinis Ill.mo D.no D. Dominico Antonio Agnata Terrae Rotundellae; et obstet.a Seraphina Battaglia, Procuratore Excellentissime D.a Mariae Magdalenae Carafa Civitatis Neapolis, ut ex littera§.

Xaverius Can.co Sacco

Oeconomo Curato.[40]

§ 1792 §

L’Inghilterra strinse alleanza con le corti di Napoli, di Berlino, di Madrid, di Vienna, deliberò di invadere il territorio francese dirigendosi per la volta di Tolone (Al cui assedio si distinse il giovane generale Napoleone Buonaparte).

Il contingente di Napoli che in tale incontro toccò il genovesato ammontava a 18.833 uomini.

Ferdinando per assicurare la sussistenza di questa sua armata, mancandogli altre risorse, con dispacci del 3 settembre e del 4 ottobre (1792), ricorse all’inchiesta degli argenti si delle Chiese che di privati cittadini possidenti…..La sola Cattedraledi Matera,…..presentò 363 libre, once 3, trappesi 15 di argento puro…..[41]

§ Ottobre 1792.

Il Re di Francia Luigi XVI viene ghigliottinato a Parigi.

§ Matera, 8 novembre 1792.

Alla presenza del notaio Domenico Buongermino di Matera si sono costituiti i Sig.ri:

D. Lorenzo Cassotti della Città di Acquaviva , al presente in questa di Matera….;

E il Sig. Dr. D. Stefano Salati di questa Città di Matera, come marito di D.a Raffaela Cassotti e come Procuratore di D. Michele Feliù marito e legittimo amministratore dei beni di D.a Margherita Cassotti figlie del q.m D. Michele fratello di D. Lorenzo, ed eredi esse D.a Raffaella, e D.a Margherita del cenn ato loro padre col beneficio della legge, ed inventario, come da procura, che per atto pubblico s’inserisce, il quale age ed interviene nel nome già detto alle cose infrascritte…..

Esse parti asseriscono, come il fu il D. Michele Cassotti andava Creditore di D. Lorenzo suo fratello in docati 200 di capitale datogli a 31 luglio 1757 alla ragione di carlini 26 %, come da istrumento stipulato dal fu notaio Antonio Urso di Acquaviva, per lo quale capitale essendo decorsi anni 35 dal tempo che fu costituito, non essendosi pagate le annualità di docati cinque, e carlini due l’anno, son maturate le terze sino all’ultimo di luglio del corrente anno ducati 182, che si dovevano al d.o fu D. Michele, e si devono oggi alle sud.e D.a Margherita, e D.a Raffaele Figlie, ed Eredi..

In oltre nell’anno 1758 tra d.i Fratelli D.Lorenzo, e D. Michele ci nacque convenzione tra loro, in cui D. Michele cedè molti beni stabili, e capitali a favore di D. Lorenzo, con patto speciale, che per l’importo di essi se ne addossava a proprio peso l’equivalente di altri tanti debiti istrumentari, tra quali il terzo del capitale di 2.000 colle sue che essi dovevano, come Eredi del Padre e Sig.ri Fratelli de Martini duchi di Lanarica della Città di Altamura come da istrumento. E non avendo curato D. Lorenzo di soddisfarlo, anzi cresciute le annualità, per le quali d.i Sig.ri de Martini, ne rescrissero il contratto,……………..

Presenti mag.co Antonio Campagna Regio Giudice ai Contratti, D. Gasparo Campagna, D. Pietro Enselmi, D. Vincenzo Rizzi di Matera.[42]

§ Bari 11 novembre 1792.

Alla presenza del Notaio Bernardo Lopez di Bari il sig. D,. Michiele Feliù e la Sig.ra D.a Margherita Cassotti, legittimi coniugi, nomiano D. Stefano Salati loro procuratore per farsi rappresentare nel predetto atto. [43]

§ Matera, 5 febbraio 1793.

Alla presenza del notaio Domenico Buongermino si sono costituiti i signori:

Dr. D. Stefano Salati Patrizio di questa città di Matera e Marcantonio Pisciotti di questa istessa città.Il dr. Salati asserisce di avere tre vigne in contrada della Matina, una piccola di centinaia tredici circa che attaccata con Pantaleo Tortorelli rende al Venerabile Monastero dell’ Annunziata carlini due l’anno, nella contrada della Noce ha un’altra vigna di centinaia 26 circa, che è vicino alle vigne di Michele Massumino ed è franca di ogni censo, peso, e servitù, la terza in contrada del Carosello di centinaia 40 circa, confina colle vigne del Notaio D. Liborio Cipolla e gli eredi di Sanico, anch’essa franca e libera da ogni censo e servitù.

E avendo Esso Dr. Salati risoluto vendere d.e tre vigne, si fece sentire esso Marcantonio di volerle comprare, ed avuto colloquio tra di loro, si sono convenuto di comprarsi esso marcantonio le sud.e tre vigne nella sud.a contrada della Matina nella sola superficie essendo renditizia al d.o Monastero della SS. Annunziata, a cui si obbliga di pagare la rendita sud.a in ogni anno in pace, e le altre due della Noce, e Carosello la superficie non solo, ma anche il terreno ch’è proprio di Esso sig.r Salati per docati 137 argento così tra loro convenuto, accordato, e transato senza perizia di alcuno e senza compasso, perché così ha piaciuto loro, e si sono accordati, de quali pagandone esso Pisciotta docati 50, gli altri docati 87 pagarli fra lo spazio di quattro anni incominciando da oggi……..in docati 21, e grana 75 l’anno, e quando più presto verrà, con pagarne scalarmene ad esso Don Stefano l’interesse alla ragione del 5% argento, ed il primo anno pagare docati 4, e grana 35, e poi scalando anno per anno conforme anderà soddisfacendo il capitale, con averlo esso D. Stefano accordato ad esso Pisciotta anche la dilazione, qual’ora non potesse in qualche anno pagare il capitale con esser contento della soddisfazione delle sole terze scalarmene come sopra si è detto, rimanendo durante il pagamento sud.o del narrato capitale di docati 87, le vigne sud.e specialmente ippotegate, ed obligate, e generalmente tutti gli altri averi di esso Pisciotta, e conforme andrà soddisfacendo il narrato capitale, notarsi alla margine del presente istrumento, per cautela dello stesso………..

