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venerdì 16 luglio 2010

I Salati a Matera 1739 -1760 - 5° Parte

§ Il 12 Ottobre 1739 a Matera alla presenza del Notio Cesare Villani viene stipulato un Censuale Istrumento Prò U.J.D.re Francesco Salati.

E propriamente avanti al porta delle grate del Real conservatorio delle Donne Vergini sotto il titolo di S.Giuseppe di questa Città di Matera, ove in presenza nostra personalmente costituita la Sig.ra Suor Luigia Giorni Monaca dell’istesso, ed il mag.co Nicolò Nelli seniore generale Procuratore del med.o Real Cons.rio, li quali intervengono …….,e sig.ra Abatissa, Vicaria, e Monache presenti….ma altresì con la presenza, ed autorità dell’infrascritto Giudice ad Contractus di lei Mundualdo, da una parte.§------------------

E il Dr. Sig.r Franc.o Salati di questa Città Erede Testamentario delli qq.m Maria Matio sua Prozia e D. Tomaso Salati di lui zio di questa med.a Città, con il beneficio della legge, ed inventario, per il quale age ancora ad intervenire alle cose infrascritte per se suoi Eredi, e successori nel nome come di sopra § dall’altra parte §-----------

Con questo censuale istrumento Francesco intende soddisfare parte del debito di ducati 370 più gli interessi che gravano sulla casa di proprietà. Vedi atti precedenti stipulati dai notai:

Not. Domenico Antonio Festa – il 18 maggio 1699 la “ sua prozia Maria Mazio fe vendita di annui carlini 35 a beneficio del R.mo Capitolo di questa città per il capitale di ducati 50 alla ragione del 7% per estinguere altro debito censuale ipotecando una casa grotta situata nella contrada detta la Scaricata…”

Not. Giuseppe Oronzio Montemurro il 14 dicembre 1702 tra D.Tommaso Salati e il Capitolo della Cappella della Bruna – per un prestito di ducati 200;

Not. Tommaso Sarcunni il 26 febbraio 1713 tra D. Tommaso Salati e il Capitolo della Cappella della Bruna, il quale fe vendita di ducati 9 per ducati 100 di capitale alla ragione del 9%.

La somma dei debiti ascendono a ducai 350 più ducati 20 di terze “ascendono a ducati 370” che Francesco ricomproò dal Rev.do Capitolo all’interesse del 6% ipotecando della sua casa grande “due altri sottani e la cantina con cortile – Vedi atto del Notaio Donatangelo Martinelli del 25 luglio 1732.

Con atto del 4 febbraio 1738 rogato per mano “di me infrascritto notaio” il D.r Francesco Salati fece vendita di ducati 20 e grana 35 di capitale annuo a beneficio delle sorelle de Giorni ”sopra li descritti beni e sopra le stanze superiori alli medesimi per detto capitale di ducati 370”capitale che dalle dette sorelle de Giorni fu donato al Real Conservatorio di Donne Vergini sotto il titolo di S. Giuseppe con tutti i pesi e vincoli.

Francesco Saverio Salati intende con questo atto ricomprare in parte detto capitale versando alle sorelle de Giorni e al procuratore del Conservatorio ducati 170 più ducati 14 e cavalli 16 di terze maturate………

Sono presenti alla stesura dell’atto: Dom.co Baccaro Sudice ad contractus, Fev.do D.Francesco Anselmi, U.J.D.re D.no D. Francesco Festa, Clerico Johanne Antonio Fortiati, et Notaro Hyacinto Suglia di Matera.40

§ 1740 -1° gravidanza della Regina.

Nel 1740, la prima gravidanza della Regina fu accolta con molto giubilo a corte e nelle provincie.

Il 6 settembre, prima di compiere 16 anni, essa diede alla luce una bambina.

§11 ottobre 1740- TESTAMENTUM NUNCUPATIVO §

della Mag.ca Donata Maria Salati

Die undecimo mensis octobris quarte indicitionis Millesimo Septincentesimo quadragesimo in civitate Mathere – Regnante….(Carlo III di Borbone).

A preghiera ed istanza a noi fatta per parte della mag.ca Donata Maria Salati di questa città di Matera, personalmente ci siamo conferiti nella casa di sua solita abitazione sita e posta nel ristretto di questa città predetta nella contrada detta sotto la Giumella, e proprio sotto la Scaricata, giusta i suoi notori confini, e nel mentre ivi siamo giunti abbiamo retrovata la medesima in letto giacente sana, per la Dio grazia, di mente senzo, ed intelletto, benché cieca, e priva del lume degli occhi da più anni per male alli medesimi accadutoli, volendo circa la sostanza e sue eredità disponete, e provedere hora che si trova di mente intiera, e nella sua buona intiera e perfetta disposizione, e maggiormente per provedere alla salute dell’anima sua in tutti i migliori modi e maniere, e come meglio ha potuto, e pute, e l’è stato, e l’è lecito, e permesso, questo presente suo ultimo nuncupativo testamento hà fatto, ed hà procurato di fare, come hà fatto in questo seguente modo, quale vuole che voglia anco fusse,Testamento inter liberos, ad causas per donazione causa mortis, ed in ogni miglior modo, e maniera, talche questa sua ultima volontà abbia l’intiero suo effetto, dannoper nullo, irrito, e casso ogn’altra sua disposizione Testamentaria in qualsiasi modo fatta, anco se quella contenesse ad Pias Causas, e con anco venienti ab intestato ad unquem osservino qua tenens per questa ultima sua disposizione, e quanto in questo ultimo nuncupativo Testamento si contiene, senza che dalla medesima si possa defalcare cosa alcuna per qualsiasi causa anco d’altra disposizione.------

E come l’anima è più degna del corpo, Essa mag.ca Donata Maria Salati Testatrice, come vera e fedele Cristiana quella la raccomanda al sommo, ed onnipotente Iddio suo Creatore, alla Beatissima Vergine Maria, e a Santa Caterina d’Asiena sua Avvocata à chi priega la remissione dei suoi peccati, e collocarla nella Gloria delParadiso, e separata sarà l’Anima dal corpo, dichiara con la sua propria bocca, ed avanti l’infrascritti Testimoni, Giudice a Contratti, e me infrascritto Notare, che il suo Cadavere s’abbia da seppellire dentro la Chiesa del Venerabile Convento de Padri Riformati di questa medesima Città, e proprio nella sepoltura sua, e de suoi Antenati colle pompe funerali decenti al supo stato da farsi dall’infrascritto suo Erede nominando, quale sia tenuto menare, e far menare in esecuzione e così l’infrascribendi sostituti Eredi tutto llorchè Essa Testatrice nel presente nuncupativo Testamento dichiarerà, e dissonerà per esser così la sua volontà.

E perché il capo, e principio di qualsiasi testamento è l’instituzione dell’Erede, senza del quale per disposizione della legge si rende nullo, ed invalido;

Perciò prima di ogni altra cosa Essa mag.ca Donata Maria Salati Testatrice istituisce, ordina, e fa, e colla sua propria bocca, avanti detti infrascritti Testimoni, regio Giudice à Contratti, e di me infrascritto Notare nomina per suo Erede universale, e particolare sopra la porzione li spetta nella Casa sottana dietro il portone, ed avanti al cellaro, e nella porzione del Palazzotto sopra la casa del Rev.do Capitolo di S.Giovanni Battista ambi dentro il Portone delle case del D.r Sig.r D. Francesco Salati ( giacchè Essa Testatrice non possiede altri beni,stabili, mobili, o semoventi) ed in tutti gli altri beni, successioni, e porzionidi stabili, mobili, e semoventi, che ad Essa testatricehan ossuto, possono, ò potranno spettarli in qualsivoglia modo, e maniera, anco per causa di Donazione, e cessioni.§

Il Sig.r Don Francesco Salati Dottore in Legge suop dilettissimo, ed amato Nipote figlio del q.m Stefano Salati fù suo Germano Fratello, stante il detto Dottor Sig.r D. Francesco suo Nipote, sin dall’età fanciullesca Essa Testatrice l’ave tenuto, ed allevato, come figlio, e dall’istesso n’ha sempre ricevuto con tutta l’amorevolezza beneficii, e tuttavia continua nella sua vecchiaia, e durepitezza, ed infermità di Corpo, perché cossì è la sua volontà per corrispondere alle tante obbligazioni.§

E’ caso (quod obsit) il medesimo Dr. Sig.D.us Francesco Salat suo nipote, ed Erede premorisse ad Essa Testatrice, vuole, e comanda, e colla sua propria bocca in detta presenza de medesimi testimoni, Giudice, e me Notare, in questo sol caso, e non altrimenti, che in detta sua eredità sopra riferita succedono, e siano sostituiti i figli d’ Esso Dottore Salati suo Erede, e pronipote d’Essa Testatrice, che sono: Stefano, Clerico Tomaso, Giuseppe Pasquale, e Vincenzo Salati, ed altri figli, cossì maschi, come femine che nascessero da detto suo Erede, con essere anco questi sostituti benuti di menare, e far menare in esecuzione tutto quanto da Essa mag.ca Testatrice si è dichiarato, e si dichiara in questo suo Testamento, perché cossì è la sua volontà.----------------------------------------

In primis colla sua bocca Essa Testatrice ordina e comanda à detto suo Erede, e sostituti rispettivi, che possa far celebrare messe numero cinquanta per l’anima d’Essa Testatrice alla ragione d’un Carlino l’una in qualsiasi Chiesa, ed altare, e detta celebrazione di messe prò una vice tantum per farla sortire a comodo, ed allor quando piacerà à detto suo Erede senza che ne possa dar conto a persona veruna, perché cossi è sua volontà.------------------

Vuole, e comanda che detto suo Erede, e sostituti rispettivamente frà lo spazio d’anni due, doppo seguitala sua morte possa consegnare a Paula Vega, ed Anna Brigida Tirlimmaco della terra di Miglionico suoi Nipoti, perché figli della fù Carmenia Salati sua sorella ducati venti,cioè dieci per ciascheduna, pro una vicetantum in tanti comistibili, o mobili di casa, ò in altra cosa a disposizione di detto suo Erede, perché cossi è la sua volontà.------

§ Lascia alla mensa Arcivescovile pro incertis, et malis oblatis carlini due prò una vice tantum.§---------

De quò quidam actu nos requisiti fuimus, quod deo, in eo publicum conficere deberemus actum, unde lecta prefata dispositivo Nuncupativa coram pre fata Mag.ca Testatrice et rascriptis Testibus, et Sudice ad Contractus ad hoc specialiter rogatis, et per ipsam, et ipsos rispettive bene audita,et actestata, et per me infrascriptum notarium presentem, et stipulantem, et prò absentibus donatariis, et eorum heredibus accettantem.§ Nos autem Unde, et in fidem prefati Testes rogati ut supra, et et dictus Judex ad Contractus, et similiter Ego infrascriptus Notarius manu propria fuit subscriptum, et cum eos rispettive suggillum suggellatum.§

Io Nicolò Angiulli sono intervenuto per Giudice à Contratti nella stipola del presente Testamento fatto dalla Mag.ca Donata Maria Salati Cieca, ed ò sigillato col mio sigillo= Adest suggillom impressum.= Io Jo.Battista Balchini sono intervenutonella stipola del presente Testamento fatto d’ordine, e volontà della sudetta Mag.ca Donata Maria Salati testatrice cieca per testimonio, ed hò sigillato = Adest Sigillum impressum.=

Ego Clerico Eustachio Campagna sono intervenuto per Testimonio nella stipola del presente testamento fatto d’ordine, e volontà della sud.a Mag.ca Donata Maria Salati testatrice cieca, ed ho sigillato col sigillo alieno.= Adest suggillum impressum=-----

Io D. Pasquale Radogna sono intervenuto nella stipola del presente Testamento fatto per ordine e volontà dalla Mag.ca Donata Maria Salati cieca, per Testimonio, ed ho sigillato con il presente sigillo alieno= Adest suggellum alienum impressum=