Presenti: Mag.co Antonio Campagna Reg. Giud. a Contratti, D. Giovanbattista Lo Gallo, mag.co Vincenzo Festa, e Francesco Paolo Barbaro di Matera.[44]

§ 1793 §

La regina di Francia Maria di Lorena viene ghigliottinata a Parigi.

§Matera 9 febbraio 1793.

Quietanza fatta dal R.mo Capitolo della Cattedrale in beneficio del Dr. D. Stefano Salati.

J.M.J.

Alla presenza del notaio de Suricis si sono costituiti li Sig.ri Rev.di Sacerdoti:

D. Nicola Arciprete Adorisio, D. Domenico Cantore Sarra, Can.co D. Ignazio Turi, Can.co D. Francesco Torricelli, e D. Giannmaria Gattini Deputati del Rev.mo Capitolo della Cattedrale Chiesa di questa Città di Matera, e D. Pasquale Scarano Proc.re Gen.le dell’ istesso Rev.do Capitolo. Li quali consentendo pria in noi a quest’atto, agendo ed intervenendo alle cose infrascritte per loro stessi, e successori dell’ istesso Rev.mo Capitolo, spontaneamente asseriscono, à 28 del mese di ottobre dell’anno 1768, dal q.m Can.co D. Tommaso Salati fu fatta vendita dell’annuo censo consegnativi di carlini 25 a beneficio del summentovato Rev.mo Capitolo della Cattedrale Chiesa per il Capitale di ducati 50 alla ragione del 5%, col patto di affrancare quandocumque, in virtù di pubblico censuale istrumento rogato per mano del q.m Not.o D. Vito Nicola lo Savio di questa med.ma Città…….

E perché sono stati richiesti da me infrascritto Notaro in nome, e parte del D.r D. Stefano Salati fratello del sud.o q.m Can.co D. Tomaso Salati per la retrovendita, e rinfranco dell’annunciato annuocenso, conoscendo non potersi per esenzionedel pred.o patto di affrancare, quodocumquae evitate d.o rinfranco; quindi è che oggi li riferiti Arciprete D. Nicola Adorisio, Cantore D. Domenico Sarra, Can.co D. Ignazio Turi, Can.co D. Francesco Torricelli, e D. Gianmaria Gattini, Deputati del Rev.mo Capitolo della Cattedrale Chiesa………retrovendono,…….. ed affrancano al summentovato D.r D. Stefano Salati assente , e per me Not.ro stipolante li pred.i annui carlini 25 del censo consignativo, che come sopra da d.o Can.co D. Tomaso Salati fu costituito a prò del mentovato Rev.mo Capitolo assieme colle ragioni ed intiero stato.

E ciò per l’istesso Capitale di ducati 50, quali li ricevono……..

I sig.ri Capitolari si ritengono soddisfatti in tutto rilasciano quietanza per le somme avute e liberano i beni della famiglia da ogni peso, censo, e ipotega.

Presenti: il Notaio D. Ignazio de Suricis,il Reg.o giudice ai Contratti G. Caputi e testimoni.Pietro Martire Fortunati, e Vincenzo Festa tutti di Matera.[45]

§18 giugno 1794, eruzione del Vesuvio e piove cenere per il Regno. [46]

§ Ai primi del 1794 fu scoperta una vasta congiura contro i Borboni; furono processati 50 cospiratori, ma, nonostante la strenua difesa del grande penalista lucano Mario Pagano, tre giovani: Andrea e Vincenzo Vitaliano di anni 19 e 22, ed Emanuele De Deo di 20, furono impiccati e molti altri esiliati; ( Questi fatti avvennero a Napoli).[47]

§ 16 novembre 1794,

In casa Salati nacque una bambina a cui Stefano e Raffaela pongono il nome di Maria Lorita, fu battezzata dalla levatrice in imminente pericolo di vita.

Fu chiamata Maria Lorita per riguardo a Lorita Caldone, figlia pupilla di Stefano, e moglie di D. Fabio Mazzei.

Riportiamo di seguito la trascrizione dell’avvenuto battesimo nei libri della parrocchia della Cattedrale:

Die 16neiusdem R.mus D.s Dominicus Antonius Sarra Archipresbiter sub conditione baptizavit infantem ab imminens vitae periculum baptizata in domi a Nunzia M.a Contini non rite ..instructa, natam circa hora extam noctis ant.s ex Coniugibus D. Stefano Salati, et D.a Raphaele Cassotti de Parrocchia S. Petri Caveosi, cui impositum est nomen Maria Lorita Bruna, et Donata;

Patrini V.o D.nis Ill.mis Patritiis Blasio Pomarici, et Maianna Giura Coniugibus.

Dominicus Ant.us Archi.ter Sarra.[48]

§ Matera, 21 marzo 1795.

Con questo atto di vendita Stefano Salati si disfa dei beni che la famiglia possedeva in Pomarico quale eredità di sua nonna D.a Caterina Giannulli.

Alla presenza del notaio Domenico Buongermino si sono costituiti il Rev.do D. Tomaso Arciprete Pizzolla della terra di Pomarico……

Ed il mag.co Giovanni Massarotti dell’istessa Terra di Pomarico;

Il D.r D. Stefano Salati Patrizio di questa Città di Matera il quale age, ed interviene alle cose infrascritte per se, suoi Eredi e Successori……..

Essi Sig.ri Salati, e Pizzolla asseriscono di loro spontanea volontà, qualmente esso Sig. salati, quale Erede di D. Francesco Salati suo Padre ha possiede per l’Eredità della fu D.a Caterina Giannulli la terza parte di una casa palazziata in essa terra ristante in contrada Guardiaspesa; La terza parte di una Cantina in contrada La Portauova; La terza parte delle terre in Contrada delle Fontane e la terza parte delle Vigne in Contrada della Salsa pervenute per la morte di essa Caterina, che fu madre di esso D. Francesco Salati, unico Figlio.

Ha posseduto, e possiede esso Salati, come Erede di D.a Porfida Giannulli (sorella di Caterina) un’altra terza parte di d.a casa palazziata, di d.a Cantina, delle sud.e Vigne, e delle cennate Terre, che furono dotali di essa D.a Porfida, che non procreò figli, e ne rimase erede il predetto D. Stefano, come da testamento rogato per Not. Gabriele di Primo di d.a Terra.

E finalmente Esso Salati essendo stato istituito Erede della felice memoria di D. Tomaso Giannulli ( V. testamento per mano del Not. Ludovico Parra del 10/7/ 1756) sopro l’ultima parte di d.a casa palazziata, della sud.a cantina, vigna alla Salza e terre alle Fontanelle con tutti gli altri suoi beni, fra i quali il Giardino vicino a quello dell’ Illustre Barone, e che attacca con quello di D. Attanasio Pantaleo dalla parte di sopra, con D. Giuseppe Pepe, col Rev.do Capitolo, e con Angelo Antonio Soria, ed altri, ma con condizione che ne fusse stata erede usufruttuaria la q.m D.a Orsola Giannulli, e dopo la morte della stessa Erede proprietario esso D. Stefano Salati come da testamento stipulato qui in Matera per mano del Regio Notaio Ludovico Parra, a cui si fè il caso della morte di esso D. Tomaso Giannulli, ed esso Salati adempiendo alli legati lasciati dallo stesso, rimase a godere l’usufrutto dei beni sud.i alla cennata D.a Orsola giannulli non solo ne beni appartenentino alcun modo D.Tomaso, ma in quelli ancora della fu D.a Caterina ( sua madre) , e D.a Porzia, per non esser divisibili, non si curò, che l’usufruttuaria avesse fatto l’inventario dei mobili, ne dei stabili, ne che avesse data plagerai dei beni utendo, et fruendo.

Passò ancora all’altra vita essa D.a Orsola Giannulli dieci anni addietro, e ritrovandosi presso di lei suo nipote D. Tomaso Arciprete Pizzolla si è contentato esso Salati, che il med.mo goduto avesse finora i sud.i beni, e per l’amore ch’egli ha portato esso Salati si contentò solamente farsi dichiarare Erede dallo Zio, e farsi mettere in possesso di d.i beni, ma gli ha lasciati godere sin oggi a d.o Arciprete in pace, e senza veruna controversia.

Frattanto è accaduto, che dimorando solo esso Arciprete in d.a casa palaziata fu nei scorsi mesi assalito da gente armata, e rubato, e per puro miracolo dell’Onnipotente se vi lasciò la vita, e che all’incontro casato per la seconda volta esso D.r Salati abbia procreati figli in costanza di legittimo Matrimonio.

Quindi per lasciare più in dubbio la vita di esso Arciprete in mano di una vecchia serva estranea non anche per cautelare, prevedere ogni litigio che potrebbe nascere sopra li d.i beni colla morte di esso D.r Salati o del sud.o Arciprete, che lontano sia, sono venuti alla sottoscritta convenzione.

· Primieramente dichiara esso D. Tomaso Arciprete Pizzolla, che tutti i soprascritti beni da lui sin ora posseduti li abbi tenuti precario nomine da esso D. Stefano Salati a cui tutti appartengono, e che padrone sia di disporre come li piaccia, e piace, ed a suo talento anche di tutti i benefici che si trovano fatti per esso Arciprete, mentre li ha posseduti per circa dieci anni contiuni senza che ne avesse pagato affitto o contribuzione alcuna, ma per amore, ed affetto che gli ha portato esso sig. Salati. Al quale effetto è venuto lo stesso D.r Salati a convenzione col cennato mag.co Gio. Massarotti Marito di Maria de Sanctis nipote di esso Arciprete, con cui può convivere, e coabitare di vendere tutti i soprascritti beni, cioè Casa palaziata in Contrada Guadiaspesa, la Cantina in Contrada la Portauova attaccata a quella di Caterina Perrini, le terre in Contrada delle Fontanelle, che circuì circa gira il gran vallone di essa terra, e che attaccata colle terre di D. Antonio Fiorentino, ed il Giardino vicino all’orto del Barone che attacca come sa con questa legge, e convenzione.