Io D. Domenico Buono sono intervenuto per testimonio nella stipola del presente testamento fatto dalla Mag.ca Donata Maria Salati Testatrice Cieca, ed ho sigillato col suggillo presente=Adest suggillum umpressum.= 41

Io Chierico Nicolò Tomaso Caione sono intervenuto per testimonio nella stipola del presente testamento fatto per ordine, e volontà della Mag.ca Donata Maria Salati Cieca Testatrice, ed hò sigillato col presente sigillo alieno = Adest suggellum impressum=

Io Clerico Francesco Saverio Coretti sono intervenuto nella stipola del presente testamento della Mag.ca Donata Maria Salati cieca, fatto per volontà, ed ordine della medema, e sono Testimonio, ed ho sigillato col seguente sigillo= Adest sigillum impressum=

Io Acolito Antonio Paggetti sono intervenuto nella stipola del presente testamento della Mag.ca Donata Maria Salati Cieca fatto per volontà della medema, e sono Testimonio, ed ho sigillato col mio sigello= Adest suggillum impressum=

Io Giuseppe Catalano della Città di Ferrandina al presente in questa Città di Matera sono intervenuto per Testimonio nel presente testamento della Mag.ca Donata Maria Salati Cieca di questa medesima Città di Matera fatto per volontà, e d’ordine della medema, ed ho posto il mio sugello= Adest suggellum impressum=

Io Notaro Ludovico Saverio de Parra di questa Città di Matera hò stipulato il presente Testamento Nuncupativo d’ordine, e volontà della sudetta Mag.ca Donata Maria Salati Testatrice Cieca, nel qual’atto della stipula sudetta vi sono intervenuti il Mag.co Nicolò Angiulli per Giudice à Contratti, ed li sopradetti Testimoni al numero d’otto, nel modo, e forma si rattrovano descritti, e con propria loro mani rispettivamente sottoscritti, e colli loro rispettivi suggelli sigillati, onde in fede hò siggellato col mio suggello= Adest sigillum impressum=

Ed a maggior cautela di chi spetta l’originale Testamento Nuncupativo della prefata mag.ca Donata Maria salati Testatrice, l’hò inserito nel presente, ed è come si divisa.§ Inseratur:§

Presentibus Regio Judice ad Contractus Nicolao Angiulli, Joanni Baptista Baldini,Clerico Eustachio Campagna, Rev.do D.Domenico Buono, Clerico Nicolao Thoma Cajone, Clerico Francisco Xaverio Coretti, Acolito Antonio Paggetti de Mathera, et Mag.co Josepho Catalano dè Civitate Ferrandone ad presens in hac Civitate Mathere.§

§11 ottobre 1740, dalle notizie riportate nel precedente testamento si evince che la famiglia è così composta:

Donata Maria Salati nata il 25 – 02- 1663- di anni 77 - testatrice;

Francesco Saverio Salati nato il 09-03-1696, di anni 44;

Anna Maria d’Erario – moglie (non citata);

Dai figli - Stefano nato il 02-05-1727, di anni 13;

Clerico – Tommaso nato il 20 –09 - 1729, di anni 11;

Giuseppe Pasquale nato il 11-01- 1732, di anni 8;

Vincenzo – nato 10 –04 –1735, di anni 5;

Gli altri figli: Caterina Anna, nata 06 – 03- 1731;

Ferdinando nato il 21 – 12 – 1733;

Antonio nato il 15 – 12- 1736;

Questi ultimi, non menzionati nel testamento, dovevano essere già morti.

§ 16 luglio 1743 –

Il Sacerdote D. Nicola Campanile, prete di S.Pietro Caveoso, (Chiesa parrocchiale della famiglia Salati) mentre celebrava messa nel Seminario nel giorno del Carmine nel 1743, cadde un fulmine in essa nell’atto dell’Incarnatus est gli tolse il tallone della scarpa senza offenderlo. Lo stesso in tal memoria poi lasciò a S.Pietro Caveoso docati 30, del cui frutto volle che si fossero fatti due spari, uno all’Incarnato nella notte di Natale, e l’altro nel giorno dell’Annunziata, con darne a censo docati 15 a D.Tommaso del Monte, e docati 15 a Giuseppe Moliterni.42

§CATASTO ONCIARIO§

La visita reale del 17 gennaio 1735, che Re Carlo III fece nelle provincie meridionali del Regno non finì solo in feste e luminarie.

Il Sovrano, colpito dalle tristi condizioni in cui versavano quelle provincie, e in particolare la Basilicata, ne ordinò al ministro Bernardo Tanucci un’inchiesta esatta e minizuisa.

Per la Basilicata fu incaricato Rodrigo Maria Gaudioso, Avvocato fiscale dell’Udienza di Matera, di compilare un’esatta descrizione di questa provincia precisando il numero degli abitantidei rispettivi luoghi, i Vescovi con le loro entrate e prebende, Badie, Conventi di Frati, Parrocchie,Baroni con loro entrate, i Nobili di ciascuna città con le loro entrate, prodotti del terreno, marina, mercanzia, entrate regie,Tribunali con loro ministri e salari di ciascuno, usanze, leggi, stili particolari ed inclinazione dei popoli.

Dall’inchiesta risultò che la provincia, da 118 centri abitati, era una delle più spaziose del Regno che conteneva sotto di se molte Città, Terre, Castelli e Villaggi.

Nel soffermarsi sullo stato dei singoli centri abitati il Gaudioso non può nascondere la tragica situazione della provincia.

La prima prammatica che istituiva il catasto fu del 17 marzo 1741 e le che la seguirono non andarono oltre il 28 settembre 1742.

L’Universitas di Pomarico fu una delle prime ad aderire, infatti, le sue rivele furono compilate nel 1743.43

In esse troviamo:

Il Dr. Francesco Salati abitante nella Città di Matera di anni 47.

Testa

Possiede una casa sita in Contrada la Guardia Spesa, giusta la casa di D.Tommaso Giannulli (fratello di sua madre), che percepisce di pigione dedotto il quarto Carlini 27----- Sono once 9--§

Il Sac.te D.Tomaso Salati della Città di Matera.

- Possiede un comprensorio di case due soprani e un sottano, in contrada la Guardia Spesa, giusta la casa di D.Tomaso Giannulli (v.s.) stabilita di rendita dedotto il quarto per docati 6, sono once 2---------------

- Possiede una metà di cantina in contrata La Porta nuova giusta la cantina di D. Pietro Perrino, stabilita la rendita dedotto il quarto per carlini 15, sono once 5----------------------------

- Possiede un territorio vitato in Contrada La Selva di Tomola 5, giusto li beni di D. Tomaso Giannulli, stimata la rendita per Carlini 25, once 8,20------ Possiede un territorio seminativo franco in Contrada Serra dosso di Tomola 6,giusta li beni del Mag.co de Leonardis, stimata la rendita per Carlini 15. sono once 5.----------------------

§ Il 7 Novenbre 1744, Stefano Salati si iscrive al primo anno di legge, presso l’Almo Collegio dei Dottori di Napoli.

§ Il 24 ottobre 1745, Stefano Salati si iscrive al 2° anno della Legge presso l’Almo collegio dei dottori di Napoli.

§ 3 luglio 1747- Actus publicus –

Prò U.J.Dr.D.us Franc.o Salati

Civitatis Mathere.

In publico testimonio, personalmente costituiti il mag.co Battista Mascolo, della Città di Montepeloso ( oggi Irsina ), al pre.te in questa di Matera, Mastro Salvatore Giudo di Lecce dà più tempo dimorante in questa sudetta Città di Matera, Capo Mastro, e direttore della nuova Fabbrica del monastero della Santissima annunciata, Mastro Donato Lorenzo Sarra, e Mastro Giuseppe Nicola Sportello, anco di Matera, li quali spontaneamente, e con giuramento tactis scripturis avanti di noi Regio Giudice à contratti, Regio Notajo, e Testimoni in numero opportuno an’fatto, sincome fanno la seguente fede giurata per via di pubblico atto; qualmente la mattina dè ventidue del prossimo caduto mese di Giugno mille settecento quaranta sette, verso l’ore quindici, e mezzo furono chiamati dal mag.co Dr.D.n Franc.o Salati nella sua propria casa Palaziata in contrada dicesi sopra La scaricata, eLoro disse che per all’ora ritirato si era dal Tribunale ed il medico Arcangelo Copeta facea fare dell’innovazioni in una sua ciminiera, e da detto D.r Salati portati sopra la loggia grande di sua Casa situata sopra il Portone d’essa, che sporge sopra la pubblica strada, che dà sotto questo Regio Sedile tira alla Scaricata, e si scoprono le Case di detto Medico Copeta, come site, e poste nella parte di sotto d’essa loggia, e li fè osservare che nella ciminiera d’esso Medico Copeta poch’anni sono fatta a Papaglione (sic) dirimpetto di detta loggia in quell’atto di Mastro Marino Contuzzi Fabbricatore di d.a Città di Matera, a colpi di scalpello si erano allargati ed all’ingrosso aperti molti buchi nell’intorno del cappello sopra il cannone di d.a Ciminiera, e nella Cappa di basso sotto il cannone un buco per uscire fumo, ed un altro mezo, nell’istesso luogo, senza penetrare questo nella parte di dentro, quantunque esso D.r Salati avesse nunciato tanto à detto Mastro Marino Contuzzi, che stava sopra le case del d.o Copeta ivi presente, che ciò èrano attentati contro l’Inibizione, ed ordine penali di questa Regia Udienza, e della Regia Camera anche di carcerazione alli Mastri Fabbricatori in fare altri attentati ed Innovazioni, mà ciò non ostante detto M.o Marino Contuzzi con ordine del medesimo Copeta fè detto buco perforare per intiero, e l’altro non intieramente perforato nel di dentro, e sporgono verso d.o Regio Sadile, a vento di Tramontana, ed essi di mascolo, e Guido parimente asseriscono aver osservato nella cappa di d.a ciminiera, che dalla parte di Levante pure siasi fatto un altro buco più grande dell’antedetti due, e dall’altra parte, che corrisponde al Pariete a Spinarola, e proprio sopra l’Imbrici della cucina d’esso Medico Copeta, fra tramontana, e (levante) rimpetto al cortile d’esso D.r Salati vi sia fatto altro buco, dà cui esce anco fumo, ed essi di Mascolo, e Guido sanno,che nella ciminiera non vi erano detti buchi, o siano pertugi, né nessun’altro buco, ed à quelli nel cappello sopra il cannone erano piccolissimi, e per all’ora quella mattina così ingrossati, e lo sanno dè Causa Scientie per aver visto più volte la sud.a Ciminiera in diverse occasioni, che si sono portati nella casa, e loggia d’esso D.r Salati, cioè esso Mascolo dà un anno in qua, ed esso Guido da circa in cinque in dei anni à dietro dopo fatta la ricognizione di d.a ciminiera dalli mastri di Bernalda, e precisamente per averla osservata a richiesta d’esso Copeta dà tal tempo dà cinque in sei anni à dietro senza veruno buco nella cappa della ciminiera sud.a, e questa dicono essere la verità per la quale n’anno giurato tactis scripturis.

Quibus omnibus, ita per actis requisiti nos fuimus quod de………..

Presentibus ad Contrctus Judice Dom.co Bavaro ; nec non prò testibus RR D.is D.Joanne Perrone de Civitate Mathere, et D. Josepho Primo Terre Pomarici.44--Cosa può aver turbato i rapporti di buon vicinato tra Francesco Salati e il Medico Copeta?

Non dobbiamo dimenticare che i Copeti abitavano i locali che il 16 gennaio 1707 furono venduti a Giovan Battista Copeta da Anna e Maria Mazio,dal Rev. D. Tomaso Salati, dal Mag.co Giovan Battista Caimmo, dalla mag.ca Porzia de Leone, per ducati 150 per far fronte a spese per riparare alcuni locali della loro abitazione.

In quella occasione cedettero ai Copeta :una piscina, cucina, camera e area soprona….e tutti i diritti a essi connessi.

Questa situazione, molto probabilmente, era mal tollerata da Francesco, che era costretto a subire fastidi dai vicini, tanto che a causa della ciminiera affumicante andarono a finire in tribunale.

§ Il 28 ottobre 1750, Stefano Salati si iscrive al 3° anno della Legge presso l’Almo Collegio di Napoli.45

§ 26 Febraio 1751-

LAUREA DI STEFANO SALATI

Noi D. Celestino Galiano per la Grazia di Dio, e della S. Fede,…Arcivescovo di Tessalonica Consigliero di S.M.(che Dio Guardi)….Cappellno Maggiore …….facciamo fede all’almo collegio dè Dottori di questa Fed.ma Città, come ne i libri delle matricole dei studenti s’è ritrovato matricolato Stefano Salati di Pomarico né tempi e modo infrascritti:

· A 5 novembre 1744 al 1° anno ---------------

· A 24 ottobre 1745 al 2° anno------------------

· A 28 ottobre 1750 al 3° anno della Legge, ed in fede

·

Napoli 26 Febraio 1754.

C. Galiano

V.o di Tessal.a

§ 1751- Giuramento

Ego Stephanus Salati Terre Pomarici Prv.ce Basilicate spondo voveo, acque iuro sic me Deus adiuvet, et hac sancta Dei Evangelia.

Stefano Salati.

§ Die 4 m. Marzii 1751 fuit expeditum et consignatum privilegium in personam Mag.ci D. Stefani Salati Civitatis Pomarici Prov.e Basilicate.46

§ 3 Maggio 1751-

§CAPITOLI MATRIMONIALI§

U.J.D.re D.us Stefano SALATI Mag.ca D.a Silvia Gammaro.

Oggi, che sono li tre del mese di Maggio decima quinta Indicazione Mille Settecento cinquant’uno, in questa Città di Matera §, Regnante ( Carlo III ) §,previa licentia horetenis (sic) ostenta à R.mo D.no Vicario Generali òb diem Festum Exaltationis Sancte Crucis, ac treibus luminibus accensis prò observandis solemnitatibus à Jure requisitis, cum jà ..sit pulsata salutatio Angelica §.

Costituiti personalmente nella nostra presenza il Mag.co D.r D. Stefano Salati di questa med.a Città interveniente, tanto per sé, quanto per li suoi Eredi, e successori, dà una parte §.

La Mag.ca D.Silvia Gammaro, vedova del fù D. Marcello Caldone, e la Mag.ca D.a Marcella Gammaro sua sorella dell’istessa Città, e per loro stessi, di loro eredi, e successori dall’altra parte §. Spontaneamente, e senza forza ver’una, ò inganno, mà di propria volontà, e con giuramento, tactis scripturis §,hanno asserito avanti di noi Regio Notajo, e Giudice à Contratti loro Mundualdo §, che essendosi già contratti j sponsali, tra esso Mag.co D.re D. Stefano Salati, con d.a Mag.ca Vedova D.Silvia Gammaro, per verba dè presenti debbano (sarebbe la promessa di matrimonio) effettuare il Matrimonio, ante facies Ecclesie, e secondo l’ordinato dal Sagro Concilio di Trento, ed esse Sig.re Sorelle di Gammaro assegnano rispettivamente al d.o Mag.co D.r D. Stefano Salati futuro sposo, per dote, et dotis Nomine, j seguenti di loro Beni, con l’infrascritti patti, condizioni, e dichiarazioni inviolabilmente in’ogni tempo dà restar fermi, e non altrimente§, quia sic§.

In primis essa Mag.ca Vedova D.Silvia Gammaro assegna al medesimo Mag.co D.Stefano Salati, per sua dote, ex dotis nomine l’intiera sua porzione spettatoli dalla Eredità, e Beni Materni, Paterni, Zierni, e Averni, anche in vigore degl’altri Capitoli Matrimoniali formati col fù anzidetto suo Marito D.r D. Marcello Caldone, e specialmente un comprensorio di Case soprane, e sottane, in due appartamenti divisi, consistentino, dodici cammare soprane, e quattro sottane, con cantina, piscina, e con diverse comodità, e con cortile avanti, in contrada, dicesi La Civita, giusta li suoi notorij confini, quali stabili tutti fruttano dà docati trenta in’ogn’anno, che si affittano, promettendo ancora sei botte dà conservar vino, cioè una di barrili trentatre, una di barrili ventidue, l’altra di barrili diciotto, e due di barrili trentaquattro in circa, quattro bottazzi, uno di barrili dodici, uno di barrili nove, e l’altri di barrili sette l’uno in circa, nelle quali botti vi è riposto dà barrili cinquanta di vino = Due tini, uno di barrili trenta in circa, e l’altro di barrili venticinque in circa= un sottotino= Tre tinelle= due quartaroli= una naca per uso di botte= dodici forzole quali botte, ordigni, e mobili di cantina tutti sono usati§.

Promette ancora in dote essa D.Silvia, un’altra cantina, attaccata alla sopradetta casa, con palazzotto sopra, consistentino in due abitazioni, dà quali se ne percepisce in’ogn’anno, che si affitta docati dieci in c.a= di più promette à d.o futuro sposo per dote una vigna di centinaja diciotto, in circa, in contrada della Mattina, né suoi notori confini colla rendita di Carlini tre à questo Monasterio della SS.Annunciata = Un Parco, nella condrata, dicesi La Murgia erborata di diversi arbori, e con vigna, e con Avucchiarola dentro, con grotta, franco e libero senza peso alcuno.

Promette ancora essa D.Silvia docati trecento di oro ed Argento lavorati, consistentino in tanta Anella, fioccaglie, collana, congerti, posate, ed altro = assegna ancora in dote a d.o Mag.co suo futuro Sposo essa Magn.ca D.Silvia docati cento di moneta d’argento ippotegati sopra tutti li beni per predetto suo Marito D.Marcello Caldone, stante al med.o D.r Caldone detti docati cento li furno consegnati dal Mag.co D.r D. Primario Paggetti debitore come da istrumento stipulato dal Notare Giuseppe Schiuma di questa Città.

Promettr altresì, ed assegna in dote essa magn.ca D.Silvia Gammaro à detto suo futro sposo qeello li spetta, eli può spettare di proprietà nelli beni del fu riferito primo suo marito D.r Caldone, e specialmente tutto quello essa D.Silvia hà pagato di proprio suo denaro, in soddisfazione dè j debbiti del sud.o fù D.r Caldone, come dalle scritture, che conserva = Come anche promette vita sua durante l’usofrutto di tutti li beni de med.o D.r Caldone, e tutto quello, chè ad essa D. Silvia li spetta per antefato, lucri maritali, ed altro, ed in virtù ancora di testamento del med.o fù D.r Marcello, à quale.§

Ancora promette essa D. silvia per dote docati duemila di credito di capitale istrumentario con tutte le terze attrassate, chee per appresso se le devono che come erede dè suoi antenati tiene sopra l’Università della Terra della Terza, come da istrumento, à guale.§

Parimente promette in dote tutto quello deve conseguire dà questa Regia Udienza di Matera e suo Regio Fisco, per la provisione del fù suo zio D.Domenico de Jacono, come Avvocato dè Poveri di essa Regia Udienza, come da tutti j mandati si confermono.§

Finalmente essa D.Silvia promette in dote al med.o suo futuro sposo Dr.D.Stefano, sei matarazzi di lana = Tre cortine, una bianca con frangia d’intorno, e l’altra smascellata, e l’altra di teletta = Cinque zampaneve, una di tela di Bari, con pizzilli d’intorno, e l’altra di tela bambagina = quattordici coverte, cioè trè bianche di bambace, una smascellata, quattro gialle, una rossa, trè di color verde, una a colore di testuggine, ed un’altra manta cardata = venti faccie di cuscini colle di loro investitore, cioè dodici di tela d’Olanda con pizzilli attorno, ed otto à tela di casa = venti lenzola, coè uno di orletta con pizzilli d’intorno, uno di tela di Olanda, e gl’altri di tela di casa = dodici mandali di faccia, due d’orletta cioè pizzilli, due di seta, due di tela di Bari con pizzilli, e gli altri di tela casa = quattro tovaglie per uso di menza, dodici salvietti = Un vestito di sposalizio di drappo scoccato à color perzò (sic), con altri otto vestiti, due cantusci di seta = quattro Andrie, e biancherie di sopra descritte, e tutti j detti vestiti, cantusci, Andrie, con dieci cammise, ancora di donne d’orletto, e di tela di casa sono usate = ottanta libre di rame rosate = Scaldaletti, secchi, braciere ed altro = Ventisette rotola di ferro, per’uso di cucina usati = Un mortajo di bronzo = Quattro candelieri di ottone, ad uso di candela, ed un per’oglio = Sette portieri, due di portauova, tre verdi con imprese, e due di Sangallo, tutti usati = Trè tromboni di stagno usati = Specchi = quadri = seggie, ed altri arredi di casa annotati nei nei riferiti primi capitoli.

Con patto espresso, che d.a dote s’intenda lucrata, quando il figloiuolo o la figlia procrandi di tal matrimonio saranno nell’età di un’anno solo anno compito, e che parimente avendo essa D. Silvia procreato in costanza di Matrimonio col q.m suo Marito D.r D. Marcello Caldoni una figlia oggi vivente chiamatasi D. Lorita Caldoni, la quale sé bene abbia la robba, ed Eredità di D.r suo Padre, pure si intenda chiamata nei sud.ti beni dotali nella terza parte con j sud.ti figli nascituri dà essi futuri coniugi dà dotante prima però da d.i beni dotali si dai stabili, come da’jmmobili, oro, argento, pannamenti, nomi di debitori, e successioni in qualsiasi modo, devolute ò devoluende la terza parte, che vada à beneficio di d.o futuro sposo d.o D.r sig.r D. Stefano Salati, e suoi successori liberamente, e senza nessun peso, quali terza parte di dote seguito sarà detto Matrimonio, alte facies Ecclesie § s’intenda donata come presentemente con capo destinto seli dona in amplissima forma, per titolo di donazione irrevocabiliter, inter vivos, ò che si procreassero, ò che non si procreassero figli, ò se morissero, o sopravivessero ad essa D.Silvia, tanto se essa figliuola D. Lorita Caldone se ne morisse, (Lacchè D.Dio non voglia) o sopravivesse d.a terza parte di dote, come sopra espressata, vadi,e resti in beneficio di d.o futuro sposo D.r D. Stefano Salati, e dà suoi Eredi, e successori pienamente, in proprietà, ed usufrutto in maniera, che possa à suo arbitrio disponete, dare, ed alienare, e farne quello parirà, e piacerà dà vero signore e Padrone, promettendo aver’ per rata, e ferma sempre tal donazione irrevocabiliter inter vivos e mai rivocarla, per qualsiasi causa etiam vizio ingratidudinis né cercar assoluzione di giuramento, ò giuramenti intervenuti in tal donazione per rivocazione di essa, anzi se ottenuta non avesse ragione alcuna, mà come non ottenuta fussene ricercata renunciando ad ogni’eccezione dè jure, et facto potrebbesi ad essa D. Silvia Gammaro, suoi figli Eredi, e successori su tal donazione, e specialmente alle leg. Si.§ ed à tutto il titolo dè revocandis donationibus, e perchè così l’ha piaciuto, e piace di sua propria volontà, e cerziorata dà suoi savij prima di tal donazione, à contemplazione di tal matrimonio fatto, et quia sic.§