· Che debba esso sig.r Arciprete Pizzolla rimanere nella stanza di d.o Palazzo durante la sua vita e la dimora in essa terra, al cui effetto non debbe rimanere apprezzato, o pure apprezzandosi, non computarsi in prezzo ad esso Massarotti, ma dopo la morte di esso Arciprete, che sia lontana, o assenza da d.a Terra, pagarla ad esso Salati, suoi Eredi, e Successori.

· In secondo luogo vuole esso Salati, che la vigna rimasta alla Salza dell’intera Eredità fu per esso Salati venduta a 30 Decembre 1774 a Felice Pizzolla per docati 55, e ne dovea pagare carlini 33 l’anno di censo, come per istrumento stipulato per mano mia,ma non avendo il Felice pagato alcun annopassò in mano ad esso Arciprete che anche precario nomine l’ha tenuto fin’ora. Vuole Esso D.r salati, che la goda esso Sig. Arciprete anche durante la sua vita e la sua permanenza in d.a Terra senza peso alcuno,ma dopo la sua Morte o assenza, si abbia per venduta ad esso Massarotti, e ne pagherà l’importo ad esso D.r D. Stefano Salati, suoi Eredi e Successori.

· Terzo, che tanto la Casa Palazziata, quanto la cantina debbano apprezzarsi da Mastro Antonio Porcellini Perito eletto di consenso da esse parti, al sentimento di cui promettono stare e non controvenire per qualunque motivo,causa o ragione. Il Giardino, apprezzarsi dal Perito di campagna Giuseppe Pontone eletto anche di consenso da esse Parti; E le terre apprezzarsi dal mag.co D. Prospero Pizzolla anche Perito eletto di consenso delle parti, alla determinazione dei quali si contentono acquistare.

· Quarto, promette esso mag.co Giovanni Massarotti di pagare ad esso Sig.r Salati, fatto rarà l’apprezzo, quella somma che si troverà pronta da pagarsi ad esso sig.r Salati , ed il rimanente pagarlo in due tanne per quanto gli riuscirà comodo costituendosi in capitale. E per ragione di frutti compensativi promette, e si obbliga esso Massarotti di corrispondere ad esso Sig.r Salati il 4% secondo andrà estinguendo il capitale, estinguersi l’interesse, franco d.o interesse da peso di Catasto, e di ogni altra imposizione………

Presenti: m.co Giovanni Caputo Reg.o Giudice ai Contratti, m.co Saverio Giugliano, M.ro Rosario Domenico La Cerchia, e Rosario Dom.co Monaco di Matera, Testimoni.[49]

§ Matera 23 aprile 1796§

Convenzione fra il D.r D. Stefano Salati e Francesco Montemurro

J. M. J.

Costituiti alla presenza del Notaio Ignazio de Suricis il D.r Sig.r D. Stefano Salati Patrizio di questa Città di Matera, il quale egge ed interviene alle cose infrascritte per se suoi Eredi e Successori.

E Francesco Montemurro della med.a Città il quale parimenti interviene per se suoi Eredi e Successori.

Il Francesco Montemurro spontaneamente asserisce, come essendo la sua professione di pecoraio, e tiene a suo conto pecore numero 50, che da se li custodisce, e ne ritrae il frutto, per cui mantiene se, e sua famiglia, ha pensato di crescere il numero di esse, e comprare nella fiera di Stigliano qualche numero competente di capre, per poter meglio vivere, e sostenersi, ma non avendo il denaro contanti per poter adibirlo nella compra, per ciò ha pregato esso sig.r D. Stefano Salati di darle docati 50 a questo fine perché gli avrebbe somministrato la metà del lucro, che potrebbe ricavarsi da d.e Capre, e lo stesso è condisceso somministrarle deta somma di docati 50, ma però colli seguenti patti e condizioni:

· Primo, che debba esso Salati dare i docati 50 prontamente, e quelli intieramente esso Montemurro impiegarli nella compra di d.i animali, e somministrare ai med.mi esso Montemurro la custodia non solo, ma la guardia, ed il pascolo per tutto il mese di Agosto del corrente anno 1796, e quanto rimanente bisogna a d.i animali, perché sempre salvo sia il capitale sud.o.

· Secondo, debba obbligarsi esso Montemurro di restituire ad esso Sig.re D. Stefano Salati d.i Ducati 50 capitale a 10 del venturo mese di Agosto corrente anno, e somministrare al med.mo la metà del lucro, che ci si trova in pace e senza veruna eccezione.

· Terzo, che soddisfatto d.o Sig. D. Stefano Salati, ne il capitale, e ne la metà del lucro,,tutti gli animali predetti debbono restare alla libera disposizione di esso Francesco Montemurro, e non averci altro da pretendere.

· Quarto, che qualunque danno potesse succerede a d.i animali,sempre il Capitole sud.o di docati 50, debba essere salvo ad esso Sig. D. Stefano Salati, e che debba rimanere cautelato sopra gli animali sud.i, nemmen che si coprano, ma anche sopra de suoi propri, perché così si sono convenuti, e non altrimenti………

Stipulato da me N.ro Ignazio de Suricis, presenti il Regio Giud.e ai Contratti Antonio Campagna, e Testimoni: il Sig.r D.Tomaso Basile, Rev.di Baldassarre Giaculli, e Michele Tataranni tutti di questa Città di Matera.[50]

§ Matera 10 agosto 1797 §

Si registra la nascita del quarto figlio di Stefano Salati e Rafaela Cassotti, è un maschio a cui verrà imposto il nome di Tomaso, il primo figlio con questo nome deve essere morto.