Dalla sud.a sig.ra D. Marcella Gammaro, se bene avesse promesso in dote alla sid.a sua sorella D.Silvia Gammaro tutta la porzioneche li spetta dalli sopradetti beni Paterni, Materni, zierni, ed Averni, con patto espresso di potersela ripigliare, qial’ora non veniva ben trattata dalla medema, ed al fu primo di lui marito, pure per essere questi passato a miglior vita, e li beni del medemo si rattrovano notoriamente illaquenti (sic), a tanti debiti, che non si possono soddisfare, ed essa D.Marcella si rattrova dà lungo tempo inferma, e per averne cura il sig.r D. Stefano Salati suo futuro Cognato dalla sua persona, ed essere alimentata, e ben trattata, ed in tempo di sua morte decentemente seppellita, e per particolar’amore, che al medemo sign.D. Stefano porta, e per contemplazione di detto Matrimonio, presente e consenziente la sig.ra D. Silvia Gammaro sua sorella, né fa dalla riferita sua porzione intiera dè sopradetti beni Materni, Paterni, zierni, ed Averni ampia donazione irrevocabile inter vivos, et donationis irrevocabilis causa ce la promette, cede dona, e rinuncia, formalmente à beneficio del medemo Dr. D. Stefano Salati, presente ed accettante cum juramento, e precedente consiglio del suo Savio, come dice, avuto, senza potersi, per qualche sia modo,maniera, ò causa, anco d’ingratitudine rivocare, e ne potersi ricercare assoluzione di giuramento ò giuramenti in questo atto intervenuti à tale assoluzione, ò sia atti litazione se si intercedesse, si habbia, come non ottenuto, e senza di questa potersene avvalere in giudizio, et extra, in qualsiasi tempo,§renunciando anco à qual sisia legge e beneficio legale è suo beneficio dittante, e specialmente alla …..ed a tutto il titolo dè donationibus = In ……dè detti beni alla medema spettanti esso Dr. D. Stefano Salati, e suoi Eredi, e successori le possa disporre, vendere, ed alienare à suo bene placito dal di, che sarà effettuato, antè facies Ecclesie il Matrimonio, tra esso, e detta Sig.ra D. Silvia Gammaro sua sorella; Colli seguenti patti però, che siaq essa Donatrice, vita sua durante alimentata , e ben trattata dà esso D.Stefano, e sua moglie sorella rispettivè, ed in tempo di sua morte se li faccia li decenti, e competenti funerali, e da sua para, e che possa disponete à suo beneficio della somma di docati dieci, e che sopra vivendo ad esso D.Stefano la figliola procreata dà d.a sua sorella D.Silvia, e fu D.re D. Marcello Caldone, che chiamasi d.a Lorita Caldone, alla medema, dà detta porzione, ad essa D. Marcella spettante se li devono docati trenta ò in contanti, ò in tanta stabili à beneplacito di esso D. Stefano Salati, e li suoi Eredi, e successori, e che qual’ora non fosse dal predetto D.Stefano, ò da suoi Eredi, e successorialimentata a dovere, lacchè coll’aggiuto di Dio non si spera; sia lecito ad essa D. Marcella mettersi in questo Real Conservatorio, ò dove li piacerà, e da esso Dr.D. Stefano Salati debba, come con giuramento si obliga somministrarli docati dieci otto l’anno, e consegnarlidue di detti matarazzi di lana, ed uno di paglia = Una trabatta = Una cortina = Una zampaniera = quattro lenzola = Tre coverte, una bianca di bambace, e due di lana = quattro cuscini = Una sartagina = Una calastra =Un trepide = Due casse = Due baulli = Tre moffette = quattro segge, le quali cose tutte non si dovranno dalla sudetta D. Marcella alienare, mà dòpo la sua morte debbono succedere, ed essere in beneficio di esso suo cognato, quia sic.§

Delle quali doti, di sopra descritte, e ricevute, ed avute, esso Dr.D. Stefano Salati, spontaneamente, e colli sopradetti patti, e condizioni se ne dichiara ben contento, e sodisfatto,e se ne quieta, ed assolve in amplissima forma, etiam per Aquilianam stipulationem, et in pacto dè non petendo nèc peti facendo esse magnifiche Dotanti D. silvia Gammaro futura sposa, e sua sorella D.Marcella Gammaro, presenti, ed accettanti,, per loro Eredi, e successori, e quelle rispettivamente come di sopra, non vendere, né alienare, mà diligentemente tenerle, e conservarle rispettivamente, e farli salve sopratutti, qualsivogliano loro rispettivi beni presenti, e futuri, ed in caso di morte (lacchè Iddio non voglia) senza figli, ò consigli, e non pervenuti all’età di un anno compito, come di sopra, quelle subito si debbiano restituire à D.silvia donante, suoi Eredi, e successori §= Come pure il detto Mag.co Sposo Dr. D. Stefano Salati costituisce, e promette alla detta Sig.ra D. Silvia futura consorte li lucri maritali, et antefato, serva..da in omnibus la forma delle Rege Prammatiche, quia sic.§

Pro quidam omnibus observandis, partes ipse obligaverunt sé ipsas, et quolibet ipsarum heredes, et successores, una pars alteri, et altera alteri, sub pena, et ad penam dupli, meditate, in protestate lapiendi, precarij constitutione, ac juraverunt, et renunciaverunt in forma,sud.a §.

Presentibus Reg.o ad contractus Sudice Mag.co Nicolò Angiulli; Nec non prò Testibus Mag.cis Felice Antonio Lo Gallo, et Xaverio Pantaleo dè d.a Civitate Mathere §--------------47

§ 4 Maggio 1751 –

§ Matrimonio di Stefano Salati §

Redatti i capitoli matrimoniali il giorno successivo ( 4 Maggio 1751) viene celebrato il S.Matrimonio nella Cattedrale di Matera.

Nei registri matrimoniali del 1751 troviamo a pag. 128 la seguente trascrizione:

Die 4 ( mensis Maii 1751) eiusdem Rev.dus D.us Ignatius Caporella Parrocus Substitutus denun.bus Completis in Ecclesia Cattedrali, , ante faciem Ecclesia in Matrimonium coniunxit Domi previa dispensatione R.mi D.ni, Mag.cus D.um Stephanum Salati, et viduam Do.m Silviam Gammari huius Civitatis;Presentibus Sacerdote D.no Domenico Suglia, et Mag.co Salvatore Colonna, aliis pro testibus servata forma S.C.T.ac rito Romani, absoque benedizione, quia Sponsa Vidua.-----------------

§ 10 luglio 1752Il giorno 10 del mese di luglio 1752 – Regnante Carlo III

alla presenza del Notaio Giuseppe Schiuma di Matera si sono costituiti il Rev. sig. D. Serafino Vizziello internuncio, e messo di Giuseppe Vito Vizziello suo Padre, ed il Dr. Sig. D.Stefano Salati di questa città di Matera.

E Mastro Donato Lorenzo Sarra Procuratore speciale del mag.co Nicolò Giannuzzi, e Francesco Diodato Manfredi della città d’Altamura, come da mandato di procura spedita il 26 luglio 1752……

Le parti decidono di rinnovare il contratto con i Salati e Vizziello per l’acquisto di 200 cantara di neve dalla neviera alla ragione di 8 carlini a cantara con lo sfrido di 12 rotola a cantara da darsi a beneficio di essi “principali e di esso Sarra”compreso l’aiuto a caricare, da parte di Vizziello e Salati, i quali incassano la caparra di docati 15 di moneta d’argento.

Salati e Vizziello dovranno conservare i 200 cantara di neve fino alla fine di ottobre 1752 e se non si dovesse trasportare tutta, quello che resta andrebbe a beneficio di detti compratori a loro peso e pericolo.

Però se l’Università dovesse porre qualche impedimento, al trasporto, resterà la consegna a carico del venditore senza alcun danno spese e interessi nonostante l’impedimento.

I Sig.ri Salati e Vizziello incassano i 50 ducati di caparra da scomputarsi in fine della consegna, con patto che il sig. Sarra si obbliga a pagare altri 50 ducati a fine settembre 1752.

Presenti il Reg. Giudice ai contratti Francesco Saverio Santoro- R.do D.Pietro Paolo de Rubertis - D.Eusebio Cuscianna – D. Eustacchio Colonna di Matera.48

§ 24 Marzo 1753 –

Atto pubblico per il mag.co U.J.D.re D. Francesco Salati.

In pubblico testimonio personalmente costituito M. Filippo Speziero della Città di Taranto,da molti anni casato, e commorante in questa di Matera, in presenza di noi Reg. Giudice à Contratti, Reg.Notaio, (Fr. Paolo Misuriello), e Testimoni oin numero opportuno hà fatto, sincome ffà la seguente fede giurata per via di pubblico atto, qualmente esso costituito si raccorda molto bene, che sin dall’anno passato 1751 in 52; à richiesta di M.Marino Contuzzi di questa sud.a Città di Matera, zio per parte di Madre di Angela Saveria Bamonte, figlia del Soldato di Campagna di questa Regia Udienza Carmine Bamonte, si conferì il costituito in casa del medesimo M.Marino ed ivi avendo ritrovato la di lui moglie Santa Vella il Rev.do Sacerdote D. Ignazio Turi, ed il Rev.do D. Francesco d’Ettore, il Mag.co Pascale Salati, e M. Eustacchio Colonna, Vittoria Contuzzi, ed Anna di Dio Madre,ed Ava d’essa Angela Saveria vidde con i propri occhi, e sentì molto bene, che il Rev.do D. Ignazio Turi interrogò il sud.o Mag.co Salati, sé egli intendeva sposare la cennata Angela Saveria Bamonte, ed avendo questi risposto di si, il D. Ignazio soggiunse: Come tu sei figlio di Dottore, e Galant’uomo, e vui apparentare con’una figlia di sbirro ? Ed il Salati rispose, nuovamente disse: Si signore, allocchè subito il predetto Turi, in presenza nostra disse; e giacchè fù la vui per Moglie: sentite Signori miei come Carmine Bamonte assegna in dote,per questo Matrimonio, docati duecento, trà pannamenti, oro,e danari contanti. Cavò fuora una carta, e la fece firmare ad esso Salati, e dopo si sottoscrisse esso Turi, ed il d.o D. Francesco d’Ettore, ed il Colonna, e si fece croce signare il d-o costituto. Cio fatto immediatamente sene uscì dalla casa del pred.o Contuzzi, senza che avesse veduto altra cosa di più. Ecome che giorni sono essendo stato chiamato il Costituto dal M.tro Datti di questa Regia Udienza Donato Aloi, per essere esaminato, e per riceversi la sua deposizione, si portò esso costituito nella Mastrodattia, e li fu dal detto Aloi ordinato, che si fosse portato dal sig. Caporota alle ore vent’une di quel giorno, conforme fece, e giunto nel palaggio di detto signore, ritrovò il pred.o Mastrodatti Aloi che all’ora sene usciva, ed in vederlo l’ordinò, che se ne fusse andato, mentre il Sig. Caporuota èra impedito. Il giorno appresso essendo stato il Costituito chiamato dalla di lui casa, per quanto seppe giorni dopo non potè andare à trovare d.o Mastrodatti, perché rattrovava faticando nella Masseria dè signori Venusti, 4 miglia distante dà questa Città, quindi non fu più il costituito chiamato, ne chiesto da detto Mastrodatti per la sua deposizione, conforme avanti di noi con giuramento ave asserito, attestando di non aver lui firmata, né croce signata deposizione alcuna, anzi né meno esaminato per d.a causa, e questa dice essere la verità, per la quale n’ho giurato tactis scripturis.§

Quibus omnibus, ita per actis, requisiti nos fuimus, quod dè predictis, et eorum singulis publicum conficere deberamus actum, nos autem, unde § factum est§

Presentibus Regio ad Contractus Sudice Nicolao Angiulli, nec non pro testibus U.J.D.re D. Michelangelo Pantaleo, mag.co Marco Calculli dè Mathera, et M.ro Salvatore Guido di Lecce._49_____________________

§ Nel 1752 Pasquale, nato 01- 11-1732, aveva compito i 20 anni e come tutti i giovani era desideroso di conoscere e frequentare ragazze della sua stessa età.