Legiamone la trascrizione del Battesimo dai libri della Cattedrale di Matera:

Die 10 eiusdem R.mus D.s Franciscus Paulus Cantor Volpe de licentia Baptizavit infantem, natum hora 6 noctis precedentis cum dimidio circiter ex Coniugibus U.J.D.re D.s Stephano Salati, et D.a Raphaela Cassotti de Parrocchia S. Petri Caveosi, cui impositum est nomen Thomas, Laurentius, Donatus, et Corradus;

Patrinis D.us Baltassarre Pecilli, et D.a Seraphina Cutaneo.

Dominico Antonio Archipresbiter Sarra[51]

§1798 – 1799 §

Nell’ottobre 1798 Il Generale ( francese) Champinet entrava in Roma, imprigionava il vecchio Papa Pio VI, lo mandava a morire a Valenza, ed instaurava la Repubblica Romana.

Ferdinando IV, ravvisando un pericolo per il Reame,ordinò che il suo esercito raccolto frettolosamente marciasse su Roma, ove entrò il 27 Novembre.

Ma il Generale francese riordinò il suo esercito, forte di 16.000 uomini, assalì i napoletani, li sconfisse ed inseguì fino al confine, che passò agevolmente e giunse ai pressi di Napoli (In dicembre 1798).

Il Re con la famiglia riparò in Sicilia, abbandonando la Capitale all’eroica difesa dei lazzaroni, che seppero opporre agli invasori una gloriosa resistenza, che giunse a colorarsi di autentico eroismo.

Il 13 Gennaio 1799 Champinet entrò vittorioso in Napoli e vi proclamò la Repubblica Napoletana.[52]

§ 13 Gennaio 1799 §

La Repubblica Napoletana

Championet, domata la resistenza popolare, il 13 Gennaio 1799 entrò vittorioso in Napoli e vi proclamò la Repubblica Napoletana o Partenopea, costituendo un Governo provvisorio di 25 cittadini, tra i quali Francesco Mario Pagano Presidente, il Logotenent, Forges Davanzati, Giuseppe Leonardo Albanese ed altri.[53]

§ Matera 7 Febbraio 1799 §

Venne la posta francese con l’avviso d’essersi democratizzato Napoli, con gli ordini del generale Championet che i luoghi del Regno si fossero parimenti organizzati in repubblica sotto il direttorio di Napoli, e dipendenza da Francia.

A 7 Febbraio comunicati in Matera gli ordini, alli 8 furono dal Tribunale obbligati a mettersi le coccarde tricolori, cioè blò, giallo, e rosso sotto pena di carcerazione.

Si situò in piazza l’arbore di libertà colla fascia tricolore, e coppola sulla sommità del cipresso a 9 di esso mese.

Si cassarono per odine le insegne, imprese ed emblemi Reali, e fino la statua del Re Cattolico Carlo III che a cavallo era situata sopra del Sedile si fece demolire.

A 10 dello stesso si convocò pubblico Parlamento avanti al largo del Monastero della Annunziata per la elezione dei rappresentanti della Municipalità……….e malgrado i maneggi fatti, procurando anche di notte, per mezzo di Francesco Andrisani, e Benedetto Dragone, specialmente il Duca Malvinni, delle nomine e voci per riuscire Presidente, con furore di popolo, coll’intervento del Tribunale, e di più pretensori Galantuomini, ed Avvocati, e colla massima irregolarità, furono nominati eletti quelli che senza bussola ( ma chi più gridava nominava e faceva confirmare) non vi avevano fatta menoma parte eccetto che pochi.

Infatti fu eletto per Presidente il Dr. Fabio Mazzei, per Giudici di Polizia Dr. Liborio Curaro, Dr. Arcangelo Copeti, Giovanni Volpe.

E negli altri rispettivi Comitati, in quello di Economia Emanuele Griffi, Michele Torrio, Pasquale Meo; di pubblica educazione Can.co D. Francesco Pizzilli, Can.co D. Gregorio Jacovone, D. Giuseppe Copeta; di Civiche finanze Dr. Onorio Festa, Giuseppe Passerella,Eustacchio Petrino; di Guardia Nazionale Giuseppe de Nittis, Pietro Moliterni, Pietro Santarcangelo, Can.co D. Nazario de Suricis Segretario; Giudici di Pace Alessandro del Monte, ed Emanuele Mazzei (nipote di Fabio).[54]

§ La riconquista del Regno da parte del Cardinale Ruffo.




Il Malvezzi e seguaci indispettiti eccitavano il popolo alla controrivoluzione.

Erano animati da segreti messaggeri del Cardinale Ruffo, che 8 Febbraio era sbarcato in Calabria e aveva iniziato la marcia dei Sanfedisti.

Ai primi di Marzo si era sparsa la voce che il Cardinale era entrato a Monteleone e che le popolazioni lo accoglievano festanti, infoltendo l’esercito liberatore.

A queste notizie il popolo sobillato dagli scontenti e dai Borbonici, insorse e il 6 Marzo sotto gli occhi della guardia civica prezzolata e venduta alla consorteria nobilesca, tagliò l’albero della libertà fra grida di gioia e colpi di fucile.

Il 7 Marzo 1799 fu convocato il parlamento generale e elessero sindaco il Duca D. Giulio Malvinni, capo eletto D. Baldassarre Pecilli, e per eletti D. Giuseppe Cipolla, D. Fabio Mazzei, Emanuele Grifi, Michele Torrio, furono anche eletti Pasquale Carozza, Tomaso Sacco, e Francesco Saverio Schiuma, e rimase lo stesso Cassiere Antonio Paulicelli.