Ma, un bel giorno successe ciò che non aveva previsto, in casa della bella Angela Saveria, si fanno trovare, oltre ai genitori della ragazza, due sacerdoti, di cui uno suo parente, due altri testimoni, la nonna materna ed altri amici.

Lo scopo della riunione è quello di strappare, alla presenza dei sacerdoti interroganti, una promessa di matrimonio.

Questi fatti anomali accadevano quando c’erono dei contrasti ad una normale celebrazione del matrimonio, nel nostro caso il problema stà nella differenza di classe sociale, infatti, Pasquale viene citato col titolo di Magnifico e D.Ignazio Turi gli rivolge una domanda ben specifica:”.. se egli intendeva sposare la cennata Angela Saveria Bamonte, ed avendo questi risposto di si, il D.Ignazio soggiunse: Come tu sei figlio di Dottore, e Galantuomo, e vui apparentare con’una figlia di sbirro? ed il Salati rispose, nuovamente disse: si signore,…….a questo punto il padre decide di dare in dote per questo matrimonio la somma di 200 ducati.

Tutti avevano “fatto i conti senza l’oste” nel nostro caso : il padre del ragazzo il dottore in U.J. D. Francesco Saverio che come prima azione, conoscendo l’intole di famiglia, deve aver quanto meno ingiunto al figlio di non frequentare più quella casa, di non uscire, per non farsi vedere per strada, inviandolo poi a Pomarico dagli zii.

Infatti, quando il latore della precedente dichiarazione si presenta dal Caporuota e dal Mastro d’atti per farsi interrogare sui fatti, questi accampano scuse per non riceverlo.

§ Procura Gen.le di Francesco al figlio Stefano§

28 Giugno 1753, trovandosi Francesco Salati da più mesi, per suoi urgenti affari, nella città di Napoli, perché degente, per la qual cosa gli necessitano docati cento, e non avendoli sotto mano, invia una procura speciale al figlio Stefano perché reperisca una tal somma. Tale procura, sottoscritta da Francesco Salati è legalizzata dal notaio Giuseppe Luciano della terra di Genzano, commorante nella città di Napoli……………….- (di quale malattia fosse effetto Francesco non si evince)-

Francesco suggerisce al figlio di chiede in prestito la somma “ ad annuo cenzo redimibile” .. da “ qualsivoglia Persona , ò Luogo Pio, à quella ragione, ed annualità potrà convenire, con’obligare per publiche cautele tutti i suoi beni stabili, che giusto titolo,e come vero Signore e Padrone posseggo in detta Città di Matera, et Signanter la Casa Palazziata, che posseggo in diversi membri superiori ed inferiori, nell’anzidetta città di Matera nella contrada nominata, la Scaricata attaccata a quelle del Rev.do Capitolo di S. Giovanni Battista § Rev.do Capitolo Maggiore,e D. Giovanni Perronedalla parte di sopra”…….

Napoli,28 giugno 1753.

Firmato: D. Francesco Salati, costituisco come sopra

Io Giuseppe Costantino sono testimonio

Io Francesco Giugliano sono testimonio

Io Benedetto di Cesare sono testimonio

Ed in fede io Giuseppe Lucani di Genzano commorante in Napoli, publico per tutto il Regno ,ed….Notaro, richiesto ho signato

La predetta, il 13 luglio era già nelle mani di Stefano che se ne avvaleva per per soddisfare le esigenze paterne. La scelta di prendere in ceso redimibile i 100 ducati da inviare al padre cade sulla Venerabile Cappella del Santissimo Crocifisso della Selva.

Infatti, il giorno 13 di Luglio 1753 si recano dal notaio Martinelli di Matera “ il Dr. Sig.r D. Stefano Salati Procuratore del Dr. Sig.r D. Francesco Salati suo Padre al presente degente nella fedelissima Città di Napoli come da mandato di procura sottoscritto di propria mano dal Dr. Sig. D. Francesco Salati……. A me infrascritto notaio originalmente presentato per inserirlo nel presente istrumento” …….

E il Mag.co Rev.do Sig. D. Francesco Arciprete Anselmi Governatore, e il Sig. D. Lorenzo Grifi Beneficiato, e Cappellano perpetuo della Ven.le Cappella del SS. Crocifisso della Selva”………

Il Dr. Stefano Salati in nome per conto del padre, in forza della sudetta procura, dichiara che il padre possiede i beni elencati liberi da censo perpetuo e servitù…….

“E questo per lo convenuto e finito prezzo del Capitale di Docati 100, alla ragione del 5%, li quali predetti ducati100, detto Sig. D. Stefano Salati nel nome sovra riceve manualmente, realmente, e di contanto,……..in presenza nostra da detto Arciprete, e Governatore D.Francesco Anselmi, presente e numerante in moneta di oro corrente, ed usuale di questo Regno, di giusto peso, lega, ed impressione”……

“Presentibus Nicolao Angiolo Regio ad contractus Judice, Magistero Vito Venezia, Vito Grasso di Matera, e Choma Antonio Schiavone Terre Millionici hic Mathere abitante” [1]

§Stato delle Anime della Parrocchia della Chiesa Metropolitana della Città di Matera.

§ Settembre 1753 §

Casa del fu D. Marcello Caldone :

- D. Stefano Salati, marito, anni 27

- D. Silvia Gammari, moglie, anni 42

- Lorita Caldone, figlia di D. Silvia nelle prime nozze, anni 9

- Marcella Gammari, cognata, anni 45

- Rosaria La Perchia, serva, anni 39. [2]

§ 1 settembre 1753-

§ Dal Catasto Onciario di Matera§

§ Stefano Salati di questa Città di Matera avendo inteso emanare j Banni per la formazione del General Catasto, rivelando dice d’essere egli Dottore dell’una, e dell’altra Legge di anni venticinque, casato colla Mag.ca D.Silvia Gammaro di anni quaranta fù vedova del Dr. D. Marcello Caldone col quale in costanza di Matrimonio procreò una Figliola ora Pupilla chiama D.Lorita Caldone di anni sette.

Tiene in casa una cognata chiamata D. Marcella Gammaro di anni quarantadue, e Francesca di Matera serva di anni ventiquattro,

Domenico Rabolla Servitore.

Possiede esso Rivelante tanto del suo, e come Marito, e legittimo Amministratore dei Beni della pred.a sua Moglie, e Donatario della cennata sua Cognata, quanto come Tutore, e Curatore per questa Regia Corte dichiarato di essa Pupilla, ne i beni della quale vita durante è usufruttuaria la Madre, l’infrascritti beni:

- Una casa Palazziata con diverse comodità in Contrada di S.Giacomo, vicino le case del Sig. D.Cataldo Ferraù, e la medesima serve per uso proprio;

- Un sottano di essa Casa si fitta a Danato Nunzio Capeta per docati quattro------------4----

- Un altro sottano di essa Casa si fitta a Giuseppe Scassamacchia per carlini trenta-----3----

- Una cantina in Contrada sotto il Convento di S.Domenico con diverse comodità, la quale si pretende dal Sacerdote D.Domenico Torrio in virtù di donazione fatta dal fu Scipione Torriodi lui Padre,ed attualmente sene sostiene un grave peso di litigionella Gran Corte della Vicaria, ove si spende più di quello se ne ricava di fitto, al medesima sta in fitto a Giuseppe Vito Viziello per docati ventuno l’anno------------------------------------------21------

-Una casa sottana in Contrada di S.Cianniello con piscina avanti vicino le case della SS.Annunciata, che sta affittata a Frà Paolo Marascella per docati quattro l’anno-----4------

Un soprano in detta contradacon camerino ( cesso), che stà affittato ad Angela de Angelis per carlini venti l’anno------------------------------------------ 2 ---------

-Una Casa Palazziata con diversi mebri in Contrada della Civita, due stanze della quale con una cucinetta stanno inaffittate per mancanza d’acqua, e di loco dove spandere i panni-

-Due stanze di essa casa si affittano a Gennaro Morelli per docati sette l’anno--------7--------

-Tre stanze di essa Casa si affittano a D. Belisario Morelli per docati sette l’anno----7--------

-Due altre stanze di essa Casa si posseggono dalla Mag.ca Anna di Jacovo, e non se ne percepisce cosa veruna, per esserli date a godere vita durante. (forse era l’ ex proprietaria)

- un’altra camera di essa Casa stà affittata ad Antonio Cotugno per Carlini venticinque l’anno________________________________________2-50_____

- Un sottano di essa Casa sta affittato ad Eustacchio Guanto per Carlini venticinque __2-50

- Un altro sottano di essa casa stà affittato a Dietro Tafuni per Carlini venti due_____2-22

-Un altro sottano di essa casa si affitta a Dom.co …. Per Carlini ventisette_________2-70

- Un altro sottano di essa casa si affitta a Sonia lo Russo per Carlini indici l’anno___1-10_

- Una cantina sotto l’istessa casa serve per uso proprio.

- Un’altra cantina anche sotto l’istessa casa affittata presentemente a Donato Nunzio Copeta per docati quattro, e grana tremtatre l’anno___________________________4-33_

- Un capitale di docati dieci sopra li beni di Nicola Bia dati alla ragione del nove per cento,frutta Carlini nove l’anno____________________________0-90_

-Un capitale di docati venti sopra li beni dei Fratelli D.Gov.Battista, e Notaro Francesco Paolo Misuriello, dato alla ragione del cinque per cento, frutta l’anno carlini dieci __1____

- Una casa in contrada di S.Angelo, vicino alla casa del monistero della SS. Annunciata conceduto al Rev.do D.Giacinto de Jacobis vita durante, per doverne dal frutto di quella celebrare tante messe alla ragione di grana ventidue l’una.

- Una Chiesetta intitolata S.M.d’Andria in Contrada di Porta Pistola

- Un’annua entrata di un carlino, e cavalli dieci sovra la vigna del Rev.do D. Michele Fortunati in contrada Serraurifuso, la quale da molti anni non si è fatta, pretendendo il Fortunati di non pagarla_________________0 ___10,9_

- Un’annua entrata di grana ventuno sovra la vigna di Castaldo la Manna in contrada della Matina__________________________________0_____21___

- Un’annua entrada di grana ventisei sovra la vigna di Nicola Cosesta in contrada delle Matine____________________________________0_____26----

- Un’annua entrada di carlini cinque, e cavalli nove sovra la vigna di Michele Pistoia in contrada della Matina, e penne il litigio per non aver pagato da diversi anni.

- Un’annua entrada di carlini tre sovra la vigna di Giuseppe Scassamacchia in contrada delle Matine____________________0,30______________________

- Un’annua entrada di grana ventotto, e cavalli dieci sovra la vigna di Gregorio Scassamacchia in contrada delle Matine__________________0______28____

- Un’annua entrada di grana ventiuno e mezzo sovra la vigna di Eustacchio Padula in contrada delle Matine_______________________ 0______21____

- Un’annua entrada di grana ventuno, e cavalli ottosovra la vigna di Donato Giuseppe Cotogno in Contrada delle Matine_______________ 0_____21,8___

- Un’annua entrada di grana ventotto , e cavalli quattro sovra la vigna di Donato Nunzio Copeta in Contrada delle Matine_________ 0 _____28,4____

- Un pezzetto di territorio di romola due in circain Contrada di Piancalata si affitta a Giacomo Bia per Carlini otto l’anno______________ 0_____80______

- Una vigna di centinaia sessanta in Contrada di S.Gregorio vicino alla vigna del Can.co de Robertis e Fra Giov.Tataranni Ag.norenditizia agli Eredi del fu Tomaso Taratufilo in Carlini tre.

- Un pastano di centinara trenta nella Contrada della Lamacanardavicino la vigna del Mag.co D. Eusebio del Duce sene paga alla Ven.le Commenda di Picciano Carlini dieci l’anno di rendita.

- Una vigna in contrada della matina di centinaia doceci vicino alla vigna di ………..

Renditizia in grana venti sei al Monistero della SS. Annunciata.

- Un giardino con diversi alberi, e con un’avvucchiara in Contrada della Murgia, che serve per uso proprio, e molto meno sene percepisce di quello vi si spende.

- Un’Avvucchiarda con Chiesa dedicata al Glorioso S.Michile Arcangelo in Contrada di Trasano, si possiede in società con Michele Novello per l’uso dell’Api, e sene paga

al Mag.co D.Scipione Gattini quattro ducati l’anno di censo perpetuo.

Matera primo settembre 1753.

Io D.re Stefano Salati rivelo come sopra. Meliori sempre salva.§

Pesi

Che vi sono sopra i beni sudetti§

- Docati quindici l’anno al Rev.do Capitolo di S.Pietro Barisano per lo capitale di docati trecento alla raggione del cinque per cento, come per istrumento stipulato dal Not.ro Leonardantonio Grande sopra tutti li beni______________________15____

- Ducati diciotto, e mezzo l’anno al Monte di Giorgio per lo capitale di docati trecento cinquanta alla raggione del cinque per cento come per istrumento stipulato da No.ro Oronzio Jacovone s.a tutti li beni sud.i______________________________18,50__

- Carlini vent’uno l’anno per lo capitale di docati trenta alla ragione del sette per cento dovuto ad esso Monte di Giorgio, come per istromento stipulato da N.ro Parra, sopra tutti li beni.____________________2_____10_____

- Carlini ventisei, e grana quattro l’anno dovuti all’istesso Monte di Giorgio per lo capitale di docati trentatre, come da istrumento stipolato dal Not.ro

- sopra li sud.i beni _______________________________2______64_____

- Carlini cinque, e grana quattro l’anno per lo capitale di docati sei alla ragione del nove per cento dovuto al Monte di Giorgio come da istumento stipulato dal Notarosopra li medesimi__________________0_______54_____

- Carlini quarantotto l’anno al Ven.le Seminario per lo capitale di docati sessanta alla raggione dell’otto per cento, come da istumento stipolato dal Notero. Per li med.mi____________________________4_______80____

- Carlini trentacinque l’anno al Ven.le Monistero di S.Francesco per lo capitale di docati cinquanta alla ragione del sette per cento, come da istromento stipolato da notaro Schiuma. Per li sud.i ______________________________3________50___

- Carlini undeci, e grana due l’anno al predetto Ve.le Monistero di S. Francesco alla ragione del nove per cento, come per istromento stipulato da Notero e ciò per lo capitale di docati dodici. S.a li sud.i ­­- --1___12___

- Docati duecento incirca si devono a d.o Monte di Giorgio per terze attrassate

- Carlini sedeci di cenzo perpetuo l’anno dovuto al mag.co D.Eusebio del Duce sopra la cantina davanti S.Domenico_______1________60____

- Carlini quattro, e grana quattro di cenzo perpetuo dovuto al Ven.le Monastero di S. Domenica s.a la detta cantina_______0________44_____

- Carlini tre anche al cenzo perpetuodovuto alla Commenda di Picciano. S. al la d.a cantina______________________0_______30_____

- Per obligo lasciato in testamento dal q.mD.Marcello Caldone deve il rivelante fondare otto anniversarii tre alla Parrocchia di S. Gio.Battista, e cinque alla Parrocchia di S.Pietro Caveoso, per li quali ve vogliono docati duecento cinquanta alla ragione di docati trenta l’uno, e presentemente li fa celebrare con pagare do.ti dodici l’anno____________12________0______

- Tiene ancora l’obligo di far celebrare in’ogni anno, e perpetuamente quattro messe anche per obligo lasciatoli da d.o Testatore alla raggione di carlini due l’una _________0_________80_____

- Tiene obligo ancora di far celebrare la Festività di S.Domenico nella Cappella di S.Maria d’Andria, e la Festività di S.Michele Arcangiolo nella Cappella extra menia di Trassano col primo, e secondo vespro, e messa cantata, e vi spende docati cinque almeno l’anno______5______________

- Docati due cento per residuo di dote alla Mag.ca D. Vincenza Caldone, alla quale non si è corrisposto interesse alcuno.

Io D.r Stefano Salati Rivelo come sopra. Meliori sempre salva§

- 24 luglio 1754 -

§Dal Catasto Onciario di Matera§

§ D.r D. Francesco Salati di questa città di Matera nobile del R.o Sedile di essa Città, figlio delli qq.m coniugi D.Caterina Giannulli di Pomarico, e D. Stefano Salati anco di Matera in esecuzione del banno emanato rivela d’essere d’età di anni 58 in c.a, esercitare la Professione di avvocato in questi tribunali, vivere casato colla mag.ca D.Anna Maria d’Erario di Gravina di età d’anni 50 in c.a, e ne sono da essi coniugi in costanza di matrimonio procreati, e viventi:

- Il mag.co D.r D. Stefano Salati dianni 26 in c.a, d’abita con sua moglie D. Silvia Gambaro separatamente da esso rivelante, esercitando la carica di Dottore.

- D. Tomaso Sacerdote di ettà d’anni 25 in c.a aggregato in q.a metropolitana chiesa, e continua gli studi Legali nella Città di Napoli.

- D. Pasquale di ettà di anni 20 in c.a applicato anco ne studi Legali in Napoli.

Possiedo in questa Città un tenimento di case Palazziate soprane, e sottane con Portone, e Cortile,Cantina, piscina, e Loggie, inclusevi le case soprane, con altro sottano, e con due porzioni di una piscina comprate da m.o Giacinto Apuzzi, e d’Antonio Vigoritoin contrada dicesi sotto il ponte di S.Francescodalla parte di sopra, attaccate a quelle de fratelli di Perrone da un lato,e quelle di q.o Rev.mo Capitolo maggiore dall’altro, e dalla parte di sotto dicesi, sotto il Sedile, e Scaricata soprane alla casa di Bruno La Perchia, ed’attaccate al cortile delle case di d.o Rev.mo Capitolo, e di S.Giovanni Battista; quale soprani tutti con cantina colle piscine d’acqua servono per uso proprio, e per propria abitazione, e ai necessitano ripari, e….. una camera terminava.

- Altrosottano attaccato a quello di D.Bruno La Cerchia sotto il Sedile stà affittato al medesimo La Cerchia per carlini quaranta cinque l’anno___4. 2. 10_

- Un sottano dentro il cortile avanti la cantina stà affittato alla vedova Nunzia Ridola per carlini trentaquattro l’anno_______________3. 2. 0._

- Un sottano, seu palazzotto con gradiata si affitta presentemente per carlini trenta l’annoa Nicola Adorisio____________________________3. 0. 0.___

- Un sottanogrande stà affittato per docati 12 a Nicolò Domenico Jacovone 12.0.0.

- Possiede una vigna di diverse porsioni unita in contrada li Polieri, ò sia Piancalata di centinaia…..attaccata a quelle del Rev.do Canonico D. Francesco de Robertis dalla parte di sotto, di Francesco Festa, e di Giuseppe Pizzilli laterali, a via pubblica dall’altra parte, e questa per l’annuale coltivo necessita farsi, e per i pesi infrannotandi vi sono, a raggione d’interesse in ogni anno da circa docati undeci al rilevante.

- Possiede un giardino murato alla rustica in Contrada dicesi Li Cappuccini, e per i pesi infrannotandi, e per d.i parieti alla rustica, giornaliermente cadono, come di persente in parte stan caduti, e per il necessario coltivo accaggiona d’interesse al rivelante in ogni anno da docati venti, come è notorio.

Sopra li annotati beni vi sono i seguenti pesi.

- Docati diecenove, e grana novantacinque l’anno ad’Antonio Vigorito fino alla restituzione del capitale, come da istrumento stipulato da N.ro Parra. 19. 4. 15.

- Docati undeci l’anno al Real Conservatorio delle Donzelle in questa Città di Matera, fin al tempo della restituzione del capitale di docati duecento al cinque per cento come da istrumento stipulato dal fù No.ro Villani.__________11. 0. 0.

- Docati cinque l’anno alla Ven.le Cappella sel SS.Crocifisso della Selva di q.a medesima Città, e per essa al Dev.do Beneficiario D.Lorenzo Grifi per il capitale di docati cento alla ragione del cinque per cento redimibilo, come da istrumento stipulato dal N.ro Martinelli.____________________ 5. 0. 0.—

- Grana trenta l’anno al ven: beneficio di S. Maria de Armenis di q.a Città, e per esso a q.o Rev.do Seminarioper una porzione di vigna in centinaia trenta in d.a contrada li polieri.____________________________ 0. 1. 10.-

- Grana cinque a q.o Ven: Convento dei PP. Conventuali di S. Francescoper altri centinaia cinque porzione di detta vigna._________________ 0. 0. 5._

- Grana dicessette per guardia di sud.e vigne___________________ 0. 0. 17.

- Altri carlini tre in ogni anno al sopradetto beneficio di S.Maria de Armenis, e per esso à questo Ven.le Seminario in una piccola porzione di d.o Giardino né Cappuccini, …nella picciola apicolare, ove stà situata la peschiera, e grotta per conserve d’acqua sotto al strada, che divide detto giardino da quello Sig.ri Venusti, e publica strada dalla parte di sopra, che tira a montescaglioso, e vi si vedono situati i Luochi per conservare le api._______________________ 0. 1. 10.

Così rivelo, colla podest……. Matera 24 luglio 1754.

Io D.r D. Francesco Salati rivelo come sopra§§[3]

§ Catasto Onciario di Pomarico §

R.re Francesco Salati abitante nella città di Matera di anni 47.

-Testa-

Possiede una casa sita in contrada La Guardia Spesa, giusta la casa di D. Tommaso Giannulli,[4] ne percepisce di pigione dedotto il quarto Carlini venti sette, sono Once________________ 9._______ [5]

- 9 Agosto 1754 -

§ Catasto Onciario di Gravina §

In esecuzione degli ordini emanati da questa R.ma Curia Vescovile per lo pubblico e generale catasto, che dovrà farsi in questa Città di Gravina a te3nore dei Reggi Banni, il Sacerdote D.r Fisico D. Liborio d’Erario figlio del q.m Liborio, e Rachele Senatore rivela d’essere d’anni 33.[6]

- D. Gaetano Sacerdote, mio Fratello di anni 29;[7]

Possiedo……………………………………..

- Abito in casa del M.co Sig.r D. Francesco Salati di Matera alla strada detta del Penniniello, tisata con quella del SS. Duomo, e con quella della Collegial Chiesa di S. Nicola, della quale ne pago di cenzo perpetuo annui docati sei e mezzo alla Confraternita di S.Maria di Costantinopoli.__________6._____

Pesi……………..

Io D.r Fisico D. Liborio d’Erario rivelo come sopra.

Il palazzo dove abitava Liborio faceva parte dei beni dotali di Anna Maria d’ Erario. ( vedi capitoli matrimoniali 1719).

§ 1 Novembre 1754- Giuseppe Pasquale Salati s’iscrive al primo anno di giurisprudenza presso l’Almo Collegio dei Dottori di Napoli.[8]

Un po’ di storia.

“ Il fiorentino Bartolomeo Intieri di stanza a Napoli come amministratore delle proprietà dei Medici e dei Corsini, nel 1754 fondava, prima in Europa,una Cattedra di Economia politica, che affidava all’Abate Antonio Genovesi ( di Salerno)infuse nella gioventù napoletana fecondi fermenti d’idee e suscitò generosi propositi di riforme in tutto il sistema sociale del Regno.”[9]

§ 1754 §

La Famiglia Salati di Matera fu aggregata alla nobiltà ex origine insieme a Copeti, Pomarici, Appio, Festagallo, Miccoli, Cipolla, del Monte, Passatelli, Pecilli e Contuzzi.