Cominciò allora l’anarchia, birri e popolo si diedero a rubare e saccheggiare, a invadere terre e a estorcere danaro ai facoltosi, alcune famiglie furono costrette a lasciare Matera.

Sotto accusa di giacobinismo furono carcerati parecchi, tra i quali il Caporuota, il Preside Raimondo Blanc e l’avv. Fabio Mazzei coin il nipote Emanuele fuggirono ad Altamura; all’alba dello stesso giorno l’Arcivescovo Cattaneo, simulando la solita cavalcata mattutina, senza avvertire i familiari, prese la via per Napoli.

Già questi tre per lettera erano stati minacciati di decapitazione. Il Vicario D. Martino Morano indisse una funzione in Cattedrale e predicò contro la repubblica e in favore della restaurazione monarchica.

I preti e i frati si scoccardarono e il popolaccio continuò a saccheggiare e a rubare.

Il giorno del 4 Maggio 1799dalla strada dei Cappuccini venne con numeroso esercito, e rispettabile artiglieria il Cardinale D. Fabrizio Ruffo, Vicario Generale di S.M., e fu ricevuto processionalmente da tutti li Capitolo, e Monasteri sotto il paglio da Gentiluomini invitati dall’Università e separatamente gli amministratori, e Tribunale andiedero ad uscire all’incontro con carrozze, prima entrò nell’Arcivescovado, ove con spari e musica si cantò il Te Deum, e si fè l’esposizione del Venerabile; e si ritirò in casa del Sindaco D. Giulio Malvinni, che con impegno preventivamente l’avea invitato; diede udienza coll’Ispettore fratello Commendatore, ricevè suppliche, diede provvidenze, prese l’Ispettore informi segreti per Matera, e Municipalità; e volle sentire più testimoni anche per il cavallo, e la statua del Re Cattolico tolta di sopra il Sedile, e si informò anche del Preside sull’onor suo.

La sera del 7 maggio venne l’altro S. Altezza di Cesari Commissionato (Gen. De Cesare) parimenti, e fu in casa di D. Giovanbattista Ferraù e dopo visitata l’artiglieria il buon mattino del 9 Maggio 1799 tutta la truppa unita del Cardinale, di S. Altezza, ed altri, in circa 10.000, anche de materni andiedero ad assediare Altamura, ed infatti la mattina del 10 Maggio fu presa con bombe e cannoni………..[55]




Il cammino del Cardinale Ruffo

Caduta Altamura molte città si “Regolarizzarono”; Palazzo S. Gervasio e Genoano rifiutarono e furono domate da una divisione di calabresi di stanza ad Altamura.

Il Cardinale il 27 era a Spinazzola, e di la continuò il rastrellamento dei repubblicani.

Lasciò soldati e comuni a Matera, che restò in custodia alla Guardia Civica composta da 100 uomini comandati da Arcangelo Pomarici e da Antonio Cipolla.

Mentre avvengono questi fatti, la Basilicata è in fiamme, si combatte a Grottole, a Pescopagano, a Potenza, ad Svignano, a Muro.

Melfi è espugnata il 20 Maggio e mentre il grosso dell’esercito prosegue per Napoli, nelle campagne Lucane continua la guerriglia che degenera in brigantaggio.

Il 13 di Giugno il Cardinale giunge a Napoli.

La teppaglia si scatenò come un branco di tigri sui giacobini che considerò sua preda, quindi si arresero i castelli, eccetto S.Elmo che si arrese il 20 Giugno.[56]

Il 21 la notizia arrivò a Matera e si fecero feste con il Te Deum in Cattedrale; il 27 venne la prima posta, dopo il silenzio di più mesi, cioè dal mese di Febbraio 99.

In Napoli molti Giacobini furo carcerati, altri imbarcati su legni inglesi furono esiliati, altri salirono sulla forca, i nobili furono decapitati nella piazza del Carmine.

La truppa francesespogliata delle armi fu fatta imbarcare su legni inglesi e rimpatriata.

Tra i condannati era il fior fiore dell’intelligenza, della cultura,e della nobiltà del Regno: Ettore Carafa, il Generale Oronzio Massa, il medico Domenico Cirillo, lo storico Conforti, la Poetessa Eleonora Pimentel de Fonseca……

Tra gli impiccati sulla piazza del Caemine furono i lucani: Nicolò Carlomagno di Lauria,Felice Mastrangelo di Montalbano, Nicolò Fiorentino di Pomarico,il P. Michele Granata di Rionero, Cristofaro Grassi di Lagonegro, e il dottissimo Mario Pagano di di Brienza, che aveva redatto il progetto di costituzione della Repubblica.

Tomaso Pedio scrive che i rei di stato in Lucania furo 1.307; tra questi molti frati e preti.

A matera fin dall’Aprile 1799 il Can.co De Pico aveva aperto un’inchiesta per individuare i nostri giacobini.

Non ne aveva trovato traccia, salvo Mons.Cattaneo, reo di essere sfuggito alla decapitazione minacciatagli, e l’onesto avv. Fabio Mazzei[57]

§ Matera, 5 Ottobre 1799 §

Muore “ di repentino morbo ”, nell’avita casa di via della Giumella 29, l’U.J.D.re D. Stefano Salati, Patrizio Materano, lascia la moglie D.a Raffaella Cassotti e i suoi quattro figli, tutti in tenera età.

Con la sua morte viene a mancare il pilastro principale della famiglia, colui che, dopo numerosi sacrifici, aveva dato una posizione socale e lustro ai suoi componenti.