Il 5 novembre 1755, Pasquale Salati s‘iscrive al secondo anno della Legge presso l’Almo Collegio di Napoli.

§Testamento nuncupativo Rev.doD. Tomaso Giannulli di Pomarico§

-Matera 10 luglio 1756-

§Regnante Carlo 3° di Borbone§

Il Rev.do D. Tomaso Giannulli di Pomarico era fratello di Caterina Giannulli moglie di Stefano Salati,quindi zio di Francesco e prozio di Stefano.

“ A preghiera , ed istanza fattaci dal molto Re.do Sig.r D.Tomaso Giannulli Sacerdote secolare

della Terra di Pomarico al presente in questa Città di Matera personalmente ci siamo conferiti (notaio Ludovico Parra di Matera) nella casa del D.r Sig.r D. Stefano Salati, e proprio in una camera della medesima abbiamo rattrovato il suddetto Sig.r D. Tomaso in una seggia assettato sano di corpo ( per Grazia di Dio ), e retto, anzi rettissimo, e sano di mente, d’età senecta, il quale come Sacerdote, che legge43 di continuo le Sagre Scritture avendo ben mente ponderato quelle terribili parole di S.Gio: dell’ Apochelissina à capo 3: quale dice: Si ergo non vigilaveris, veniam ad te tamquam fur, et (necies)qua hora

veniam ad te, e quell’altra di S. Lucanel suo Evangelo à capo 12 che dice:qua hora non putatis, e temendo che non succeda ad Esso D. Tommaso una morte repentina, seù all’inprovviso (locchè Iddio non voglia) ave determinato fare il suo ultimo nuncupativo Testamento e se per tale non valesse, vuole che s’abbia per Testamento inscritto, chiuso, e sigillato,e se talmente non valesse, vuole che s’abbia,per via di disposizione causa mortis, ò per via di Codicillo, o per modo di ultima sua volontà, cassando ed annullando…qualsiasi altra disposizione”……

“ Ed essendo l’anima più degna del corpo, per ciò Esso D. Tomaso Testatore quella la raccomanda al Sommo ed Onnipotente Iddio suo Creatore, ed alla Beatissima Vergine Maria, ed alli suoi Santi Avvocatià chi priega la remissione dei suoi peccati, e quella collocare nella Gloria del Paradiso, e separata sarà l’anima dal corpo il suo cadavere s’abbia da seppellire nella madrice chiesa della Terra di Pomarico sua Padria e le spese e pompe funerali si debbono far fare da quel Rev.do Capitolo, nel quale si trova ascritto.

Istituisce quale suo erede universale, su tutti i suoi beni mobili e immobili, danaro in oro e argento che tiene in Pomarico, il suo “il detto D.r Sig.r D.Stefano Salati di Matera suo diletto, ed amato Pronipote, sostituendo altresì per suoi eredi due usufruttuari tanti di tutta la sua intiera eredità, a vita durante, in primo luogo la Sig.ra Orsola Giannulli sua nipote, ed in secondo luogo doppo la morte della medesima il D.r D. Fran.co Salati Padre del detto D.Stefano Erede Universale e Particolare, e che uno dellErede usufruttuario debba succede all’altro……Esso D. Stefano non possa pretende nulla delli frutti della riferita eredità” …. Nel caso dovessero morire tutti, Erede e usufruttuari “debba succedere il Rev.do Clero di detta Terra di Pomarico sua Padria ……………………

§“Lascia a Tommaso Pizzolla figlio del q.m Giovanni suo pronipote (perché figlio di Orsola Giannulli) tutti li vestiti d’Esso Testatore …il letto quattro cascie,… gli arredi sacri per uso di celebrazione di messe, come cammisi, ed altro , perché questa è la sua volontà.

§ Vuole che detto D. Francesco Salati non debba, né possa doppo seguita la sua morte pretendere cosa veruna dalla suddetta Sig.ra Orsolain conto di qualche interesse passoto frà esso Testatore, e detto D.Francesco, né inquietarlacon modo stuperboso, e Giudiciale, giacchè de pure vi fusse stato qualche discapito frà Essi loro si intende tutto rimesso, stante che a tale contemplazione viene chiamato Erede usufruttuario in secondo luogo, in detta sua eredità, e qualora Esso Dr. D. Francesco volesse inquietare la sud.a Sig.ra Orsola, in tal caso non solamente che sia privo dell’usufrutto dell’Eredità sudetta, ( lo disereda ) e che si abbia come non fusse chiamato, mà altresì incarica à detto suo Erede Universale, Particolare D. Stefano, acciò ne casi sudetti, possa difendere a proprie spese la sudetta Orsola da qualsisia vessazione che li possa inferire detto D.Francesco ( doveva avere un pessimo carattere ), senza che la medesima venisse travagliata in minima cosa, perché questa è la sua volontà.”

§E se dopo la sua morte si dovessero trovave debiti di qualsiasi specie, questi devono essere soddisfatti con l’asse ereditario “da detto suo Erede, coll’intelligenza della detta Sig.ra Orsola altra sua Erede”……..

§ ” Ma se la detta Orsola, e D.Stefano premorissero al Dr. D. Francesco, in tal caso che questi si possa servire dell’usofrutto della detta Eredità, come Erede usufruttuario chiamato da Esso Testatore in secondo luogo, e doppo la di Lui morte, altro non li sia lecito di testare dell’asse ereditario, se non che di ducati cinquanta, e tutto il dappiù debba andare in beneficio del detto Rev.do Capitolo una con li legati, e condizioni di sopra espressati, essendo questa la sua volontà.” ( chi lo sa Francesco cosa gli aveva fatto ?)

§ Adesso il notaio chiede a D.Tommaso che “Avendo la Maestà del Re Nostro Signore ( che Dio sempre feliciti) eretto per sollievo de poveri nella Fedelissima Città di Napoli, un Albergo, e che nel sovvenire j poveri come Egli ben sa à cosa grata verso Dio, di sporre, di fare qualche legato verso l’opera, ha risposto non aver cosa lasciare.

De quo quidam Testamentum nos nos requisiti……………………….

Presentibus Regio Sudice ad Contractus N.ro Josepho CAvarretta, Ad m. Rev.do Canonico D.Orontio Tortorella, Ad m.Rev.do D.no D. Sraphino Vizziello, Ad m. Rev.do D.no D. Saverio La Macchia, Ad m. Rev.do D.no D. Xaverio Plasmato Juniore, Diacono D. Michele Montemurro, Mag.co Xaverio Santarcangelo di Mathera, et Rev.do D.no D. Qsquale Falciglio de Terra Pomarici.[10]

§ 2 ottobre 1757 –

Francesco Salati viene nominato Mastro di fiera a Montescaglioso.

Il giorno 2 Ottobre 1757nella Città di Monte Caveoso alla presenza del Regio Notaio, Giudice a Contratti, e Testimoni, il Sig. D.r D. Antonio di Rugiero Governatore, e Giudice della Suddetta Città, il Notaro Giovan Battista Pace di Monte Caveoso, Angelo Antonio Consoniero di Matera e Saverio Mulfè Algozzini della Regia Udienza Provinciale di Matera.

Dopo aver giurato sui Santi Evangeli il D.r Dig.r D. Antonio di Rugiero asserisce che il giorno prima, dopo pranzo, “di essersi portato dal Sig.r D.r D. Francesco Salati di Matera Mastro di Fiera nella città di Montescaglioso, nominato prima dai PP. Benedettini, e avendolo trovato nella casa dei benedettini dove teneva corte. Non avendo li PP. Benedettini presentati li privileggi alla R.Corte, si era dal Tribunale della Udienza Provinciale deliberato che Esso Sign. D. Francesco Salati avesse desistito dall’esercizio di Mastro di Fiera eletto dà Padri Benedettini, e che Esso stesso il Sig. D. Francesco Salati doveva riassumere la giurisdizione di Mastro di Fiera come destinato dalla Regia Udienza à compire li dieci giorni del Mastro Mercato nella fiera di S. Angelo, e che a momento gli sarebbero capitate le lettere patentali spedite dalla R. Udienza.”……………….

Presentibus: Domenico Morano ad Contractu Sudice, D.no Mauro Bosco; Mag.co Notario Domenico Bonaventura; Mag.co Grazio Gatti; Mauro Primo; Paschale Limorano.[11]

§ 3 ottobre 1757- Vestizioni monacali nel Convento di S. Giuseppe di Matera.§

Il giorno 3 ottobre 1757, nella città di Matera alla presenza del Notaio Saverio Torricelli si sono costituiti “L’ Ill.mi Sig.ri D. Saverio Cipolla, e D. Stefano Salati Nobili Patrizi, e Deputati, e Governatori del Real Conservatorio delle Donne Vergini, sotto il titolo di S. Giuseppe di questa Città di Matera”…………. Perché alcune fanciulle hanno espresso il desiderio di monacarsi.[12]

§ Serafino Filangieri – “ Patrizio Napoletano dè Principi d’Arianello pubblico lettore né Regj Studi di Napoli non meno dotto ed erudito del suo successore, venne nel 1758 destinato a coprire”…[13]la cattedra Vescovile di Aderenza e Matera.

§ 1 giugno 1758 –

Preparazione alla festa della Bruna- §

In Dei Domine Amen

“ Oggi che è la prima del mese di giugno del corrente anno 1758 in questa Città di Matera, e proprio nel pubblico e Regio Sedile della medesima, dove congregati l’infrascritti illustrissimi Signori Sindaco ed Eletti al reggimento d’ essa Città si è fatta la seguente proposizione: Signori miei illustrissimi s’è preinteso che li procuratori della Venerabile Cappella di Santa Maria della Bruna quest’anno per le angustie che soffre la detta Cappella, pensano di non far fare la festività secondo il solito con quella magnificenza ch’è l’ammirazione di tutti li forestieri u il richiamo de medesimi, fo presente alle signorie loro acciochè si degnino di eligere sei deputati delle rispettive Piazze, acciochè questi con zelo possano nadar per la città limosinando, e supplire con ciò alla mancanza di detta Cappella, e far sortire la festività più solenne del solito per maggior gloria di Dio e della Beatissima Vergine sua Madre, e decoro di questo pubblico, il tutto lo propongo a loro Signori, aciò procedino all’elezione di detti tre deputati delle predette tre Piazze e che siano persone abili, idonee, probe e di ogni esattezza.

Quale preposizione intesasi da tutti, ecco che il Sig.don Miche Festagallo capo eletto e prima voce dè Nobili ex origine ave eletto e nominato il nobile ex origine sig. don Tomaso del Monte; il magni.co Saverio Venezia eletto della Piazza del Popolo…. Ave eletto e nominato l’altro deputato dè Nobili ex origine il sig.don Stefano Salati…; il Mag.co Giovanni Volpealtro eletto della Piazza del Popolo elige e nomina per deputatode Nobili ex privilegio il fisico don Domenico Picaro….; il mag.co Rocco Porsia della Piazza del Popolo elige e nomina per altro deputato di Nobili ex privilegio il fisico don Domenico Pistoia.

Vengono eletti Francesco Quintano, Liborio Turi e Giovanni Volpe.

L’atto è firmato dal notaio Nicolò Nelli Cancelliere [14]

§ 14 giugno 1758 –

Convenzione tra Francesco Salati e Carmine Bamonte –

Il giorno 14 giugno 1758, alla presenza del notaio Saverio Torricellisi sono costituiti i D.ri D. Francesco e D. Stefano Salati Padre e figlio di Salatidella città di Matera.