Fu sepolto nella Chiesa Cattedrale, ove ho trovato la trascrizione dell’avvenimento nei libri dei defunti:

Die eodem (giorno 5) D.us Stephanus Salati vir D.nae Raphaelis Cassotti de Par.a (Parrocchia) S. Petri Cav.si anno aetatis suae 80 circiter repentino morbo perculius Animam Deo reddidit, eius corpus in hac Metrop.(olita) na Eccl.(esi)a sepultum fuit, et stola lata a Rev.mo Dominico Antonio Archipresbiter Sarra.

Dominico Antonio Archipresbiter Sarra.[58]

§ Matera 27 Dicembre 1799 §

Venne a Matera il Visitatore Generale, che fu D. Giuseppe Maria Valva, Cavaliere Chiave d’Oro, e il suo Assessore Consigliere D. Crescenzo de Marco con più Officiali, che alloggiarono in S. Domenico, visitarono Matera, e presero informazioni dal Segretario Criminale, D. Liborio Manichini, e D. Gaetano Lanzardo, furono rubricati (incriminati) solamente D. Fabio Mazzei che aveva chiamato per iscritto i Francesi a Matera quando era Presidente della Municipalità; D. Liborio Cufaro per aver parlato in favore dei Francesi, D. Antonio Lena Santoro, e D. Gennaro Passatelli, che quando furono Sindaco e Capo Eletto fecero togliere dalla piazza del Sedile la statua a Cavallo del Re Cattolico Padre di Re Ferdinando IV.

Hanno dovuto essi presentarsi spontaneamente furono arrestati, e con essi anche l’Arcivescovo Cattaneo e imprigionati nelle carceri di S. Francesco; L’Arcivescovo ne fu liberato dal furore popolare dopo 24 ore, i Munipalisti furono prosciolti perché eletti dal popolo.[59]

Nonostante il suo lealismo monarchico, Matera diede alla causa Repubblicana le sue vittime, anche se incruente: l’Arivescovo Cattaneo, l’avv. Fabio Mazzei, Liborio Curari, Antonio Lena Santoro, e Gennaro Passatelli.[60]

Capitolo III

§ 23 Aprile 1800 §

Nel 1 Maggio 1801 si pubblicò in Matera la pace tra il Re di Napoli e la Nazione Francese con feste, essendovi anche qui porzione di essi soldati di permanenza.

A 1 Ottobre 1801 si pubblicò la pace tra l’Inghilterra e la Francia.

Alli 10 Agosto 1801 partirono molti francesi da Matera a fare permanenza in Altamura, e dentro il Convento di S.Domenico di Matera vi rimase solamente una partita con un comandante, il transito fu però continuo; ma finalmente nel dì 1 Maggio 1802 se ne andiedero tutti per i loro luoghi imbarcandosi in Taranto, ottenta la pace generale, dopo essersi sofferti tanti pasi, tasse,imposizioni, reddizioni e revisioni dei conti.

§ A 26 Giugno 1802 da Palermo il Re Ferdinando IV ritornò a Napoli, siede alla Favorita (villa di Ercolano) e nel giorno 27 entrò a cavallo da conquistatore.

La Regina poi Maria Carolina si ritirò in Napoli alle ore 10 a 17 Agosto 1802. [61]



[1] A.S.M. –Protocolli del noaio Saverio Torricelli – Coll. 570 – pag. 91- 95 ter. – La copia dell’originale è nella cartella n.5.

[2] A.S.N. Cappellano Maggiore –Fascio 1193- inc. 41- fogli 1r.-8r- La copia dell’originale è nella cartella n.4.

[3] A.S.M. Protocolli del Notaio S.Torricelli Coll. 570 pag. 196-201 – La copia dell’originale è nella cartella n.4.

[4] A.S.M. –Prot. Notaio Saverio Torricelli di Mt. Coll.ne 570 da pag. 145 tergo a pag.149v.- La copia dell’originale è nella cartella n. 4.

[5] A.S.N. Collegio dei Dottori Fascio 94- fascicolo 101- f.1r – 4r. – La copia del documento è nel raccoglitore n.1.

[6] A.S.M. –protocolli del Notaio V.N. Lo Savio – Col…..

[7] A.S.M. – protocolli del Notaio F.P. Misuriello Coll.ne 457 – fl.11t.-12t-

La copia dell’originale è nella cartella N° 5.

[8] A.S.M. Protocolli del Notaio Saverio Torricelli – Coll.ne 572 da pag. 151 a 154.

La copia dell’originale è nella cartella n° 4.

[9] A.S.M. Prot. Notaio Domenico Buongermino – Coll.ne 816.

La copia dell’originale è nella cartella 6.

[10] -Notizie della città e di Cittadini di Matera- di Arcangelo Copeti , a cura di Mauro Padula e Domenico Passerelli- pag. 179.

[11] Tale compera è inserita con l’atto che segue del 10-4-1774 nella cartella n. 4.

[12] A.S.M. Prot. Notaio D. Buongermino – Coll.ne 816 – pag. 37t – 39t.

La copia dell’originale è nella cartella n. 4.

[13] Arcangelo Copeti – o.c. pag. 179-

[14] A.S.M. Prot. Notaio C.Pizzilli – Coll.ne 727 – pag. 243 a 248-

La copia dell’originale è nella cartella n.4.

[15] Con quest’atto Stefano si è tolto un altro debito contratto dal Padre Francesco, ma pur annunciandone la morte non dice quando e dove sia avvenuta.