Il Sig. D. Francesco Salati, ha esserito che negli anni passati Carmine Bamonte soldato di campagna di questa Regia Udienza presentò accusa in questa Regia Udienza e nella Gran Corte della Vicaria ( a Napoli) contro il Sig. D. Pasquale Salati (figlio di D. Francesco), “per il preteso sponsale in persona della figlia di Esso Carmine, ed agitatasi la causa in essa G.C. perché l’evento di esso non è certo, perciò esso Carmine ha pensato di raggiungere un accordo e togliere di mezzo il litigio; Al quale effettoper mezzo di amici sono venuti alla infrascritta convenzione: di pagare Essi Sig.ri Salati ducati duecento a beneficio di Carmine Bamonte, cioè ducati cinquanta tra lo spazio di un mese, a decorrere da oggi; ducati cinquanta da oggi in un anno, e ducati cento fra altri due anni a partire da oggi 12 giugno 1758 a terminare nel mese di Giugno 1761, il pagamento dei ducati cento deve avvenire a ducati cinquanta l’anno.

Per maggior cautela e garanzia Essi Sig.ri Padre e Figlio di Salati” hanno pregato Francesco Buongermino loro amico, affinché il pagamento di ducati cinquanta a favore di Carmine Bamonte lo facesse lui.[15]

§ 12 Luglio 1758 – 1° rata di ducati 50 ai Bamonte.

Il giorno 12 luglio 1758, alla presenza del notaio Saverio Torricelli si sono costituiti Carmine e Angela Saveria Bamonte padre e figlia con l’assistenza del Reg. Giudice a Contratti di lei mundualdo.

E il D.r Sig.r D. Francesco Salati e Francesco Buongermino tutti della città di Matera.

Essi D.re D. Francesco Salati e Francesco Buongermino sono obligati, come nel precedente istrumento, al pagamento della prima rata di ducati cinquanta, sulla somma di ducati 200, che maturano oggi. Quindi i “sudetti D.r Sig.r D. Francesco Salati e Francesco Buongermino, sborzano, e pagano in mano delli surriferiti Padre, e Figlia di Bamonte, presenti e recipienti la suddeta somma di docati cinquanta di moneta d’argento, ed oro usuale di questo Regno, e di giusto peso, liga, ed impressione.

I Sig.ri Bamopnte, Padre e Figlia, ben contenti e soddisfatti, essi hanno quietanzato ed assoluto, in presenza del notaio, e fanno finale e generale quietanza”……………

Presenti i testimoni: m.co Domenico Vaccaio Regio Giudice ai Contratti, Rev.do D. Giacinto Tataranno, Notaio Domenico Saverio de Parra, e il m.co Liborio Cipolla di Matera.[16]

.

§ 12 giugno 1759 – 2° rata di ducati 50 ai Bamonte.

Oggi 12 giugno 1759, sono stati pagati D. 50 da parte di D. Francesco Salati, per conto del figlio D. Pasquale, a Carmine Bamonte come risarcimento danni morali subiti dalla figlia Angela.

§ 22 Agosto 1759 – Giunge nel Regno la notizia che il Re Ferdinando IV di Spagna è morto.

Essendo morto senza erdi diretti, fu chiamato a succedergli il fratellastro Carlo Re di Napoli col titolo di Carlo III.

In tutto il Regno si è osservato il lutto cittadino.

Il 6 Ottobre 1759, Carlo nomina suo sucessore sui domini italiani suo figlio terzogenito Ferdinando e si imbarca con la famiglia per la Spagna.

Essendo Ferdinando minorenne, Carlo nomina un consiglio di otto reggenti tra cui il Tanucci che fu il più potente.

§ Il 24 Novembre 1759 - D. Francesco Salati viene nominato ed eletto razziuonale dell’Università di Matera da D. Michele Torraca.[17]

§ 17 Dicembre 1759 – Collegio dei Dottori di Napoli §

Il Rev. D. Tomaso Salati il 17 dicembre 1759 ritira il “Privilegium” la consegna viene così annotata nel registro:

“ Die 17 mensis Xbris 1759 fuit expeditum, et consignatum privilegium in persona

Rev.mi D. Thomas Salati

Civitatis Mathere Prov.ce Basilicate.[18]

§ 1759 – Epidemia di febbre petecchiale.

La febbre che in quest’anno ha dominato l’Italia e l’ Europa spianando intere famiglie , non ha risparmiato Matera; In Volpe troviamo: “ …..la strage epidemica avuta sventuratamente luogo nel 1759, quando al morte mietè in modo, che resi insufficienti i sepolcri delle Chiese di Città, si chiesero quelli delle Cappelle di campagna, che parimenti furono riempiti. Puossi eziandio a ciò accoppiare la poco favorevole costituzione d’aria, che negli scorsi anni ha dominato non meno nel suolo d’Italia, che in molte altre contrade d’Europa, e colla febbre petecchiale ha spiantate intere famiglie.”[19]

Gattini nella sua oper dice : “ ….la popolazione da ben meglio di 20 m. abitanti, conforme il Verricelli ed il P.Bonaventura da Lama, si ridusse a metà poco presso.”[20]

§ 1 6 luglio 1760 – 3° rata di D.ti 50 ai Bamonte.

Alla presenza del Notaio Saverio Torricelli si sono costituiti Carmine Bamonte, Onosfrio Sforza ed Angela Saveria Bamonte coniugi (nel frattempo si era sposata) tutti di Matera .

Ed il D.r Sig.r D. Stefano Salati Nobile Patrizio, e Francesco Buongermino……..

Asseriscono che essendo già maturata la terza rata di ducati 50 fin dal 12 di giugno, e dovendo soddisfare gli accordi presi tra D. Francesco salati e Francesco Buongermino nel precedente istrumento di concordia, oggi consegnano la predetta rata di ducati 50 nelle mani dei costituiti.

Sono presenti i testimoni : mag.co Giuseppe Cavarretta Regio Giudice ai Contratti, Rev.do D. Michele Montemurro, mag.co Nunzio Nicola Griffi e Bonaventura Jacovone di Matera.[21]

§ 1° Settembre 1760 – Stefano Salati viene eletto Sindaco della Piazza dei Nobili ex origine di Matera.

In Dei Nomine amen”

Oggi che è il primo settembre del corrente anno 1760 in questa Città di Matera. E proprio nel pubblico, e Regio Sedile della medesima ove congiunti l’Infrascritti Ill. mi Sig.ri Sindaco, ed Eletti al Reggimento d’Essa Città à fine di procedersi à quel che incombe per l’elezzione del Cancellierato.

Al di cui effetto dal Sig.re D. Stefano SalatiSindaco della Piazza dei Nobili ex Origine si fa sentire à Sig.ri Compagni che essendo già seguito l’atto di possesso in nostra Persona per l’amministrazione di questo Pubblico per l’annata che principia questa mattina primo settembre 1760 per tutto agosto 1761.

Perciò è di dovere prima d’ogn’altra provvidenza per farew quegli atti necessari devenirsi all’elezione del Cancelliere di questa Università secondo il solito, esortando loro Sig.ri à dovere eligere, nominare, ed accettare Persona abile, idonea, e puntuale nell’esercizio di Cancellieredi questa predetta Città; Ed intesasi detta profizione da tutti.

Ecco che il Sig.r D. Domenico di Lena Santoro, Capo Eletto, e prima voce de Nobili ex Origine ave eletto, e nominato, siccome elegge, e nomina per Cancelliere di questa Università il mag.co Notaro Ludovico Saverio Parra, qual’elezione, e nomina intesasi da tutti si è accettata, e confirmato detto N.ro Parra per Cancelliere di detta Università, nomine penites discrepante,et sic fuit conclusu Laus Deo§

Stefano Salati Sindaco

Dom.co de Lena Santoro Capo Eletto

Dom.co Zicavè Eletto

Felice Radogna Eletto

Leonardantonio de Grande Eletto

Domenico…..Torricelli Eletto[1]



[1] Archivio comunale di Matera – delibere dell’Università – La copia dell’originale è nella cartella n. 4.



4 0 A.S.M. Protocolli del Notaio C.Villani coll.ne 517- la copia dell’originale è nella cartella 3.

4 1 A.S.M. Protocolli Notaio Ludovico de Parra coll.422 fol. 68 tergo – 71 ter.- L’originale in copia è nella cartella dei testamenti.

4 2 Da Arcangelo Copeti – Notizie della Città e di cittadini di Matera- pag. 78.

4 3 A.S. N. Catasto onciario di Pomarico – Fascio 5409 – anno 1743.

4 4 A.S.M. Protocolli notaio Fran.o Paolo Misuriello- coll.ne – 456 – folio 5 – 6 tergo-La copia dell’originale è nella cartella N.3.

45 A.S.N. Collegio dei Dottori – Fascio 58 foglio 33-ammissioni- Fascio 159 – f.62 r - privilegium

46 A.S.N. Inventario 106-Collegio dei Dottori Fascio 159 – f.62 r.

4 7 A.S.M. Notaio Francesco Paolo Misuriello Collocazione 456 – f.8 ter.- 14r.

4 48 A.S.M. Protocolli del notaio G.Schiuma coll. 733 – la copia dell’originale è nella cartella 4.

4 9 A.S.M.. Notaio Fr. Paolo Misuriello Coll.ne 456. La copia dell’originale è nella cartella 5.

[1] A.S.M. protocolli Notaio Martinelli Coll…. - anno 1753 –

La copia dell’originale è nella cartella n.4 ed è stata da me trascritta nel registro –Salati vol.1 –

[2] A.S.N. Catasto Onciario di Matera- Fascio 5368-

[3] A.S.M. catasto conciario di Matera Fascio n.5374- pag. 136 137.

[4] Il Rev. D. T.Giannulli era fratello di Caterina Giannulli madre di F. Saverio.

[5] A.S.M catasto conciario di Pomarico Facsio n. 5409.

[6] A.S.N. Catasto conciario di Gravina Fascio n.9033-

[7] Il Rev. Dr. D. Saverio era nipote di Anna Maria D’erario, moglie di Francesco, perché figlio del fratello Liborio. – vedi albero genealogico dei d’Erario-

[8] A.S.N. – Collegio dei Dottori- Fascio n. 94 f.lo n.101.

[9] Marcello Morelli - Storia di Matera – pag. 184.

[10] A.S.M. Protocolli del Notaio Parra di Matera – anno 1756. pag. 68-71V. – la copia è nel la cartella testamenti.

[11] A.S.M. Protocolli Notaio Alessandro Palma Coll.ne 418 pag. 56-58v.- la copia dell’originele è nella cartella n.3.

[12] A.S.M. Protocolli del Notaio Saverio Torricelli Coll.ne 569 pag. 110-139- La copia degli atti sono nella cartella n.4.

[13] Fra.o Paolo Volpe – Memorie storiche profane e religiose sulla Città di Matera –pag-307.

[14] Conclusioni dell’Università di Matera ( dalla raccolta 1727-1761 ) f.141- preso da: Mauro Padula Camilla Motta “ La visitazione e Festa della Bruna” Ed. BMG- Matera- pag. 58 – nota 71.

[15] A.S.M. Protocolli del notaio Saverio Torricelli – Coll.569 pag. 42 – 50 – La copia dell’atto è nella cartella n.5.

[16] A.S.M. Prot. Notaio Sav. Torricelli – coll.569- La copia dell’originale è nella cartella n. 5.

[17] Conclusioni dell’Università di Matera anni 1727 – 1761.

[18] A.S.N. Collegio dei Dottori – Fascio 127- fol. 87r.-

[19] Fr. Paolo Volpe – Memorie storiche profane e religiose sulla città di Matera – Ed. libreria Cofarelli /Matera - pag.35-36.

[20] Giuseppe Gattini – Note Storiche sulla Città di Matera – pag.143-

[21] A.S.M. Prot. Notaio Saverio Torricelli – Coll. 570 – da pag. 93 ter. a 104.- La copia dell’originale è nella cartella n.5-

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