ASM- Protocolli del notaio Carmelo Pizzilli –Coll.ne 730 fol. 346 –352-

La copia dell’originale è nella cartella n.4.-

[16] ASM. Protocolli del Notaio Carmelo Pizzilli – Coll.ne 730 –da pag. 51t. a pag. 54t.

La copia dell’originale è nella cartella n.4.

[17] ASM. Protocolli notaio Pizzilli- Coll.ne 5730 da pag. 142 a 147.

La copi dell’atto è nella cartella n.4-

[18] ASM. – Prot.lli Notaio Antonio Schiamone – Coll.ne 742 da pag. 117t a 119t.

La copia dell’originale è nella cartella n. 4 .

[19] ASM. – Protocolli del Not. De Suricis di Matera – Coll.ne n. 872, da pag. 35t a pag. 37.

L’originale in copia è nella cartella n.4.

[20] Gesù. Maria. Giuseppe.

[21] ASM.- Protocolli Notaio Ignazio de Suricis – Coll.ne 872 – da pag. 85 a pag. 90t.

La copia dell’originale è nella cartella n. 4.

[22] ASM. Protocolli del Notaro Ignazio de Suricis – Coll.ne n. 872 – pag. 1t –4.

La copia dell’originale è nella cartella n. 4.

[23] 96 Da Arcangelo Copeti –Notizie della Città e di Cittadini di Matera – a cura di Mauro Padula e Domenico Passatelli. – pag. 179.

[24] A.C.C.M. Conclusioni Capitolari anno 1780- la carica di procuratore durava tre anni-

La copia dell’originale è nella cartella n.6.

[25] Da Arcangelo Copeti-o.c. – nota 96.

[26] - Carlo Ulisse de Salis Marschlins – nel Regno di Napoli – Viaggi attraverso varie province nel 1789 – a cura di Tommaso Pedio. Pag. 36 - 37.

[27] -ADM (Arch. Diocesano di Molfetta) Parrocchia di S. Corrado – libri matrimoniali – 1785 pag.3.

[28] -V.s. - libri battesimali anno 1761- la copia dell’originale è nel 1° raccoglitore.

[29] - Touring Club Italiano – Città da scoprire – Giuda ai centri minori – Italia meridionale e insulare – Vol. 3 – pag. 139.

[30] ASN.- Catasto Onciario di Acquaviva – Fascio n. 8557.

[31] ASN. Catasto conciario di Acquaviva - Fascio 8565

[32] ASN. –Catasto conciario d’Acquviva – F. 8557.

[33] A.S.B.(Bari) Sez. Trani – prot. Not. Corrado Pastore –pag. 202 a pag. 209 v.

La copia dell’originale è nella cartella “Capitoli matrimoniali”.

[34] A.C.M. (Archivio Cattedrale di Matera) - Libri battesimali anno 1780.

La copia dell’originale è nel raccoglitore n° 1.

[35] Arcangelo Copeti – o.c. pag. 179.

[36] A.C.M. – Libro dei Battesimi 1782 – 1795.

L’originale in copia è nella cartella Battesimi.

[37] A.C.M. Archivio Capitolare di Matera- anno 1783 – 1802.

La copia dell’originale è nel raccoglitore n.°1

[38] A.C.C.M. – battesimi anni 1782 – 1795 f. 113v.-

[39] A.C.C.M. – Libri dei defunti dal 1786 al 1796 fol 41v.

La copia dell’originale è nel raccoglitore n° 1-

[40] A.C.C.M. – libri Battesimali anni 1782 – 1795 – f. 154 r.v.

La copia dell’originale è nel raccoglitore n° 1-

[41] 123-Da Francesco Paolo Volpe- Memorie Storiche Profane e Religiose sulla città di Matera- Proseguimento della storia contemporanea. Pag. 7-8.

[42] A.S.M. Notaio Domenico Buongermino – Coll.ne 820 pag. 19 – 27 Ter.- La copia dell’originale è nella cartella n° 4.

[43] A.S. M. –Procura allegata all’atto precedente- vedi nota 124.

[44] A.S.M. Prot. Not.D. Buongermino – Coll.ne 820- pag. 7 a 9 tr.- La copia dell’originale è nella cartella 4.

[45] A.S.M. Prot. Not. De Suricis – Coll. 874 . pag. 15 tr. A 17 ter. – la copia dell’originale è nella cartella 4.

[46] A. Copeti – o.c. pag. 180.

[47] Marcello Morelli – Storia di Matera – pag. 189.

[48] A.C.M.–Battesimi - 1782 – 1795 – f. 228 v.

[49] A.S.M. Prot. Notaio Buongermino – Coll. 820 – pag. 3 – 6 ter. La copia dell’ originale è nella cartella n°4.

[50] A.S.M. Prot. Not. I.de Suricis Coll. 874 – fol.12 – 13 ter. La copia dell’originale è nella cartella n° 4.

[51] A.C.M. Battesimi 1795 – 1813 – fol. 67v.

[52] Da Michele Morelli o.c. pag. 189.

[53] Da Miche Morelli o.c. pag. 189.

[54] Da Arcangelo Copeti, Notizie della Città e di Cittadini di Matera – a cura di Mauro Padula – Domenico Passatelli, pag. 69 – 71.

[55] Da A. Copeti o.c. pag. 77 – 78.

[56] -Da Marcello Morelli – Storia di Matera- pag. 195 e seg.

[57] - Da M. Morelli o.c. pag.196.

[58] A.D.M. Libri defunctorum anno 1799.

[59] Da A. Copeti o. c. pag.80.

[60] -Da M. Morelli, o.c. pag.

[61] - Da A. Copeti, o. c. pag. 81.

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